I'll be back

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Nessuno voleva andare a quel maledetto funerale. Lucas era ormai due giorni che non chiudeva occhio la notte, e le occhiaie gli segnavano profondamente il contorno occhi mentre il viso ormai pallido, era rigato dalle migliaia di lacrime che erano scese dai suoi occhi. Non riusciva ad accettare nulla dell'accaduto, e anche il giorno del funerale, avrebbe preferito piangere disteso sul suo letto ricordando sua sorella in ogni angolo della casa che aveva condiviso con lei da quando era nata e immaginare di sentire ancora lei cantando le decine di canzoni che ascoltava a tutto volume in camera sua, che rimbombavano per tutta la casa e che lui non sopportava piuttosto che andare in quella chiesa a sentire le parole di un prete disinteressato mentre le centinaia di persone (che certamente ci sarebbero state), avrebbero pianto per tutto il tempo ricordando sua sorella, mentre qualcun'altra avrebbe passato solo il tempo a spettegolare sui presenti.
Aveva appena sentito il motore di un auto spegnersi quando qualcuno suonò alla porta costringendolo ad alzarsi contro voglia dal letto e a trascinarsi a passi lenti e stanchi verso la porta d'ingresso percorrendo anche le scale e non curandosi di asciugarsi le lacrime che stavano scendendo ancora involontariamente dal suo volto, e aprì il portoncino senza neanche guardare chi fosse dallo spioncino come aveva sempre fatto prima di allora, come se ormai non gli importasse più niente di quello che lo circondava. Quando guardò chi si trovava davanti vide Andreas vestito di nero anche lui con il viso rosso e gli occhi gonfi segno che probabilmente aveva pianto fino a qualche minuto (se non secondo) prima. Quando il castano notò che l'amico era ancora in pigiama non gli diede il tempo neanche di salutarlo.
-Cosa ci fai ancora vestito così?-Esclamò, la sua voce era triste e malinconica.
-Non ce la faccio Andre, non posso-Disse Lucas a voce bassa scoppiando nuovamente a piangere e facendo scendere una lacrima ad Andreas che si asciugò prontamente con la mano per poi poggiare l'altra sulla spalla dell'amico che si copriva il viso con le mani.
-Anche io non volevo andare, ma Michele mi ha fatto capire che è il minimo che possiamo fare per lei. Glielo dobbiamo, almeno questo. -Disse tutto d'un fiato guardando poi verso il cielo, notando che le nuvole grigiastre avevano lasciato spazio al Sole, anche in quella giornata che sembrava triste per tutti.
Quando notò che l'amico singhiozzava più forte, lo abbracciò d'istinto lasciandolo bagnare la giacca con le sue lacrime.
-Devi essere forte Lucas, fallo almeno per Elodie- Gli sussurrò.
D'un tratto Lucas pensò al viso della sorella nel vederlo ridotto come una straccio per lei, facendola sentire più che in colpa. Avrebbe pianto pure lei dandosi colpe che non aveva.
-Hai ragione-Sospirò asciugandosi le lacrime che stavano scendendo con la manica del pigiama e guardando l'orologio al polso dell'amico che segnava le 15:25.
La messa iniziava alle 16:30, avrebbe fatto in tempo a farsi una doccia e cambiarsi per essere pronto anche in anticipo, per arrivare in chiesa puntualissimo.
-Entra- Esclamò facendo spazio aprendo di più la porta facendo passare Andreas che entrò senza esitare e andò a sedersi come suo solito nel divano del soggiorno davanti al tavolino con poggiato un album fotografico in velluto rosa che prese tra le mani per sfogliarlo in quanto non lo avesse mai visto li, mentre Lucas era salito al piano di sopra di fretta per prepararsi.
Si pentì subito di averlo aperto quando alla prima pagina capì che l'album era della sua migliore amica semplicemente leggendo la frase accanto alla prima pagina "I migliori anni della mia vita" Scritta nella calligrafia in corsivo perfetto della ragazza, mentre affianco c'era una foto di tutta la "banda" (come la chiamava lei) al completo in spiaggia tutti sorridenti come non mai mentre lei era accanto a lui che le tirava le guance.
Si ricordava benissimo quel giorno: dopo aver scattato la foto Gabriele si era addormentato per la stanchezza e a Michele venne la brillante idea di sotterrarlo con l'aiuto di Carlotta, Lele ed Elodie; e Gabriele al suo risveglio si pentì di aver abbassato la guardia per quell'oretta e mezza senza pensare alle conseguenze che avrebbe avuto.
Le altre tantissime foto ricordavano altri momenti, ma Andreas si accorse che stava piangendo quando una lacrima cadde sulla foto di loro due impegnati a fare una torta dove Elodie rideva a lacrime mentre lui cercava di ripulire il pasticcio che aveva fatto rovesciando l'impasto dalla ciotola.
Non riusciva a capire perché quella ragazza fosse stata portata via da lui e dai suoi amici in quel modo, era stata strappata così, di punto in bianco dalla vita che stava progettando. E solo lei era riuscito a capirlo, ma troppo tardi per impedire tutto.
-Era piena di vita-La voce di Lucas che sbucò dietro di lui lo face spaventare chiudendo di scatto l'album e rimettendolo apposto dove lo aveva visto.
-Già, su andiamo, dobbiamo andare da Lele-Disse per poi alzarsi a recarsi verso l'uscita
-Perché? Dobbiamo andare a prenderlo? E gli altri?-Chiese Lucas inarcando le sopraciglia.
-Si, da lui ho lasciato gli altri per farlo ragionare, è disperato, è chiuso in camera sua da quando è tornato a casa, non parla con nessuno, non mangia, piange soltanto, è messo malissimo, e i ragazzi stavano cercando di convincerlo-Disse tranquillamente Andreas fermatosi sul ciglio della porta senza voltarsi, per poi continuare a procedere verso la sua Mercedes nuova di zecca della quale andava fiero.
Il breve tragitto fu silenzioso, mentre Andreas guidava concentrato verso la strada, Lucas guardava fuori dal finestrino, notando che le foglie e i rami degli alberi si muovevano e ciò voleva dire che il vento aveva iniziato a soffiare. Arrivati a casa dell'amico scesero contemporaneamente dall'auto, procedendo a passo svelto verso l'ingresso. Mancavano quaranta minuti e stavano pregando che gli amici erano riusciti a convincere Lele a uscire dalla porta della sua camera e affrontare tutto il funerale cercando di dire ad Elodie, la ragazza della sua vita, "Addio" per l'ultima volta, dato che quando è successo l'incidente, per lui, tutto era successo troppo velocemente, non rendendosi nemmeno conto che il "Ti Amo" che gli aveva detto due secondi prima che l'auto si sarebbe schiantata, sarebbe stata l'ultima cosa e l'ultimo volta che l'avrebbe sentita. Quando Lucas suonò il campanello e la madre dell'amico aprì la porta anche lei vestita e pronta per uscire, sentì le urla dei ragazzi contro Lele che lo pregavano ad aprire. Quindi era ancora chiuso in camera sua.
-Signora Patrizia, come sta? Viene anche lei?-Disse con tono triste. Stava solo cercando di non piangere ma dentro di se, stava esplodendo dalla rabbia e dal dolore. Era tutto così ingiusto, per lui Elodie non doveva andare a quella festa, glielo aveva detto. Ma lei non lo aveva ascoltato per la prima volta ed era andata, succedendo ciò che adesso, stava complicando la vita di tutti.
-Ciao ragazzi, bene grazie, si vengo anche io, non posso mancare, quella ragazza era così speciale-sospirò - ormai faceva parte della famiglia- Disse, facendo scendere una lacrima dal suo volto, e costringendo i ragazzi ad abbassare il capo per nascondere le lacrime che scendevano anche dal loro volto.
- Mi dispiace tanto Lucas, non immagini quanto, posso capire quanto era importante per voi, basta vedere come l'ha presa Lele, siate forti.-continuò abbracciando i ragazzi per poi fargli cenno di andare su dagli altri per aiutarli a fare uscire il figlio dalla sua stanza.
A quanto pare Michele e Gabriele anche loro distrutti da tutto stavano minacciando il ragazzo di sfondare la porta se non avrebbe aperto entro qualche secondo. Ma lui non dava risposta, si sentivano solo dei singhiozzi soffocati.
-Ce l'hai fatta Lucas-esclamò Michele vedendo i due ragazzi avvicinarsi, i suoi occhi erano spenti, proprio come anche quelli di Gabriele ma si sforzava di sorridere, mostrando solo una smorfia simile a un sorriso, ma finto. Mentre Gabriele invece aveva anche le occhiaie e il suo sorriso sempre splendente era spento.
Lucas salutò i ragazzi con un cenno per poi avvicinarsi al buco della serratura a sbirciare cosa faceva il moro, notando che Lele con i capelli scesi, spenti e un po' arruffati e gli occhi color rosso sangue e lucidissimi era seduto infondo alla camera vicino al letto che abbracciava il cuscino mentre guardava una foto, probabilmente di lui ed Elodie. Già Elodie, solo lei riusciva a farlo ragionare in quei momenti, nessuno aveva mai capito quale era la parola che lo faceva tranquillizzare.
Si sedette semplicemente vicino alla porta facendo cenno di fare silenzio agli altri e facendo un lungo respiro chiudendo gli occhi quando riaprendoli vide sua sorella con le mani fasciate malamente in un vestito bianco con il pizzo ai bordi che guardava la scena seduta davanti a lui; la carnagione pallida, il suo dolce viso e i suoi capelli fuxia fecero capire a Lucas che sua sorella non era mai andata via e contava sul fratello per far uscire il suo fidanzato dalla stanza e farlo andare al funerale, dove, il corpo di Elodie sarebbe stato prima di essere sepolta sotto terra, dentro la tomba.
La ragazza ormai anima sarebbe rimasta ancora due ore, il tempo del suo funerale prima di essere portata via dal cielo e vedere i ragazzi ridotti così le distruggeva il cuore, ma quando notò che il fratello la osservava e quindi riusciva a vederla, abbozzò un sorriso che il ragazzo ricambiò prima di iniziare a parlare.
-Diciotto anni fa e due mesi nacque una bambina, aveva i capelli neri e gli occhi scuri come il fratello solo nove mesi più grande, la bambina si chiamava Elodie. Già da piccola aveva la passione per la musica, e mentre tutti gli altri bambini come prima parola dicevano : cibo, mamma, papà, gatto o cane la sua prima parola fu proprio "Musica". Elodie era una bambina molto curiosa ma già da piccolina era perfetta, i suoi capelli, crescendo divennero biondi e lisci e infine biondo scuro e mossi creando boccoli e poi, diventando grande, li tagliò tutti cambiando ogni tanto colore con le tonalità del rosa. I suoi dentini da latte, caddero e divennero del bellissimi denti perfetti, l'unica cosa che non cambiò nel suo viso, furono i grandi occhi castano scuro, quelli che esprimevano il suo stato d'animo, quelli che erano lo specchio della sua anima.-
I ragazzi guardarono Lucas sorpresi, mentre Elodie sorrise fiera al fratello che continuò a ricambiare continuando a parlare.
-Elodie non aveva mai chiesto niente nella vita, le bastava quello che aveva . Anche dopo che sua madre era morta e suo padre era scappato di casa lei aveva accettato le cose come andavano, continuando la vita come se tutto ciò non era successo solo dopo tre anni di depressione. Cantava in ogni situazione, diceva che la calmava, e un giorno quando aveva quindici anni e la sua professoressa di Musica le disse "cosa vorresti dalla vita?" Lei sorrise semplicemente ammettendo "Una persona che mi ami e rimanga sempre con me" l'insegnante la guardò sorpresa e disse "Pensavo dicessi cantare" E lei rise dicendo "Senza amore non si può fare nulla". E aveva ragione, l'amore da quella spinta in più per andare avanti. Poi incontrò il suo principe azzurro, una persona sensibile e dolce come lei. Mi ricordo quando mi diceva senza fare nomi "Lo amo è così bello e idiota!" e io risposi "Lo ami solo perché è bello?" e lei disse "No perché è idiota". E quella persona eri tu Lele, sei sempre stato tu. Ti ha amato più della sua stessa vita e ti ama ancora, ti amerà per sempre, glielo si leggeva negli occhi quanto era felice quando ti vedeva, e si scioglieva quando la abbracciavi, e piangeva con te quando eri triste, ma nessuno ha ancora capito come lei riusciva a calmarti e a farti ragionare, anche quando tua madre, tuo fratello, tuo padre e anche noi non ci riuscivamo, come adesso.-
Gli occhi di Elodie brillarono più di tutto il suo corpo alle parole del fratello fino a farle scendere una lacrima mentre ricordava quei momenti passati con tutti loro. Tutti stavano piangendo nel ricordare ciò mentre Lucas continuava a sorridere tra le lacrime riprendendo fiato per continuare.
-Anche io non volevo più uscire di casa sai Lele? Elodie è mia sorella e averla lasciata senza neanche dirgli un "Ciao" mi distrugge, ma lei adesso è qui, dammi del pazzo, ma io la vedo rannicchiata davanti a me, bella più che mai che aspetta come tutti noi che apri questa porta Lele, e vai a salutarla decentemente, perché lei vorrebbe vederti sorridere sai? Vorrebbe vedere che siamo tutti forti prima di andarsene da qui. E tra quel "tutti" ci sei soprattutto tu. -
Ormai anche Michele aveva lasciato che le lacrime scendessero dal suo viso ricordando quella pazza ragazza che conobbe quando lo aveva salvato dalla sospensione dicendo che era in infermeria che stava male, mentre in realtà voleva saltare la lezione di biologia per rincorrere il suo grande amore nonché amica di Elodie: Carlotta.
Gabriele guardò dal buco della serratura dopo essersi asciugato le lacrime e vide che Lele osservava la porta e si stava alzando per aprirla, e quando quest'ultima si aprì Lucas vide nel viso di Lele stamparsi un sorriso e dire un "Grazie fratellone, ci vediamo lì" per poi alzarsi e dirigersi verso l'uscita di casa mentre il vestito bianco troppo lungo che portava, si tirava indietro ad ogni passo che percorreva. E quando sparì per le scale Lucas si alzò per abbracciare l'amico che ancora piangeva insieme a tutti gli altri.
-E tutta colpa mia Lucas, è solo colpa mia- Disse Lele mentre continuava a piangere nella spalla del ragazzo.
-No Lele, non è colpa di nessuno, tantomeno tua- Disse Lucas dandogli deboli pacche nella schiena.
-Andiamo Lele, hai 40 minuti per prepararti muoviti-Interruppe Gabriele asciugandosi di nascosto le lacrime che erano scese dai suoi occhi.
Lele annui con la testa poggiando nel mobiletto affianco alla porta della camera la foto che fino a pochi secondi fa osservava che ritraeva lui e Elodie sdraiati in una prato verde che sorridevano l'una abbracciata all'altro dimostrando quanto si amavano e quanto stavano bene insieme, e Lele aveva sempre saputo che quando Elodie lo abbracciava forte, come in quella foto, voleva dire che aveva bisogno di lui. Sua madre aveva assistito a tutta la scena e quando rivide il figlio, le lacrime dalla gioia si fecero vedere mentre riabbracciava il figlio che stava andando a prepararsi dopo aver mangiato un po'.
I ragazzi si sedettero tutti nel divano del soggiorno aspettando l'amico mentre continuavano a pensare a cosa era successo.
-Lucas, hai seriamente visto Elodie prima?-Disse di punto in bianco Andreas guardando incredulo Lucas, che sorrise alla domanda dell'amico.
-Si Andre, l'ho vista, era davanti a me, e non è stata un illusione, voi non l'avete vista?- Chiese alzando lo sguardo verso i ragazzi.
- A dire la verità a me è sembrato di vedere una luce davanti a te, ma questione di un secondo-Esclamò Michele con voce bassa.
Gabriele guardò l'orologio che segnava le 16.10 mentre sentiva i passi di Lele che si dirigeva dal bagno verso camera sua segno che dopo essersi cambiato e pettinato sarebbe sceso e sarebbe stato pronto per andare a quel funerale, cosciente che probabilmente non sarebbe rimasto molto tempo, e sarebbe scappato per le troppo lacrime che gli sarebbero scese.
-Io non ci credo ancora che siamo qui per andare al suo funerale, soltanto due giorni fa stava ridendo nel vedermi ballare come un cretino a quella festa, è tutto così ... ingiusto- esclamò sostenendosi la testa con il braccio sinistro poggiato sul bracciolo del divano, mentre guardava verso il basso.
-Lo so Gabri, anche io lo trovo inaccettabile, ma non possiamo fare niente per cambiare quello che è successo- farfugliò Michele seduto accanto al riccio, anche lui, guardando un punto indefinito verso il basso.
Lucas invece non riusciva a smettere di pensare a sua sorella che fino a 10 minuti fa, era davanti a lui e lo osservava mentre parlava di lei, e al suo "Ci vediamo lì" detto sorridendo come fosse stata la cosa più normale che sarebbe successa. Anche se era contento di sapere che sua sorella era ancora li con lui, non riusciva ancora ad accettare il fatto che poi probabilmente non l'avrebbe vista per il resto della sua vita, e che l'aveva persa per sempre. Elodie era stata sempre con lui quando aveva bisogno, lo consolava sempre quando piangeva, e quando aveva bisogno di un consiglio sapeva sempre darglielo. Ma lui non era riuscito ad essere abbastanza per la sorella e avrebbe preferito di sicuro averla obbligata a tornare a casa prima invece di non chiamarla per tutta la serata essendo troppo arrabbiato, e adesso che ci pensava non le aveva detto neanche "scusa" perché sapeva che era in torto, doveva accettare che Elodie aveva ormai diciotto anni e non più quindici come quando voleva andare in discoteca e lui glielo aveva impedito chiudendola in camera sua per tutta la notte e la aveva sentita piangere silenziosa fino al mattino seguente quando, aprendo la porta, la aveva trovata sdraiata nel letto che ancora dormiva con il viso affondato nel cuscino , rannicchiata; facendolo sentire in colpa fino a quando, non ricordò che lo aveva fatto per il suo bene.
-Possiamo andare ragazzi-La voce di Lele interruppe i pensieri di tutti, che alzarono lo sguardo nel vedere come, in venti minuti era riuscito a rimettersi in sesto ritornando quello di sempre, solo molto più triste, e l'unica cosa che non era riuscito a cambiare, erano i suoi occhi spenti, che non brillavano più come quando sapeva che Elodie lo aspettava a casa sua per uscire insieme ogni pomeriggio.
Andreas si guardò l'orologio al polso che segnava le 16:20 per poi alzarsi e procedere verso l'uscita salendo in macchina, con i ragazzi dietro, e vide Lele sedersi accanto a lui mettendosi la cintura e poggiando la testa sulla testiera guardando fuori la gente che passava, mentre si dirigeva verso la chiesa. Quando Gabriele, poco intonato, iniziò a cantare una canzone:
Remember when I cried to you a thousand times
I told you everything
You know my feelings
It never crossed my mind
That there would be a time
For us to say goodbye
What a big surprise.
-No Gabri, non cantare questa canzone, ti prego- La voce di Lele si era fatta di nuovo malinconica alle parole che cantava Gabriele, che gli ricordavano fin troppo tutte le volte che aveva pianto davanti a lei mostrandosi più vulnerabile di una bolla di sapone, e lei era riuscita farlo sorridere, ma non avrebbe mai creduto che si sarebbero detti "Addio" così presto. Un'altra lacrima cadde dal suo volto, quando ormai erano arrivati a destinazione, mentre intravide una ragazza vestita di bianco, camminare tra le centinaia di persone fuori dalla chiesa che sembravano oscure dai vestiti che indossavano (proprio come quello che aveva anche lui), che non notavano neanche la presenza di quella ragazza che li guardava seria e che cercava di toccarle, senza che queste si accorgessero di lei. E quando quest'ultima vide l'auto dei ragazzi parcheggiarsi a pochi metri da lei, sorrise a trentadue denti. Lele riconobbe quel sorriso e si rese conto che la ragione di tutto era li a solo pochi metri da lui.
-Elodie, Elodie! Ragazzi è qui!-Scese dalla macchina non curante delle persone che lo guardavano, e si avvicinò alla ragazza, rendendosi conto solo quando era nel punto in cui si trovava ella fino a qualche secondo prima, che era tutta un illusione, cadendo a terra a rincominciando a piangere, pentendosi di aver avuto il coraggio di arrivare fino a li, convinto che poi, sarebbe stato più semplice, invece, le cose per lui erano solo più complicante.
-Lele, ma che fai?-Lucas raggiunse correndo l'amico porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, che lui rifiutò.
-Al diavolo te e le tue stupide parole Lucas, Elodie non tornerà mai qui, e non posso fare niente per riportarla su questa Terra. Non dovevo essere qui, lei non c'è Lucas, sarà solo nei miei ricordi- Si alzò da terra e si lasciò abbracciare dall'amico che si unì al suo pianto, mentre anche gli altri tre si unirono, sotto gli occhi di tutti.
Per Elodie non poter essere più li con i ragazzi era la cosa più ingiusta che le fosse capitata insieme alla sua morte. Per quanto trovasse tutto finalmente bello, per quanto non doveva più fingere di stare bene perché la sua vita era perfetta, ora, quella vita era distrutta, come il suo corpo il giorno dell'incidente. Avrebbe voluto anche lei evitare tutto, e magari dare di nuovo ascolto a Lucas. Ma ormai era troppo tardi per tutto,e l'unica cosa che poteva fare e cercare di unirsi all'abbraccio dei ragazzi sussurrando un "Mi dispiace" che probabilmente non avrebbero sentito.
-Andiamo ragazzi, dobbiamo entrare- Andreas si asciugò l'ennesima lacrima che scese dal suo viso sciogliendo l'abbraccio e entrando dentro la chiesa, prima che tutte le altre persone fuori lo facessero, andando insieme ai ragazzi verso i primi banchi disponibili di fronte all'altare, vicinissimo alla bara bianca di Elodie nella quale, oltre alle decine di fiori chiari, si trovava la sua foto, di lei con proprio un fiore in mano scattata dal fratello due settimane prima dove sorrideva felice.
Alla vista della foto, Lele si avvicinò alla bara per poi accarezzarla e tornare indietro con gli occhi di nuovo lucidi, quando si avvicinò la zia della ragazza per informare Lucas che, dopo aver fasciato le mani e le braccia per i profondi tagli alla ragazza, le avevano messo un vestito lungo bianco "Per fare in modo che gli angeli la riconoscessero subito quando si trovasse in paradiso" aveva detto.
Quando il funerale iniziò e il prete salì all'altare, esitò un attimo a parlare osservando tutti i presenti, che piangevano e occupavano la chiesa più del dovuto in quanto erano troppi.
Mentre il prete iniziò la sua lunga messa, Elodie invece era entrata attraversando la porta aperta e aveva girato per i banchi cercando i ragazzi, che quando trovò si sorprese di come erano messi. Lele era seduto accucciato tra le braccia di Michele piangendo mentre quest'ultimo si asciugava sempre le lacrime che scendevano ininterrottamente a ogni singola parola del prete nonostante non lo stava ascoltando. Mentre Andreas teneva gli occhi fissi sulla bara e cercava di tranquillizzarsi prima di urlare da un momento all'altro insieme a Lucas e Gabriele invece si ripassava la parte del Vangelo che avrebbe dovuto leggere qualche minuto dopo mentre piangeva. Alzando lo sguardo verso la folla vide solo tutti i volti delle persone a cui voleva più bene al mondo piangere e asciugandosi le lacrime, trasformando le brevi pause del prete che parlava, in un accumulo di sospiri, che presto contagiò anche lei facendola piangere e sentire in colpa di tutto, non poteva risolvere niente ormai, per lei, tutto quel sovraccarico di dolore era come se la stesse spiaccicando contro il muro e lei non potesse liberarsi, e sentiva solo il suo cuore distruggersi in mille pezzi per l'ennesima volta, proprio come quando vide sua madre morirle davanti agli occhi e lei non poteva aiutarla, si sentiva inutile senza poter far niente.
-Elodie-Il sussurro di Gabriele la fece tornare al presente vedendo gli occhi penetranti dell' amico gonfi dalle lacrime come i suoi, osservarla quasi meravigliato.
- Gabri ...- Cercò di sorridere, ma tutto quello che riuscì a fare fu solo poggiare una mano sulla guancia del riccio, che sussultò appena sentì il contatto, sorridendo.
- Allora sei qui davvero- Elodie riuscì semplicemente ad annuire con la testa mentre notava che il fratello osservava l'amico con grande punto di domanda, guardando lui e subito dopo lei, che però per lui era invisibile in quel momento.
-Non sono andata via Gab, neanche il giorno dell'incidente, sono sempre rimasta qui e rimarrò ancora per poco tempo- Anche le sue lacrime scendevano ormai ininterrottamente.
-Ci manchi e non immagini ... - Gabriele non riuscì a finire la frase che Lele interruppe il piccolo silenzio che si era creato esclamando "Perché se n'è andata Michi? Perché mi ha lasciato solo, perché?" che semplicemente fece piangere più silenziosamente la ragazza.
-Gabri ti prego, vai li su e di qualcosa per farli smettere, mi state uccidendo per la seconda volta, ma questa fa molto più male- Gabriele guardò il viso della ragazza che sembrava vulnerabile ad ogni cosa, quando si accorse che era arrivato il suo momento, uscì dal banco e si recò all'altare per poi guardare la ragazza rimasta ferma sul posto a guardarlo speranzosa e tutta la folla, tra cui i suoi migliori amici piangere per la stessa persona, che aveva sempre dato tutto per non ricevere mai niente, e almeno qualcosa, un'ultima cosa la doveva fare per lei che lo aveva sempre aiutato. Guardò il testo scritto in piccolo davanti a se come a costringerlo a leggerlo, per poi chiuderlo davanti a tutti subendo lo sguardo fulminante del prete che lui ignorò prontamente.
- Cosa vi prende? Perché piangete? Elodie non ha mai pianto davanti a voi, ha sempre sorriso anche quando stava male, anche io ho perso un'amica a cui tenevo tantissimo, ma ormai, non posso fare niente. Quando Elodie ha avuto l'incidente, ho visto io per primo la macchina dove stava distrutta contro l'altra, e l'incidente era successo solo un'ora prima, sono sceso dalla macchina chiamando l'ambulanza e notando subito che il sedile sinistro, quello dove c'era proprio lei era come se non ci fosse, tanto era diventato piccolo, non mi credereste neppure se vi dico che invece Elodie è morta dieci minuti prima che arrivassi io, che ha lottato fino alla fine per rimanere qui ma non riuscendoci, lasciandosi succhiare l'ultima goccia di vita. Ha cercato di essere forte, mentre voi invece, state piangendo davanti ai suoi occhi come fosse stata tutta colpa sua quello che è successo. Ma non è stata colpa sua, non è stata colpa di nessuno, a parte forse chi l'ha uccisa non rendendosene neanche conto. Datemi del pazzo ma Elodie è qui piangendo, perché le fate questo? Perché la fate sentire così? Sapete che la state facendo morire una seconda volta?-Gabriele fece una breve pausa per poi abbozzare un mezzo sorriso.
-Mi ricordo ancora quando si era dipinta la faccia da zombi per spaventarmi, e io appena la vidi avevo urlato come una bambina scappando dalla casa e correndo in strada in mutande, mentre la gente mi osservava-Disse guardando verso la ragazza che ridacchiò ricordandosi quel momento e poi accorgendosi che tutte le persone, compresi i ragazzi stavano sorridendo se non addirittura ridendo debolmente e ciò rendeva la ragazza più tranquilla.
- Michi, sento ancora la sua risata sai? La sento ancora qui-Sussurrò Lele mentre sorrideva. Elodie poté semplicemente avvicinarsi a lui e accarezzarle il viso. Mentre vide il ragazzo sussultare come ad avere il contatto con qualcosa di freddo.
-Sono qui Amore, vicino a te- Lele alzò lo sguardo senza vedere nessuno, ma continuando a sorridere convinto che lei fosse ancora con lui e magari gli stesse sorridendo con quel sorriso contagioso che aveva sempre avuto.
Elodie riguardò Gabriele che la stava osservando e gli sorrise.
-Like a shooting star, Flying across the room
So fast, so far
You were gone too soon
You're part of me and I'll never be the same
Here without you
You were gone too soon
Shine on, shine on
Until a better place
Shine on, shine on
Will never be the same
Shine on, shine on
You were gone too soon-
-Grazie ragazzi, grazie per esserci sempre stati ed essere qui con me adesso- Elodie era in lacrime sentendo le parole della canzone che Lele aveva intonato e che poi i ragazzi avevano iniziato a cantare, mentre lei era tra Andreas e il suo fidanzato e gli teneva le mani senza che lui se ne rendesse conto. La folla si girò verso di lei probabilmente sentendo le parole che aveva detto.
-Elodie, sei, sei davvero qui- sussurrò Lele accarezzando la mano fredda della ragazza, per poi sorridere puntando i suoi occhi verso quelli di Elodie, che lo abbracciò prontamente mentre lui la stringeva a se più forte.
-Per tutta la tua vita Lele, sarò sempre con te per fare in modo che affronti al meglio le tue giornate così che tutto vada bene, ma ora devo andare, mi stanno chiamando dal cielo, Tornerò Amore, quando avrete bisogno di me ci sarò- Sussurrò chiudendo gli occhi lasciando che il ragazzo le accarezzasse i capelli e lei gli baciasse la guancia.
-Promettimelo Elo, promettimi che tornerai- Disse Lele con la voce rotta dal pianto. Elodie sciolse lentamente e con malinconia l'abbraccio per guardarlo negli occhi ed annuire con la testa, per poi baciarlo dolcemente nelle labbra e sorridergli. Trascurando il fatto che anche lei era in lacrime.
-Te lo prometto Lele, ma adesso devo andare via-Disse per poi guardare i ragazzi che erano li impalati insieme a tutti gli altri.
-Vi vorrò per sempre bene, ricordatevelo-Esclamò continuando a sorridere a tutti, mentre loro soffocavano i singhiozzi.
Così Elodie, procedette a passi lenti, verso l'uscita della chiesa sotto gli occhi di tutti, un po' a malincuore e controvoglia, attraversò la porta aperta che riempiva di luce la chiesa e illuminava il suo viso, rendendola più pallida e brillante di quanto fosse. Si voltò un'ultima volta verso la chiesa piena di gente che aveva appena lasciato facendo scendere l'ultima lacrima e poi si voltò verso gli scalini che fece uno ad uno, tenendosi il vestito per i lati, e guardando la città di Roma come mai fosse stata così bella in quella giornata di Sole. Dopodiché, arrivata all'ultimo gradino alzò il capo verso il cielo e chiuse gli occhi, e un soffio di vento che le scompigliò i capelli, la portò via da quella che prima era la città dove aveva progettato una vita, la sua vita nei minimi particolari, dove avrebbe sposato Lele e se ci sarebbe riuscita, avrebbe sfondato nel mondo della musica, ma sarebbe rimasta con i piedi per terra. Ma quelli ora erano solo sogni irraggiungibili, perché la sua vita, non avrebbe mai più avuto una svolta. Ora Elodie faceva parte del passato di ogni persona che aveva conosciuto, adesso avrebbe potuto riabbracciare sua madre. Adesso lei si trovava in un'altra dimensione detta paradiso, dove sarebbe rimasta per sempre.

La felicità è qualcosa di difficile da trovare, ma facile da perdere. Tutti meritano la felicità, anche i peggiori, perché se Dio ci ha creato, probabilmente è perché abbiamo uno scopo nella vita. Elodie, non ha mai capito quale era il suo, Ha solo capito, che la vita, bisogna viverla fino infondo, perché ogni minuto è importante, ed anche ogni secondo. Forse la sua vita non doveva finire così, probabilmente avevano bisogno di lei lassù tra gli angeli Ma c'era ancora qualcuno giù sulla terra, che aveva bisogno di lei, perché l'amava più di se stesso.

La vita continua per gli altri, e lei sarà lì con loro, fino alla fine.

I'll be back || Lele Esposito e Elodie Di PatriziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora