Cap 12• Entra, coglione e...bella addormentata!

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Happening - Olivia Broadfield

Henry

Mi sveglio a mezzogiorno con un mal di testa pazzesco.
Ottimo, sono ancora sbronzo. Mi passo una mano sulla faccia mentre cerco di ricordare cosa sia successo.
Ero andato al solito club con Adam e ricordo di aver bevuto come una scimmia. Eravamo al nostro privé quando in lontananza avevo scorto una figura familiare.
Poteva essere Elèna? Un solo nome nella mia testa aveva sovrastato i fiumi di alcol rendendomi lucido per un solo secondo e facendomi allontanare dal tavolo barcollando per cercare di raggiungerla, ma vedendoci doppio l'impresa risultava più ardua del solito.
Avevo preso la ragazza per il polso facendola girare. Con amara delusione avevo scoperto che non era affatto Elèna e anzi, a parte i capelli, non le assomigliava affatto. Il detto "l'alcool annebbia la vista" era più che azzeccato alla situazione.

 Il detto "l'alcool annebbia la vista" era più che azzeccato alla situazione

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Avevo preso un enorme abbaglio, non c'è che dire. La ragazza però aveva colto la palla al balzo e aveva iniziato a strusciarmisi addosso cercando di provocare una qualche reazione in me.
Il mio corpo aveva iniziato a muoversi cercando di spegnere il cervello che continuava a urlare che non era lei che volevo. Eppure ballavo con lei e vedevo Elèna. Le parlavo e vedevo Elèna. La portavo fino in albergo e vedevo Elèna. Solo allora mi ero reso conto che non era lei.

L'ultimo ricordo che ho della notte trascorsa è di me che caccio via la ragazza dalla stanza e sprofondo nel letto ancora vestito.

Caro mio piccolo Evans, tu hai qualcosa che non va. We have to fix this, dico guardando storto il mio amichetto che si affaccia dai boxer.
Con la voglia di vivere di un bradipo, raggiungo il bagno con l'intenzione di fare una doccia per cercare di ritrovare la mia lucidità persa in uno dei bicchieri della sera precedente.
Esco dalla doccia dopo aver lavato via la nottataccia e proprio quando sto per togliere l'asciugamano per vestirmi, bussano costringendomi ad andare ad aprire con l'asciugamano avvolto in vita e i capelli ancora umidi.

«Henry! Vestiti! Brutto pervertito» urla Brian con la vocina da femminuccia sconvolta coprendosi gli occhi con le mani come se non mi avesse mai visto in asciugamano.

«Entra, coglione» sbuffo avviandomi in bagno per vestirmi.

«Hai fatto ancora baldoria vedo, eh?» mi urla dalla stanza.

«Uhm-uhm» mugolo in risposta mentre asciugo i capelli e mi vesto.
Tutto a un tratto mi ricordo che stamattina avrei dovuto vedermi con Jackson per firmare dei documenti. «Merda» impreco cercando il cellulare che chissà dove era finito.

«Che succede?» mi chiede Brian.

«Ho dimenticato un appuntamento di lavoro. Devo chiamare Adam» dico trovando finalmente il cellulare incastrato tra la spalliera del letto e il cuscino.
Dopo tre squilli Adam risponde.

«Buongiorno bella addormentata!» canticchia lui.

«'Giorno. Ti ho chiamato perché mi sono ricordato che oggi dovevamo andare da Jackson, perché non mi hai chiamato?» gli chiedo.

Underground Love (1). La mia ancora di salvezza ➳ H.S. [IN LIBRERIA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora