Capitolo Ventidue

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«Oh, cavolo!», imprecai ad alta voce.

«Cosa è successo?», chiese Kate venendo verso di me. Quando vide gli indumenti che tenevo in mano si mise una mano sulla bocca.

I jeans e la camicetta che mi sarei dovuta mettere di lì a poco erano macchiati della coca che Ari aveva fatto cadere accidentalmente a cena. Quindi mi ritrovavo a casa di Caroline senza niente da mettermi per la sera, a parte la felpa blu e i jeans che avevo addosso.

«Oddio», disse Caroline sgranando gli occhi.

Ari ci raggiunse. «Alex, scusami! Mi dispiace di averti macchiato i vestiti».

Le sorrisi. «Non è stata colpa tua, tranquilla...», tornai a guardare la camicetta che aveva enormi chiazze marroncine sparse ovunque. «Ma adesso cosa mi metto?».

Caroline mi prese per il braccio e mi trascinò davanti al suo armadio. «Non facciamoci scoraggiare... Ti presto qualcosa di mio, ci dovrà pur essere qualcosa che ti vada bene...», si mise a ragionare esaminando più capi alla volta.

Alla fine optammo per dei jeans aderenti neri strappati — arrotolati alle caviglie perché mi stavano lunghi — e una maglietta verde menta, con scollo a barca — che mi scivolava spesso dalle spalle — che messi insieme ai miei stivaletti non stava per niente male.

Kate si offrì di acconciarmi i capelli, quindi con un arricciacapelli mi fece morbidi boccoli che, appuntati dietro la testa con migliaia di mollettine, ricadevano in incantevoli onde castane-dorate. Ari — la quale mi confidò che il suo sogno era quello di diventare una make-up artist — ci truccò tutte. Mentre con Caroline ci andò giù pensante, usando uno smokey eyes nero coi brillantini neri, con me ci andò più leggera, con uno smokey eyes bronzeo che mi ingrandiva gli occhi.

Aiutai Ari a farsi il frisee e Caroline ad appuntarsi le ciocche che aveva ai lati dei capelli dietro la testa.

«Wow, Car! Stai benissimo!», le dissi osservandola ad opera finita, mentre Ari stava truccando Kate.

Aveva una maglietta a mezze maniche color cipria — lo stesso colore del suo rossetto (Ari aveva provato a metterlo anche a me, ma dopo aver constatato che quel colore non si abbinava per niente alla mia carnagione optò per un semplice lucida labbra) —, jeans blu scuri a sigaretta, per terminare con delle décolleté nere dal tacco vertiginoso. «E questo?», chiesi prendendo il ciondolo che aveva al collo: uno zaffiro — lungo più o meno tre centimetri — a forma di goccia.

«Questo è il mio amuleto», rispose fiera Caroline.

Sgranai gli occhi. «E te lo porti ad una festa?». Era un assurdità portare un gioiello tanto prezioso ad una festa di liceali.

«Non me ne separo mai... Vedi, questi amuleti servono per darci maggior potere e protezione, non ce ne dobbiamo mai separare... Quando avrai il tuo amuleto lo dovrai portare sempre con te».

Sempre..., pensai. Strano perché non me ne ero mai accorta, forse anche i ragazzi portavano i loro amuleti e io non ci avevo mai fatto caso.

«Fatto!», esclamò Ari.

Kate aveva un trucco nude agli occhi, molto leggero — Ari si era lamentata che era difficile trovare un trucco che andasse bene per gli occhi grigi —, mentre alle labbra portava un rossetto rosso acceso. I capelli erano raccolti in uno chignon ordinato e portava una camicetta rossa, come il rossetto, pantaloni neri e décolleté rosse scamosciate.

Anche Ari era andata leggera sugli occhi, usando anche su di lei delle tonalità nude, però rimediò con un rossetto viola scuro — troppo audace per i miei gusti! Era vestita con dei jeans chiari e un top nero con scollo a cuore, per completare con delle décolleté nere ancora più alte di quelle di Caroline.

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