Lorenzo
Una sedia. Una scrivania. Un computer. Una webcam. Risate. Spaventi. Tutto cominciò così. Ora però sento che qualcosa sta per cambiare. Io sto per cambiare.
Federica
Finalmente stavo per incontrarlo. Ma non credevo che l'avrei conosciuto cos...
Poi aggiunse. -Però non ti conviene innamorarti di persone come me. Ti porterò ai musei, parchi e monumenti e ti bacerò in ogni posto bellissimo, in modo che, quando poi bacerai qualcun'altro, il gusto di quei baci sarà quello di una ferita. Io ti distruggerò nel modo più bello possibile. E quando ti lascerò, potrai finalmente capire perché le tempeste portano il nome delle persone.- -Ma stai zitto. Tu sei la persona più bella che conosca. Come puoi dire certe cose?! Tu non mi distruggerai mai, perché io non ti lascerò mai.- -Ma...- Mi avvicinai a lui mettendo le mani sulle sue spalle. Poi mi misi in punta di piedi e avvicinai la mia testa alla sua, lasciando solo pochi millimetri tra di noi. Con un filo di voce sussurai. -Zitto e baciami, scemo!- Non se lo fece ripetere due volte. Poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Non era la prima volta che ci baciavamo, però sembrava diversa, speciale. Forse perché ora entrambi eravamo riusciti a mettere a cuore aperto i nostri sentimenti, dimostrando ciò che provavano l'una nei confronti dell'altro. Il bacio diventava sempre più coinvolgente. Le mie mani erano aggrappate ai suoi capelli.
Penso profumi dell'odore della felicità, un odore che mi piacerà sempre su di lui.
Questa volta la penso come te coscienza.
Poi si allontanò da me. Ci fissammo negli occhi per dei secondi che sembrarono secoli e poi presi coraggio e dissi. -Tu non hai idea di quanto io ti voglia, di quanto, per anni, abbia desiderato di vivere questi momenti. Ogni singola cellula che mi compone, urla il tuo nome.- -Al contrario. Io capisco alla perfezione perché anche per me è la stessa cosa.- sussurrò piano prima di buttarsi di nuovo a capofitto sulle mie labbra. Avrei passato la vita su quelle labbra. Ogni respiro si confondeva. I cuori battevano all'unisono. Le lingue danzavano insieme. Era tutto così... perfetto. Per la prima volta nella mia vita mi sentivo bene, felice, unica. Prigioniera, ma allo stesso libera. La morsa delle sue braccia mi faceva sentire libera, libera di amare l'impossibile. Le sue labbra erano il paradiso. Calde, morbide. Non volevo più staccarmi. Però lui lo fece al posto mio. -Ceniamo?- -Si.- dissi sorridendo. Aveva preparato tutto nei minimi dettagli. Le candele, lo champagne, i fiori. Tutto così romantico e perfetto, perfetto come solo lui poteva essere. -Grazie...è tutto perfetto.- sussurai io. -Grazie a te che rendi ogni cosa bellissima.- disse -Voglio farti un brindisi amore. Alla ragazza più speciale che conosca.- Era strano sentirmi chiamare così da lui, dovevo ancora abituiarmici. Finito di cenare, ci sedemmo in riva alla spiaggia. La luna alta illuminava il mare di un bianco argenteo. Io tra le sue braccia mi godevo quello spettacolo. Non saprei quale delle due fosse la migliore, ma sicuramente i sui baci sul mio collo, mi invadevano il corpo di brividi di piacere. Quella luce illuminava il suo volto rendendolo angelico. E si, lui era il mio angelo. Il mio angelo custode con le cuffie.
Lorenzo
Ci stavamo godendo quel meraviglioso spettacolo quando ad un certo punto, mi sento chiamare. -Lory...?- -Si piccola...?- -È tutto vero quello che mi hai detto? C'è..., non sto sognando...?- -No amore mio. Ti amo.- -Dillo all'infinito?- -Ti amare...- dissi sorridendo. -Che scemo che sei...- -Solo?- -No..., sei il mio scemo!- disse con estrema dolcezza prima di abbandonarsi tra le mie braccia. -Ti amo... Non c'è altro da dire.- aggiunse dopo poco. -Non c'è altro che voglio sentire...- risposi io prima di lasciarle un tenero bacio sulle sue labbra rosee. Eravamo ancora abbracciati, quando all'improvviso sentii il suo respiro farsi pian piano sempre più pesante. Guardai verso di lei: si era addormentata... Com'era dolce. Decisi così che era arrivato il momento di tornare a casa. La presi a mo di sposa e chiamai un taxi. Una volta a casa, tentai di fare meno rumori possibili per portarla in camera, ma fu inutile... Feci cadere una sedia, un vaso e per poco non inciampavo anche tra le scale, sempre con lei in braccio. Lei si svegliò inevitabilmente. -Come sono arrivata qui?- mi chiese mezza addormentata. -Ti ci ho portato io.- -Grazie mio eroe. Vado a togliermi questo... Fatti trovare in camera di mia madre tra quindici minuti.- disse con un ghigno e un lampo di malizia negli occhi. Io annuì senza domandare niente... Cosa aveva in mente la mia piccola?
Federica
-Calma... Respira... Hai iniziato tu... Quindi ora concludi.- mi dicevo allo specchio. Ero pronta, avrei fatto il grande passo. Quei quindici minuti scorrevano più velocemente di quel che pensavo... Dopo essermi data una sistemata tra ceretta, depilé e trucco, indossai l'unico completo in pizzo nero che avevo... Di certo non avevo previsto questo la sera del mio ventunesimo compleanno. Da sopra misi una vestaglietta in velluto sempre nero. Sciolsi i capelli lasciandoli liberi e selvaggi sulle mie spalle e piena di dubbi e incertezze mi diressi verso la tanto fatidica stanza. Socchiusi la porta notando una fioca luce provenire da sotto. Lui era lì...la stanza era piena di candele che emanavano un fioco bagliore e un pallido calore. Steso sul letto a torso nudo, mirava un punto indefinito del soffitto. Che spettacolo..., pareva un dio greco.
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Entrai e in quell'istante, potei sentire le sue iridi brune puntarmi. Così divenni subito paonazza.
Lorenzo
Notai subito il rosso che le si era creato sul viso. Così mi alzai con cautela e andai nella sua direzione. Le cinsi i fianchi da dietro. Poggiai il mento nell'incavo del suo collo. Le baciai l'angolo della bocca. Pian piano, la stavo facendo rilassare, la trascinavo sempre di più verso il letto. Alla fine ce la buttai e mi avvinghiai a lei come fosse la mia ancora di salvezza. Ansimava. Tremava. -Lory io...- -Non ti preoccupare...- Quelle furono le ultime parole di quella notte. Quindi lascerò immaginare a voi. Come ben sapevamo, prendemmo tutte le giuste precauzioni. Per il resto non ho altro da dire, posso solo affermare che quella fu la notte più bella della mia vita imperfetta.