Capitolo 16- Gita in campagna

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Lorenzo

-Tutto pronto?!- domandò la voce di Fede.
-Si.- risposi io a mia volta.
Era passata una settimana dall'incidente, lei sembrava sempre la stessa di sempre, ma sapevo che c'era qualcosa che non andava... La vedevo sorridente, ma appena abbassava lo sguardo, il viso le si spegneva...
Questa sera avremmo dato la famosa cena, e domani saremmo partiti per Napoli. Volevamo delle risposte, avevamo bisogno di risposte. E pensavo che l'unica risposta era in quella strana scritta.
A quel punto dalla cucina sentii un forte tonfo. Impaurito urlai.
-Fede!!! Stai bene?!?!-
-Sisi, mi sono solo tagliata.-
Mi avvicinai e le presi dolcemente la mano, cercando di farle il meno male possibile. Con cura e delicatezza, le sciacquai la mano insanguinata, la disinfettai e la fasciai per bene.
-Va meglio?-
-Si, grazie amore.-
-Non c'è di che.-
Mi lascio un bacio a stampo sulle labbra e tornò a preparare le ultime cose per la cena. Gli adulti non ci sarebbero stati: i miei, Rossella e io miei zii, sarebbero andati a cena fuori.
Dopo pochi minuti, il campanello suonò. Erano le 20.30 spaccate, come avevamo stabilito.
-Buonasera.- disse la voce sprizzante, e malinconica allo stesso di tempo, di Az.
Dopo i soliti convenevoli, ci sedemmo intorno al piccolo tavolo quadrato della sala da pranzo. Il volto serio e pensieroso di tutti mi infastidiva, quindi decisi di rompere l'imbarazzante silenzio che si era creato.
-Allora..., che si dice...?-
Nessuna risposta. Tutti sembravano come ammutoliti da qualcosa. Fede fissava immobile il piatto bianco davanti a lei; Marco fissava tristo Fede e Az, invece, guardava un punto indistinto al di là delle mie spalle, come se ci fosse stato qualcuno o qualcosa.
-Ragazzi...-
La flebile voce della ragazza seduta alla mia destra, irruppe nella stanza.
La ragazza dalla folta chioma azzurra e il ragazzo moro finalmente alzarono la sguardo riportandolo a noi. Fede cercava la mia mano, io la strinsi forte, e finalmente questa riuscì a parlare.
-Penso abbiate notato entrambi la strana situazione che si è creata. Strani eventi stanno accadendo a me e Lorenzo ormai da più di un mese. Prima del mio incidente, ci è arrivata una scatola. Al suo interno c'era una specie di scrigno con una strana scritta sul davanti mezza cancellata. Sicura di averla già vista da un'altra parte, vado a controllare su internet. Az hai presente l'ultimo episodio di "Ju-On: The Grudge", quello ambientato nello scenario della casa?-
-Si, e...-
-Lo scrigno sulla seconda mensola della cucina?-
-Si, e allora?-
-E' quello lo scrigno che ci è arrivato. Ma non è tutto. Ora voi vi chiederete cos'altro c'è, bhe, quello scrigno è presente soltanto nel video di Lorenzo.-
-Cosa?!- domandò incredula Az.
-Ne sei sicura?- disse finalmente Marco che fino ad allora era stato zitto.
-Si..., abbiamo controllato video per video, di chiunque abbia fatto "The Grudge". Ne siamo più che certi.- annuii io serio e deciso.
-Ma non è possibile!- esclamò Az ancora incredula da quello che avevamo detto.
-Domani mattina io e Fede partiamo per Napoli. Suo zio ci aiuterà a decifrare la scritta sullo cofanetto.-
-Cosa? No, noi veniamo con voi!!!-
-Non è necessario Az, ce la sapremo cavare. E poi ho bisogno di qualcuno che tenga sottocchio mia madre e la cassetta della posta. Potrebbe arrivare qualche notizia da mio fratello. Ho bisogno che tu resta qui.-

Federica

Notai, proprio in quel momento, una lacrima rigare il pallido viso della mia migliore amica. Mi si spezzava il cuore nel vederla così, ma era davvero meglio se lei e Marco sarebbero rimasti lì. Mi avvicinai a lei e la strinsi forte a me. Non l'avrei mai abbandonata...
Dopo cena ci salutammo e i due ragazzi ci fecero le ultime raccomandazioni prima che partissimo.
L'indomani la sveglia suonò presto, intorno alle 7, anche se io ero sveglia da molto prima, con lo sguardo fisso sul soffitto. Avevo paura di quello che sarebbe successo da lì a poco, ma la sua presenza accanto a me, mi rassicurava.
-Ehy.- sussurrò lui ancora con la voce impastata dal sonno.
-Ehy.-
-Buongiorno raggio di sole.-
-Buongiorno a te ciuffetto.-
-Pronta?-
-Si.-
In quel momento mi strinse la mano. Ero al sicuro, mi sentivo al sicuro.
-Vado a preparare la colazione paperella.-
-Va bene.-
Si alzò e si diresse in cucina. Io rimasi sola nella stanza, rimuginando sulla scritta del cofanetto. In quel momento qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.-
Nessuna risposta. Forse era solo stato frutto della mia immaginazione.
Ancora una volta un tocco alla porta, seguito da uno scricchiolio sinistro.
-Chi è?- cominciai a chiedere.
Ancora nessuna risposta.
Mi alzai decisa e mi avvicinai alla porta. La aprii leggermente... fuori non c'era nessuno. Allora lasciai perdere e mi diressi in cucina, passando prima dalla camera di mamma per controllare che tutto andasse bene. Perfetto, lei era stesa lì sul suo letto, tranquilla, innocua.
Lorenzo era lì in cucina ad aspettarmi.
Avevo chiesto ad Az di andare a controllare casa tra un'ora o due.
Alle 8 circa uscimmo di casa.
Destinazione: Napoli.
Il viaggio fu lungo e stancante e all'una arrivammo a destinazione. Mio zio ci aspettava a casa sua. Una tranquilla e bellissima villetta di campagna nelle vicinanze di Napoli.
-Zio Davide!- esclamai io correndo incontro all'uomo che ci aspettava davanti alla porta d'ingresso.
-

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