11. Se il passato fosse solo passato

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Camilla Giuliani


"Buongiorno Camilla!" l'assistente della direttrice era splendente; aveva un sorriso un po malizioso e felice.

"Gio, stai bene?" le chiese Camilla un po preoccupata. Quella mattina da quando era entrata nello studio di Vanity Fair aveva la sensazione che tutti la guardassero con uno strano sorriso complice.

"Si, tutto bene, ecco il tuo caffè" Camilla la osservò un attimo. Una donna minuta in tailler, sulla quarantina, sempre felice e sorridente. Oggi era diversa.

Prese il suo caffè macchiato lentamente dalle sue mani continuandola a guardare e cercando di scrutare qualche particolare indizio, invano. Ringraziò e si diresse nel suo ufficio.

Quando aprì la porta uno strano profumo la invase. Non capì da dove provenisse. Guardò la vetrata e si rese conto che non poteva provenire da fuori, poiché l'ufficio era al sesto piano di un palazzo in centro, e la possibilità di presenza di fiori era davvero scarsa. Guardò le piante grasse, ma neanche quelle potevano essere. Solo dopo si accorse di un mazzo di fiori sulla sua scrivania. Era una composizione di tulipani rossi e calle, avvolta da una rete gialla che richiamava il pinolo della calla. Si avvicinò esterrefatta, in un primo momento. Appena vide il biglietto le fu tutto chiaro. Avrebbe riconosciuto quella scrittura a distanza di cinquant'anni.

"Incontriamoci sotto l'Arco della Pace alle 21.00 stasera. Ti prego, vieni. M.S."

Nonostante sapesse che era lui dalla sola composizione, quando lesse "M.S." il suo cuore perse un battito. Dopo due settimane di silenzio lo avrebbe visto di nuovo, e questa volta non aveva intenzione di lasciarlo fuggire senza la certezza di poterlo rivedere.

Sotto la firma un P.S. citava "ho cercato il significato delle calle ed ora capisco perché era uno dei tuoi fiori preferiti. Raffinatezza e semplicità. Spero tu non abbia cambiato gusti"

Un sorriso le spuntò dalle labbra inarcate. Prese un tulipano e lo annusò.



"Adoro i tulipani" esclamò Camilla. Annusò il fiore che ergeva dall'erba di fronte la panchina.

"Ma non ti piacevano le calle?" la voce di Mattia sembrò confusa.

"Si, ma amo anche i tulipani. Lo sai che il fiore che simboleggia il vero amore non è la rosa ma bensì il tulipano? Specialmente quello rosso. Un'antica leggenda racconta che questo fiore sia nato dal sangue di un giovane che dopo una delusione d'amore si uccise" Mattia la osservò nel suo vestitino blu. Chinandosi le sue coscie si erano scoperte più del dovuto, i capelli le erano caduti davanti agli occhi e le coprivano il viso mentre parlava ancora accucciata sul fiore per annusarne il profumo.

"Mah, che ragazza strana" rispose il ragazzo ironico.

Camilla si girò e camminò verso di lui, non staccando mai gli occhi dai suoi.

"Me li regalerai?" la biondina gli accarezzò la guancia, sperando in una risposta positiva.

"Forse" le rispose il riccio, prima di stamparle un bacio sulle labbra carnose.



Mattia Scaglioli

Non escludermiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora