13. Smith&Wesson Modello 57

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Mattia Scaglioli


Si era allontanato dalla panchina, nonostante Camilla gli avesse detto espressamente di aspettarlo lì. Aveva oltrepassato la rete che divideva il parco con la loro panca tra le altre su una lunga via con i ciottoli, e i binari. C'era solo un piccolo marciapiede, dove aveva poggiato il suo peso, tenendosi con le dita aggrappato alla rete dietro di lui. Non voleva farlo davvero, eppure sentiva che era la cosa giusta. Pensò ai suoi amici, alla sua famiglia un po' distrutta, alla sua vita, e capì che infondo nessuno avrebbe sentito la sua mancanza più di quanto lui stesso sentiva la mancanza di qualcosa che lo completasse. Aveva pensato di ricominciare con la droga; un'esistenza portata avanti strisciando, ma comunque portata avanti. Però si rese conto che quel suo gesto avrebbe distrutto la vita di molte persone più di quanto non l'avrebbe fatto la sua morte.

Alzò lo sguardo dai binari al muro oltre di essi. Di fronte a lui la scritta "Scaglio" risaltava sugli altri graffiti di ogni tipo e colore. La sua firma, per far capire a chiunque passasse in treno o lungo il parco che quello era il suo posto, il suo mondo, e nessuno doveva permettersi di reclamarne la proprietà.

"Mattia" si girò in modo cauto, per guardare negli occhi l'unica persona che poteva fargli cambiare idea, e lo sapeva per certo. In quel momento sul binario opposto a quello più vicino a lui sfrecciò un regionale, e si alzò un forte vento, che fece muovere i suoi ricci e i capelli biondi della donna dietro di lui. Il rumore metallico del treno che correva sui binari prese il posto dei suoi pensieri per un attimo. La vide sorridere e avvicinarsi. Nonostante avesse un tubino tentò di arrampicarsi sulla rete.

"Che fai? Stai indietro" le urlò sgranando gli occhi. La stava mettendo in pericolo.

"Stai zitto" rispose la bionda affaticata dall'arrampicata. Lui la aiutò a scavalcare la rete e la trovò con il viso rivoltò verso di lui dopo pochi secondi.

"Mattia Scaglioli, tra pochi minuti un treno passerà, senti il campanello?"

L'uomo tese l'orecchio attentamente e nell'udire quel suono l'agitazione iniziò a crescere in lui; un misto di adrenalina e terrore. Doveva salvarla.

"Devi tornare dall'altra parte"

"Senza te non ci torno"


Camilla Giuliani


Cercava di non lasciar trasparire la sua paura, quella che aveva provato altre volte, in situazioni simili a questa. Osservava i binari, con la testa svuotata e lo stomaco sotto sopra. Di li a poco sarebbe passato un treno nel binario più vicino al pezzo di marciapiede dove erano poggiati oltre la rete. Doveva sbrigarsi.

Si voltò verso Mattia. Aveva il viso terrorizzato ma allo stesso tempo convinto di ciò che voleva fare. Gli si formarono delle rughe di nervosismo sulla fronte e il suo respiro era affannato. Boccheggiava, come se volesse dire qualcosa. I ricci scompigliati e gli occhi così rossi dovuti al precedente pianto lo trasformarono, agli occhi di Camilla, nello splendido sedicenne di dieci anni prima. Si sentiva così lui, in quel momento.


Camilla era nella sua cameretta con le pareti rosa e il profumo di lavanda delle lenzuola pulite. Parte dei muri era coperta con poster di Eminem, Rihanna e Brad Pitt. Li aveva messi quando era più piccola e non aveva mai pensato di staccarli dalla parete, poiché infondo erano importanti per il suo passato, e di conseguenza per il presente e il futuro.

Non escludermiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora