Capitolo 27

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Prima o poi tutti i mali arrivano. Chi con largo anticipo e chi travolgendoti completamente come un treno in corsa. Ecco, lo stupido Ballo D'inverno organizzato dalla scuola era stato la causa principale del mio malumore, quella mattina. Una scintillante e stravagante massa di vestiti era piombata sul mio letto ancora prima che riuscissi ad aprire gli occhi. A colazione una ragazzina del primo anno era scoppiata a piangere sulla mia spalla, perché non aveva un accompagnatore. Il pomeriggio era stato un inferno, tra grida e schiamazzi. Ed in quel momento, avrei preferito essere strangolata dalla Piovra Gigante, piuttosto che passare un altro secondo con le mani di Dominque che armeggiavano tra i mei capelli.

«Oh Rosie come ti invidio!» sbottò Alice, con solo una gamba infilata nelle calze intenta a fissare il mio riflesso nello specchio. «Quel vestito ti sta una meraviglia! Perché delle tre sono sempre io quella che sembra un sacco di patate?»

Effettivamente non mi ero mai sentita così attraente in tutta la mia vita. L'unico problema era non riuscivo a scacciare quella strana sensazione di fastidio all'altezza del petto. L'immagine di Tyler ad aspettarmi, in smoking magari, non mi arrecava alcun piacere. Anzi, il novata percento delle volte al suo viso si sovrapponeva quello di un altro ragazzo, uno decisamente più odioso e più biondo. E ciò non andava affatto bene.

«Alice, chéri, non appena avrai indossato mutande meno enormi, sarai bellissima anche tu»

Avevo un problema, un gigantesco problema che faceva sembrare l'abnormità della biancheria intima di Alice uno scherzo. Pensai che forse dirlo ad alta voce mi avrebbe aiutato a capire che in realtà era solo tutto nella mia testa, così mi feci coraggio.

«Cosa hai contro le mie mutan-»

«Ragazze» le interruppi «Devo dirvi una cosa»

«Non sei incinta vero?» Dominique mi minacciò con la spazzola, ed io avrei voluto farle presente che il suo non era affatto un comportamento amichevole, ma mi limitai a scuotere la testa.

«Credo di avere una cotta che va dal leggero al moderato, per Malfoy» sbottai tutto d'un fiato, la spazzola viola di mia cugina ancora puntata alla gola, e l'incredibile sensazione di essermi liberata da un macigno.

«Sei l'ultima a saperlo» Dom alzò gli occhi al cielo.

«Sono incredibilmente sconvolta» borbottò Alice, sarcastica, con la faccia di chi chiaramente non lo era affatto.

Poco dopo mi arrivò dritto in faccia un paio di mutandoni bianchi.

***

Potevo farcela, sarebbe andato tutto bene. Dopo tutto cosa erano degli stupidi gradini in confronto a tutta la mia somma intelligenza? Niente. Ma ciò non impediva alla mia mente di immaginare svariati scenari in cui la mia caviglia si ritrovava spezzata in due, durante l'impresa di scendere dalle scale dei dormitori femminili.

Perché indossavo degli stupidi tacchi? Ma soprattutto, come avevano fatto le mie amiche a convincermi ad andare al ballo?

Dominique mi precedeva, bellissima nel suo lungo abito rosso stretto in vita. I capelli biondi le ricadevano in morbide onde sulla schiena e sembravano risplendere di luce propria. Appariva perfettamente a suo agio mentre gli occhi della maggior parte dei ragazzi presenti in Sala Comune, le si posavano addosso, bramosi.

Intravidi James, poggiato con noia alla parete, accanto ai caminetti, che con quella ribelle zazzera nera era in grado di sdrammatizzare persino il completo più serio. Alzò lo sguardo dal pavimento, per caso, e una scintilla gli attraversò le iridi castane. Era così bello ed evidente che voleva bene a Dom.

«Rose, se magari smetti di stare con la testa tra le nuvole e inizi a scendere, riusciamo ad arrivare prima che la festa finisca. Ma è solo un consiglio, prenditi pure tutto il tempo che ti serve, velocemente»

Alice era l'ancora che mi riportava con i piedi per terra, bruscamente, ma in modo efficace. Niente da criticare.

Fissai la fine delle scale che sembrava una meta irraggiungibile, poi presi coraggio e sollevai l'orlo della gonna.

Weasley e MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora