5.Il dolore del passato la stava consumando ancora.

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Mattia Scaglioli
Ore 7:30

La luce soffice del mattino attraversò le fessure della serranda e svegliò Mattia. Aprì gli occhi e ci mise un po' per focalizzare mentalmente il viso da donna di Camilla. Infatti in pochi istanti la sua mente tornò al loro primo incontro. Avevano 14 anni, maledetti anni.
Maledetti come Camilla, come la sua bocca, come le sue labbra. Ricordò immediatamente il loro primo bacio, sulla panchina, vicino alla stazione con il vento artificiale dei treni che faceva insinuare i capelli lunghi di lei tra le loro labbra. Ricordava come era vestita: jeans a zampa di elefante e vita bassa, un top che le lasciava scoperto l'ombelico e quel delizioso piercing che la rendeva ancora più attraente.
"Promettimelo" gli sussurrò.
"Cosa?"
"Che cercherai di salvare tutti come hai salvato me"
Non mantenne la promessa, anzi.

Camilla Giuliani
Ore 7:45

Aprì gli occhi respirando con molta fatica. Quello non era stato solo un sogno, era il suo passato.
Si alzò di scatto e corse in bagno. Accovacciata di fronte al water iniziò a buttar fuori la cena della sera prima e insieme ad essa sperò di buttar giù anche quei ricordi maledetti. Ma non fu cosi. Qualche lacrima per lo sforzo dei conati e per la tristezza le rigarono il volto che lei prontamente asciugò. Si mise in piedi lentamente facendo andare lo scarico. Si girò e, riflessa nello specchio, si vide pallida, con gli occhi scavati per il traumatico risveglio.
Prese un profondo respiro e iniziò a prepararsi per una nuova giornata di lavoro, come se nulla fosse accaduto.

Mattia Scaglioli
Ore 8:00

"Concludendo, secondo il mio parere dovremmo ritirarci dall'acquisto del palazzo sede della rivista RIMA" Mattia era in preda al panico di fronte allo specchio mentre provava il discorso che avrebbe tenuto per il collega e il suo capo. E non reggeva: quel discorso non era affatto convincente. Doveva trovare una falla in quel progetto al più presto, altrimenti Camilla avrebbe perso tutto ciò che l'aveva salvata dal dolore che lui le aveva provocato. Non poteva distruggerla ancora una volta.

8:30, Ufficio del direttore

Mattia guardò i suoi interlocutori, sperando in una reazione positiva.
Leonardo alzò il sopracciglio e osservò preoccupato il capo, che a sua volta fissò con sguardo interrogativo Scaglioli. Mattia lesse nella sua espressione la delusione e il disappunto.
"Non capisco la tua strategia" non l'aveva lui una strategia.
"Direttore, se mi permette, vorrei parlare un attimo con Mattia da solo, se posso"
Il capo annuì e uscì dalla stanza.
"Che cazzo ti è preso? Senza consultarmi poi?"
"Credo solo che non sia una buona mossa"
"È per quella Camilla?" Mattia sgranò gli occhi, sentendosi incastrato.
"Non unisco la mia vita privata con il lavoro" Leonardo sorrise.
"Merda"

Camilla Giuliani
Ore 9:00

"Ragazzi, dobbiamo trovare qualcosa di sconvolgente per questo mese" la solita riunione con gli scrittori iniziò con la solita frase. Questa volta però Camilla la pronunciò con più vigore. Dovevano assolutamente far vedere che RIMA non temeva nessuno ed era all'apice del successo, e che nessuno avrebbe potuto ostacolarli.
"Camilla, io penso di avere in mente qualcosa di buono, ma non ne sono certo" Patrick era un bell'uomo sulla quarantina, con i capelli brizzolati che gli conferivano ancora più fascino. L'unica pecca era che purtroppo a Patrick non piacevano le donne, anche se nessuno l'avrebbe notato fin quando non fosse stato lui a dirlo.
Tra un'idea e l'altra la riunione si concluse con molti progetti in ballo.
"Patrick, amo la tua proposta" Camilla trattenne nel suo ufficio l'uomo per discuterne.
"Significa molto per me" Patrick si mise una mano sul cuore e sorrise timidamente.
"Inviami i punti chiave per email" Patrick annuì e uscì dalla stanza.

Camilla ora era sola, nel suo ufficio. Lo osservò bene. La sua scrivania in legno nero, le poltrone in pelle, il pavimento bianco, era tutto così perfetto eppure sentiva che qualcosa non andava affatto. Si sentì fredda, vuota. Il dolore del passato la stava consumando ancora.

Bussarono alla porta, e ciò fece tornare Camilla alla realtà.
"Avanti"
"Signora, c'è l'imprenditore" chissà perché Camilla se lo immaginava. Era pronta a guardare un'altra volta dentro quegli occhi.
Annuì alla segretaria. Camilla prese posto sulla sua poltrona. L'uomo entrò nella stanza e si accomodò di fronte a lei, che alzò immediatamente lo sguardo.

"Signor Bravi" Camilla alzò un sopracciglio e sospirò.
"Immagino lei non si aspettasse di vedere me"
Sul suo viso le si leggeva la delusione. Era l'imprenditore sbagliato. Da una parte si sentì sollevata nel dover solo affrontare una discussione di lavoro, ma dentro di lei nacque quella voglia di undici anni prima: la voglia di vederlo ancora una volta.

Non escludermiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora