Lorenzo
Stavo baciando Fede dopo quella lunga avventura. Poi, ad un certo punto, il buio più totale. Caddi nelle tenebre. Ricordo soltanto la voce di Fede che urlava il mio nome e il suono delle sirene.
Federica
All'istante chiamai il 118. Sarebbero stati qui in meno di cinque minuti. Nel frattempo, cercai di fare il possibile per lui. Mi inginocchiai sull'asfalto umido e poggiai la sua testa sulle mie gambe. Il suo respiro era cupo e sommesso... Quasi impercettibile. Respirava con molta, molta fatica. Le mani tremavano e gli occhi sotto le palpebre si muovono più velocemente del normale.
Lorenzo
Ora non era più tutto nero, era come se mi trovassi in una stanza di luce. Ero solo. Poi però una voce proveniente dall'alto attirò la mia attenzione.
-Ciao Lorenzo.- disse la voce.
-Salve. Dove sono?-
-Sei in un limbo. La tua vita dipende da te. Desisderi andartene o rimanere su questa terra con la tua amata?-
-Mi sembra ovvio... Voglio continuare a vivere per tornare da Fede. Cosa devo fare?-
-Lllllooooottttaaaaa...- la voce si stava affievolendo.
Io cominciavo a vedere di nuovo tutto nero. Era stato un sogno. Solo un sogno. Ma dovevo lottare comunque.Federica
L'ambulanza era arrivata. Lo caricarono in barella e lo fecero salire sul veicolo. Io mi avvicinai per salire insieme a lui, ma un paramedico mi bloccò.
-Solo parenti signorina.-
-Sono la sua ragazza!- urlai incazzata in faccia al paramedico.
Mi lasciò salire. Seduta accanto a lui, gli tenevo stretta la mano. Potevo ancora sentire il debole suono del suo respiro affannato. La mascherina d'ossigeno gli ricopriva bocca e naso. Quanto avrei voluto in quel momento avvicinarmi a lui, baciarlo e sussurargli che sarebbe andato tutto bene. Ma non potevo. Questo mi strappava il cuore in mille brandelli.
Giunti in ospedale, fui costretta a separarmi da lui che venne portato in terapia intensiva.
Le sale d'attesa degli ospedali erano sempre le stesse... Spoglie e squallide. I lunghi corridoi bianchi mi mettevano a disagio. Solo allora mi accorsi che non sentivo nessuno da quella mattina. Chiamai casa sperando rispondesse mia madre.-Pronto mamma?-
-Ciao tesoro. Dove sei? Come stai?-
-M-amma... So-no i-n ospe-dale...- la voce iniziava a essere interrotta dai miei singhiozzi.
-Tesoro stai bene?- chiese mia madre preoccupata.
-I-o si mam-ma... Lor-en-zo n-n-no inv-ece. È in te-rapia int-ensi-va.-
-Cos'è accaduto?-
-N-no-n lo s-o...-
-Va bene tesoro. Aspettaci lì... Avviso Laura e Valeria.-
-S-i.-Chiusi la chiamata e mi accasciai sulla sedia di plastica blu alle mie spalle. Le lacrime continuavano a uscire senza sosta e altri singhiozzi minacciavano di salirmi su per la gola. Avvicinai le ginocchia al mio viso e le cinsi con le braccia.
Lorenzo
Tutto era bianco intorno a me. Non riuscivo a muovermi. Che stava succedendo? Dov'ero? Ora ricordo... Devo cercare di svegliarmi. Pensai sarcastico. Nonostante c'è la stessi mettendo tutta, non riuscivo ad aprire gli occhi e tutto intorno a me, tornò ad essere nero come la notte.
Federica
Erano appena arrivati mia madre, Carlo e Valeria e Laura e Sergio.
Mi corsero subito incontro. Le tre donne mi si avvicinano e mi abbracciano dicendomi che tutto sarebbe andato bene. I due uomini invece, rimasero in disparte e da quello che sentii chiesero in che stanza si trovava Lorenzo. Li vidi allontanarsi.
-Cos'è successo?- mi chiese Laura con un tono angosciato.
-Eravamo alla vecchia fabbrica desolata alla ricerca di indizi per salvare Luca. Una volta usciti dal quel labirinto, ci stavamo baciando e poi ha perso i sensi.-
-Ma cos'è successo dentro?-
-Niente.- mentii.
Loro non avrebbero mai creduto alla storia del videogame. Perché se anch'io a stento ci credevo, come potevano crederci loro adulti e maturi come erano.
-Sicura?- mi chiese ancora una volta Laura impaziente.
-Te lo giuro.- scoppiai di nuovo a piangere.
