Cap 13• Profumo di peonia e orchidea e luna storta

25.9K 1.3K 96
                                    

Little white lies - One Direction ♫ 

Henry

Scendo nella hall e poco dopo vedo arrivare Adam che ha già recuperato l'auto e ora mi sta lampeggiando per farsi notare.
Apro la portiera e dopo essere salito sprofondo nel sedile in una posizione non proprio elegante.

«Dormito bene, raggio di sole?» mi chiede Adam guardandomi divertito dallo specchietto. «Splendidamente» rispondo secco.

«Non si direbbe» osserva lui.

Indosso i miei soliti pantaloni neri strappati sulle ginocchia, una camicia con disegni discutibili stampati sopra, degli stivali neri e un paio di occhiali da sole per nascondere le occhiaie.
Non ho dormito bene neanche stanotte. C'è qualcosa che mi turba o meglio qualcuno che disturba il mio sonno, per non parlare del fatto che abbia dovuto fare tardi per leggere la documentazione di cui dovrò discutere oggi con Jackson.

«Perché prendi di qui?» chiedo quando lo vedo svoltare in una stradina che non avevamo mai preso fino ad oggi.

«L'assistente di Jackson. Ricordi?» dice Adam.

«Ah, già. Che rottura! Perché diamine hai accettato? Se volevi un aumento, bastava chiedere» sbuffo io maledicendo Adam e la sua incapacità di dire no alle persone.

«Non l'ho fatto per i soldi e non fare l'antipatico. Lo hai già fatto abbastanza con lei» controbatte Adam.

«Antipatico? Io? Con Caroline? Ma quando mai. A malapena ci siamo parlati» dico io.

«Vedi? Non ti ricordi neanche il suo nome» sbotta Adam.

Eppure ero sicuro si chiamasse Caroline, a meno che non si tratti di qualcun'altra con la quale devo essermi comportato in maniera sgarbata. Non ricordo nessuno però tranne...

«Merda, Elèna?» urlo lanciandomi in mezzo ai sedili per guardare in faccia Adam che intanto ha parcheggiato sotto un edificio e suonato il clacson.

«Vedi? Non è difficile da ricordare» mi sfida Adam con un sorriso beffardo.

«Cazzo, amico! Ma scherzi? Non pensavo si trattasse di lei, pensavo parlassi della bionda. Quando cazzo avevi intenzione di dirmelo?» gli urlo in faccia alzando gli occhiali da sole così che possa vedere quanto sono incazzato.

«Perché te la prendi così tanto? Guarda che siete partiti con il piede sbagliato. Ti assicuro che è una bravissima ragazza e anche educata e a modo. Non ti permetterò di trattarla male in mia presenza, quindi vedi di comportarti bene» ribatte Adam zittendomi con lo sguardo.

Mi sbatto di nuovo sul sedile sbuffando e facendo ungrande respiro per placare i nervi perché non ho di certo voglia di litigarecon lui per queste scemenze alle nove di mattina. Scuoto nervosamente la gambafino a quando sento il rumore di un portone che si chiude e Adam scendere difretta dall'auto.
Lo sento dire buongiorno e una voce, la sua voce, rispondere altrettanto mentrelui le apre la portiera per farla salire dietro, dove ci sono io.

La brezza del mattino porta con sé un dolce profumo di peonia e orchidea che invade le mie narici procurandomi una sensazione di pace, proprio come era successo quella mattina in metro

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La brezza del mattino porta con sé un dolce profumo di peonia e orchidea che invade le mie narici procurandomi una sensazione di pace, proprio come era successo quella mattina in metro.
Lei si abbassa ed entra mentre Adam chiude lo sportello.
Quando i nostri occhi si incrociano sento una scossa attraversarmi la spina dorsale e lei si blocca sbarrando gli occhi, forse sorpresa di vedermi.

Indossa un paio di jeans, una camicia bianca e delle décolleté.

«B-buongiorno» sussurra lei poggiando nervosamente le mani sulle cosce.
Faccio un cenno fingendo disinteresse e distolgo subito lo sguardo abbassando velocemente gli occhiali sul naso.
Mi schiaccio il più possibile verso il finestrino e con la coda dell'occhio posso notare lei fare la stessa identica cosa. In fondo non siamo così diversi!
Il tragitto prosegue in silenzio con Adam che ogni tanto lancia occhiatacce a me e sbirciate a Elèna dallo specchietto e così, stanco di questo silenzio tombale, mi decido a parlare.

«Quindi ora lavori per Jackson?» le chiedo scrutandola attraverso le lenti oscurate.
Lei sussulta spaventata. Evidentemente non si aspettava le rivolgessi la parola e come biasimarla.

«Sì, ho iniziato ieri» risponde giocherellando con una ciocca di capelli e guardandosi le punte.

«Bene» torno a guardare fuori.
Posso sentire Adam sbuffare per il mio comportamento. Al diavolo anche tu, Adam! Dopo circa mezz'ora nel traffico arriviamo alla Wilson e, come immaginavo, Adam va ad aprire la portiera ad Elèna che ringrazia dicendo che non ce n'è di bisogno.

«Fino a quando sarò io il tuo autista, abituatici!» le fa l'occhiolino Adam.

Non so perché, ma mi viene l'istinto di stringere le nocche così forte che quasi penso di mandare in frantumi gli anelli che porto. L'atrio posteriore dell'auto è pieno del suo profumo e concentrandomi su quello riesco a tranquillizzarmi. Che cazzo, Evans! Datti una calmata!

Una volta sceso dalla macchina li supero entrambi senza dire una parola.

«Ma che gli avrò mai fatto?» sento Elèna chiedere ad Adam.

«Nulla, ha la luna storta. Lascialo perdere» risponde lui cercando di sdrammatizzare.

Più che storta, direi. Ha ragione Adam, deve lasciarmiperdere. Stammi lontana, Elèna. Lo dico per il tuo bene...

***

Pagina Instagram autricemartina.ingallinera

Playlist Spotify: Underground Love - La mia ancora di salvezza

Pagina Facebook: Redlipsers

Underground Love (1). La mia ancora di salvezza ➳ H.S. [IN LIBRERIA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora