Mattia Scaglioli"Bravi, da quanto ci conosciamo?" Mattia era seduto alla sua scrivania di legno, ordinata e pulita, con un portapenne grigio in metallo, una foto di Hilary, un MacBook, delle cuffie bianche e la sua tazza personale. L'ufficio era immenso. Lo condivideva con altri tre imprenditori, uno dei quali era Bravi. L'ambiente era minimalista, alquanto freddo ed efficiente. Probabilmente era il posto perfetto per quelli che facevano quel lavoro, ma non per lui. Si era diplomato in ritardo dopo un anno perso dentro e fuori la comunità. Dopo il diploma, a 19 anni, decise di continuare gli studi. Economia e commercio. Infondo era sempre stato bravo a vendere e comprare. Decise di trasformare il suo talento nel suo lavoro, e di guadagnare in modo legale.
Leonardo Bravi, invece, era stato uno speculatore. Comprava e vendeva azioni alla velocità della luce. Un giorno il suo portafoglio rimase a secco, e decise che quello non era posto per lui, passando all'acquisto e alla vendita di beni materiali.
Gli altri due imprenditori del suo studio erano Tedesco e Leoni. Non li conosceva molto bene, avevano lavorato a pochi progetti insieme. Sapeva, però, che Tedesco aveva attorno ai cinquant'anni, divorziato con due figli. Aveva una bellissima Porche Carrera e viveva nei pressi del lago di Como. Bravi una volta azzardò una battuta su una presunta giovane fidanzata polacca e Tedesco replicò rosso e furibondo, lasciando intendere, in realtà, dalla sua reazione, che probabilmente quelle voci non erano poi così infondate.
Gianmarco Leoni era un uomo distinto, riservato, sempre composto. Non si era mai infuriato né con il suo collega saccente e vanitoso né per qualche progetto finito male. Di lui Mattia non sapeva davvero nulla.
Il primo giorno che arrivò in studio per il tirocinio di laurea, circa due anni prima, incontrò Bravi alla porta. Gli sembrò un sogno.
"Ferri & Co." era la targa sul portone di vetro del grande palazzo vicino alla sede di Sky Tv a Milano. La osservò per qualche secondo prima di tornare con lo sguardo sugli occhi minacciosi di Bravi.
"Muoviti, seguimi" lo intimò.
All'interno un'enorme reception li accolse.
"La vedi questa splendida donna? Lei porta avanti ogni singolo mattone di questo palazzo" Bravi sembrò corteggiarla, lei arrossì.
"Smettila Leonardo! Fa sempre così. Piacere io sono Luisa, segretaria del palazzo nonché moglie del qui presente signor Cascamorto"
Mattia le sorrise, prima di presentarsi timidamente.
Erano felici, si vedeva. La loro sintonia si notava immediatamente dai loro sguardi.
"Buongiorno Signor Ferri" esordì Scaglioli entrando nell'enorme ufficio del suo capo.
"Si sieda" Mattia si guardò intorno. I muri marrone scuro e il parquet chiaro davano alla stanza un tocco di rustico, ma i mobili erano evidentemente nuovi e tenuti con cura, probabilmente lucidati da poco, dato che nell'aria percepì odore di cera e pulito. Sulla grande scrivania nera il direttore aveva un paio di cornici e alcune schede sparpagliate al centro. La grande poltrona dedicata esclusivamente a Ferri dava l'aria di essere molto comoda, e solo in quel momento Mattia si rese conto di essere ancora in piedi. Si sedette di fronte la scrivania, su una sedia sicuramente meno lussuosa di quella del direttore ma nulla a che vedere con quelle di casa sua, efficiente ed essenziale.
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Non escludermi
Romance"-Piacere, Camilla Giuliani- guardò la mano tesa di quell'uomo e gliela strinse, senza concentrarsi volontariamente su quel contatto. Non cercò il suo sguardo, non voleva assolutamente guardarlo e trovare gli stessi occhi che 11 anni prima incasinar...