La donna bionda mi abbracciò e accarezzandomi i capelli mi sussurrò in un'orecchio.
-Scusa cara. Non volevo metterti sotto pressione. Sono solo preoccupata per mio figlio.-
La capivo. Ero preoccupata anch'io per il mio fidanzato. Ricambiai l'abbraccio.
-Non ti preoccupare. Capisco.-Lorenzo
Sentivo delle voci. Questa volta erano reali. Mi sembrava di riconoscerle. Volevo aprire gli occhi. Ce la stavo mettendo tutta. Finalmente ci riuscii.
Federica
Una voce interruppe quel momento. Era un medico.
-Mi spiace interrompervi signore, ma volevo avvertirvi che il signor Ostuni è sveglio.-
In quel momento il mio cuore traboccò di gioia e felicità pura. Più veloce del vento corsi verso la sua stanza ed vi entrai. Stava facendo gli ultimi controlli. Quando l'infermiera si allontanò, gli gettai le braccia al collo e lo strinsi forte a me.
-Mi sei mancato ciuffetto!-
Mi allontanai e lo guardai. Aveva lo sguardo un po' perso.
-Chi sei?-
Una pugnalata al cuore.
Mi allontanai e dissi agli altri che potevano entrare.Lorenzo
Chi era quella ragazza? Perché mi aveva chiamato ciuffetto?
Vidi entrare altre persone.
Riconobbi subito i miei genitori Laura e Sergio, poi i miei zii Valeria e Carlo, infine quella signora Rossella... Dovrebbe essere la madre di quella ragazza.
Ma lei, lei chi era?Federica
Li chiamò tutti per nome...tranne me. Ricordava tutto della sua vita...tranne me.
Laura gli si avvicinò.
-Come stai Lory?-
-Bene mamma. Grazie. Posso farti una domanda?-
-Certo caro. Dimmi.-
-Chi è quella ragazza bruna?- disse indicandomi.
Tutti i presenti rimasero sbalorditi. Le lacrime cominciarono nuovamente a scendere lungo il mio volto. Rimasi in disparte.
-Cugino... Lei è Federica... La tua fidanzata... La ami alla follia... Moriresti per lei.- disse la voce di Az che era sbucata all'improvviso insieme a Marco.
-Cugina...- sussurrò Lorenzo.
-Amico che ti sei bevuto?- disse Marco.
-Marco... Non capisco.-
Basta non potevo sopportarlo.
Uscì dalla stanza e rimasi in corridoio. All'improvviso vidi un dottore e lo fermai.
-Mi scusi?-
-Si?- rispose gentilmente l'uomo in camice bianco.
-Potrei sapere la diagnosi su Lorenzo Ostuni?-
-Chi è lei?-
-Sono la sua... fidanzata...- sospirai l'ultima parola con una nota di tristezza nella voce.
-Ha avuto una lieve commozione celebrare. Nulla di grave. Ma per un po' di tempo potrebbe non ricordare alcune cose.-
-Ovvero? Quanto sarebbe un po' di tempo?-
-Potrebbe essere un giorno... Due settimane... Tre mesi... Quattro anni...-
-Ah... Capisco... Grazie.-
Il medico mi sorrise e si allontanò.
Ero distrutta... La mia vita non aveva più senso.
Sbucò Az in corridoio che mi venne incontro.
-Fede...- sussurrò debolmente -come stai?-
-Come dovrei stare secondo te? L'amore della mia vita non si ricorda di me!- sbottai.
-Stai calma... Il dottore ha detto che anche domani potrebbe recuperarla.-
-Si, domani... Come tra settimane, mesi, anni. Io ho bisogno di lui ora!-Lorenzo
Sentivo le urla di quella ragazza. Mi dispiaceva veramente per lei, ma proprio non riuscivo a ricordarla... Nonostante ci mettessi tutto me stesso. Erano usciti tutti dalla stanza...
Rimasi solo.
Presi il cellulare e aprii la galleria... Era piena di foto mie con quella ragazza. Baci, abbracci, facce strambe.
Evidentemente Az aveva ragione... L'amavo veramente alla follia. Ma ora... Ora mi sentivo vuoto. Non provavo niente quando la vedevo.
Mi sentivo in colpa. Ora lei stava soffrendo a causa mia anche se io non ho fatto niente di mia spontanea volontà.
Scusami ragazza.
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|| It is not a Coincidence || *SOSPESA*
FanficLorenzo Una sedia. Una scrivania. Un computer. Una webcam. Risate. Spaventi. Tutto cominciò così. Ora però sento che qualcosa sta per cambiare. Io sto per cambiare. Federica Finalmente stavo per incontrarlo. Ma non credevo che l'avrei conosciuto cos...