Buttò giù un altro bicchiere di quello strano intruglio rosso che aveva davanti a lei continuando a pensare alle parole del fratello. Perché la trattava così? Perché non poteva essere come le altre ragazze normali? Era stanca di essere trattata come una bambina, era stanca di essere reputata troppo piccola per molte cose, quando lui poteva fare di tutto, avevano solo nove mesi di differenza, non nove anni, e forse, in certi comportamenti, poteva sentirsi anche più matura di Lucas, uno di questi? Non gli avrebbe mai augurato tutto quello che lui le aveva urlato, per giunta, davanti al fidanzato che guardava la scena allibito, non sapendo neanche cosa fare. L'avevano fatta sentire un errore vivente, era come se un coltello gli si era conficcato dritto al petto, perforandolo, e poi girasse allargandolo ancora di più la voragine.
Lele la guardò tutto il tempo dal divanetto rosso nella quale si era seduto da un po' accanto a Michele. Doveva distrarla, altrimenti sarebbe stata così tutta la serata, si alzò velocemente dal divanetto recandosi verso la ragazza spalle a lui che continuava a tenere tra le mani il bicchiere rosso facendola sussultare quando mise le mani nei suoi fianchi per poi girarla verso di lui prendendole la bibita dalle mani finendola di bere, e poggiando il bicchiere nel tavolino.
Avvicinò le labbra al suo orecchio per permetterle di sentirlo meglio a causa della musica troppo alta.
-Ti ho portato qui solo perché volevi bere?-Dovette quasi urlare per farsi sentire.
Elodie si limitò a guardarlo negli occhi un po' malinconica.
-Devi smettere di pensarci, era solo nervoso!- Continuò Lele prendendole poi la mano e portandola al centro della pista mentre come sottofondo c'era una musica lenta e romantica, si misero accanto ad Arianna e Gabriele che ballavano amorevolmente e si scambiavano qualche bacio.
Per quanto potesse odiare ballare, al contrario di lei, si sarebbe messo anche sopra un tavolino a danzare pur di farle cambiare umore.
Elodie poggiò la testa nel petto del ragazzo dopo aver messo le braccia attorno al suo collo lasciandosi trasportare dalla musica, mentre lui la teneva attaccata a se avvolgendole i fianchi con le mani, trasmettendole sicurezza.
Nonostante la musica era davvero alta riusciva a sentire il battito del cuore del ragazzo che accelerava sempre di più, tanto quanto la sua stretta si faceva forte.
Alzò lo sguardo verso il suo viso notando che i suoi occhi guardavano in modo cagnesco qualcosa, o meglio, qualcuno.
-Qualcosa che non va?- Cercò di farlo guardare verso di lei con quella domanda, ma fallì.
-Ti sta spogliando con gli occhi quel verme- Disse tra i denti peggio di un cane che proteggeva il suo osso.
Elodie sospirò cercando di mettere Lele di spalle a dove guardava qualche secondo prima.
Guardò dietro il ragazzo cercando di capire chi era la persona.
Quando riconobbe il ciuffo castano tinto e la camicia bianca, mezzo sbottonata di un ragazzo seduto nel divanetto viola capì il perché del nervoso del moro.
Fabio aveva in mano una bottiglia di vodka al melone vuota e la guardava davvero male.
Era inquietante il modo in cui la osservava.
Elodie si strinse di più tra le braccia di Lele e quest'ultimo levò la mano dal fianco della ragazza per alzarle dolcemente in mento costringendola a fissarlo.
-Con me sei al sicuro Elo, non devi preoccuparti-
Non riuscì a trattenersi un secondo di più e annullò la minuscola distanza tre le loro labbra in un bacio.
Si staccarono solo quando non avevano più respiro.
-Ma che cosa hai bevuto?- Sorrise leccandosi le labbra che prima si erano posate su quelle di Elodie - È buonissimo-Continuò infine facendo fare una giravolta alla ragazza facendola mettere spalle a lui, poggiando le mento nella sua spalla.
-Non lo so, ma era analcolico, per quello l'ho preso - Gli accarezzò il viso prima che finisse la canzone.
-Vado a prenderne, ne vuoi?- Quei pochi istanti per cambiare canzone gli diedero il permesso per poter parlare a voce normale.
-Si, ti aspetto nella poltrona- Vide la mano del ragazzo lasciare il suo fianco ed il suo viso voltarsi dopo aver sorriso.
-Lele?- Lo richiamò prima di vedere il suo corpo sparire tra la folla.
-Dimmi- Disse voltandosi.
-Grazie, per avermi portato qui, per sopportarmi, per tutto- Piegò leggermente la testa di lato continuando ad osservarlo.
Lele sorrise senza dire niente rigirandosi e sparendo tra la folla.
Elodie schiacciata dalle persone cercò di spostarsi dalla pista da ballo andando a sedersi nei divanetti.
Michele non era più seduto.
Lo cercò con lo sguardo tra la folla della gente che ballava, ed oltre i due suoi amici non c'era nessuna traccia del ragazzo.
Si soffermò a guardare i due che ballavano.
Gabriele e Arianna erano perfetti.
Erano dolcissimi insieme.
Ed Elodie era al settimo cielo per loro.
-Cosa ci fa una ragazza così tutta sola?-
Sobbalzò a sentire quelle parole, e riconoscendo quella voce le si gelò il sangue nelle vene. Era pietrificata.
-Forse non hai sentito la mia domanda, cosa ci fa una ragazza così da sola, mi senti quando parlo o sei sorda?-
Si voltò lentamente sperando che non era la voce che pensava. Maledì se stessa per averlo fatto.
Fabio le stava parlando, ed era ubriaco marcio.
Elodie puntò lo sguardo nel punto in cui Lele era scomparso pregando il cielo che sarebbe arrivato in quell'istante. Ma non arrivava.
Fabio la strattonò prendendola per un braccio.
-Lasciami Fabio, o finisci male- Lo guardò male e ringhiò cercando di fargli mollare la presa, ma lui la continuò a stringere.
-Oh, vuoi fare la ragazza forte? No, non ti lascio, andiamo a divertirci su- La tirò per portarla verso un angolo buio della discoteca.
Elodie cercava di opporsi. Diede una ginocchiata nelle parti basse del ragazzo cercando di liberarsi dalla presa. Ma niente, non riusciva a liberarsi, stringeva troppo forte.
Non riusciva a circolare neanche più il sangue.
-Lele non sarà contento di quello che mi stai facendo. Mollami cazzo!- Iniziò a dimenarsi.
Perché Lele non era ancora arrivato?
-Sai sono anni che ti sto dietro, dalle elementari, ma niente, tu non mi hai mai dato una opportunità, poi è arrivato quel coglione del tuo fidanzato, perché lui si e io no?- La puzza di alcol che emetteva era nauseante.
Riuscì a prendere pure l'altro braccio e a portarlo dietro la ragazza costringendola a camminare, ed ora le sue labbra erano nella sua spalla.
-Sei viscido, Fabio lasciami! LASCIAMI!- Iniziavano a scenderle le lacrime dagli occhi mentre urlava disperata e scalciava da ogni parte, mentre sentiva le labbra del ragazzo nel collo e la sua lingua che saliva verso il viso che cercava di allontanare.
Riuscì con il tacco delle scarpe a schiacciargli il piede sempre più forte e alleviare la presa dei polsi.
Appena sentì la presa alleggerirsi corse via verso il bagno in lacrime, aprì di botto la porta beccandosi l'occhiataccia di due che pomiciavano e chiudendosi a chiave in una delle toilette e accasciandosi sulla porta asciugandosi il volto con il polso rosso.
Guardò il braccio sinistro con il segno delle unghie conficcate nella pelle sentendo un piccolo bruciore sopportabile. Ma quello che gli faceva più schifo era stata la lingua nel suo collo. Si sentiva sporca, e soprattutto le dava fastidio il fatto di non aver reagito.
Perché ogni volta doveva succederle qualcosa? Ed ora che cosa sarebbe successo? Non osava neanche pensare a come avrebbe reagito Lele a sapere cosa aveva fatto Fabio.
Merda, Lele, se ne era quasi dimenticata.
Uscii di corsa fuori dal bagno correndo spingendo la gente per tornare ai divanetti e poggiandosi nel bracciolo sinistro per cercare di coprirei segni anche con l'aiuto dei capelli.
-Mi spieghi dove diavolo eri finita? Mi stavo preoccupando- Lele le si piazzò davanti con i bicchieri di plastica in mano, sedendosi poi accanto alla ragazza a porgendogliene uno.
-Niente, mi scappava la pipì- La buttò lì sulla prima scusa che le venne in mente. Notando che Lele la squadrava abbassò lo sguardo, afferrando il bicchiere e buttandolo tutto giù in un sorso.
-Elo lo so che hai pianto, non mentirmi, ti conosco troppo bene, cosa è successo?-
Lele mise un braccio attorno alla ragazza guardandola preoccupato.
-Niente, non è successo niente, e poi non ho pianto-
-No Elo, stai mentendo-
Notò per un millesimo di secondo le braccia scattarono che cercando di nasconderle sotto le cosce.
Iniziò a tremare.
Spalancò gli occhi, prese un lungo respiro.
-Fammi vedere i polsi- Guardò serio la ragazza aspettando che si muovesse.
-No, non c'è niente che non va-
-Ti ho detto di farmeli vedere-
Se Lele si stava arrabbiando avendo sempre più paura, Elodie stava entrando nel panico.
Per quanto poteva conoscerlo bene avrebbe avuto il coraggio di spaccare una bottiglia e ucciderlo. Ormai lo aveva capito anche lei, quando Raffaele Esposito si incazzava, perdeva il controllo, lo aveva visto lei stessa quando si era scagliato come una belva su un ragazzo per riempirlo di botte.
Non si ricordava neanche con quale coraggio era corsa cercando di fermarlo riuscendoci.
Quando si incazzava metteva paura anche a lei.
Senza accorgersene di punto in bianco Lele scattò e le tirò fuori le mani.
-Chi te li ha fatti?- Stava sussurrando, ed Elodie poteva vedere dal suo petto che stava respirando sempre più affaticato.
-Nessuno- Leggeva nei suoi occhi la rabbia ed aveva veramente paura.
Lele notò i segni delle unghie nel braccio della ragazza, chiedendosi come non era riuscito a vedere dei segni così rossi nella pelle bianca e candida di Elodie. Si alzò in piedi davanti alla ragazza.
-Dimmi chi cazzo è stato a farti questo Elodie!- Urlò tirando su la ragazza per un braccio facendo attenzione a non farle male.
-Io Esposito, perché, c'è qualcosa che non va? Oh scusami se ho rovinato la bambolina- Fabio si posiziono affiancò ai due.
Era veramente la fine.
-È stato lui?- Lele chiuse a pugno le mani impedendo al sangue di circolare.
Elodie stava in silenzio, con gli occhi puntati su Lele. Poteva solo pregare che non avrebbe scatenato un inferno.
-Parla ti ho detto!-
-Sì-
Lele si scagliò sul ragazzo sferrandole un destro in pieno volto facendolo cadere a terra.
-Ti avevo avvertito che non dovevi toccarla-
Ogni spazio tra le parole era un pugno nello stomaco del ragazzo che ora stava a terra, mentre il moro era chinato ad ammazzarlo di botte
-Ma tu lo hai fatto ed ora la pagherai- Continuò ora aggiungendo anche i calci.
Se Elodie avesse potuto sarebbe scappata da quella situazione, invece era di nuovo attaccata a Lele che cercava di tirarlo via richiamandolo più volte.
Quando Gabriele, Michele ed Arianna la affiancarono riuscendo a sollevarlo e staccarlo da Fabio, Elodie si piazzò davanti a Lele che cercava di liberarsi dalla presa dei tre per tornare a menare il tinto.
La ragazza spinse Lele indietro cercando di creare una distanza più grande.
-Basta, Lele smettila!- Spinse più forte il ragazzo facendogli quasi perdere l'equilibrio.
Il moro si fermò immobile a guardarla, dai segni delle unghie era sceso del sangue, dagli occhi di Elodie stavano scendendo lacrime, tantissime e salate lacrime.
Solo vederla così gli faceva tornare la lucidità.
-Smettila- Sussurrò Elodie ferma a pugni stretti che lo guardava ad occhi lucidi. -Non peggiorare le cose -Continuò con voce più bassa di prima.
Indietreggiò di due passi.
Lele si fece mollare dai ragazzi che guardavano la scena allibiti.
-Elodie io ... - Cercò di parlare invano.
-No Lele, niente Elodie, niente scusami, niente di niente- Sotto gli occhi di tutti uscì dal locale a passi veloci, seguita dal ragazzo che cercò di raggiungerla.
Prese a camminare dopo essersi levata i tacchi prendendoli in mano senza voltarsi neanche per un istante.
Iniziò a tremare dal freddo, camminò per qualche metro prima di accovacciarsi nel muro dietro il locale.
Lele la raggiunse correndo sedendosi poi accanto a lei. La guardò per un secondo e vedendola tremando, si levò la giacca e gliela mise nelle spalle.
-Certo, e tu così ti congeli- Disse Elodie voltandosi verso di lui e guardandolo negli occhi.
-Ora conti di più tu, e poi ho caldo- Iniziò a guardarsi le nocche che erano diventate viola a furia dei colpi.
Vide le mani della ragazza avvicinarsi alle sue e prendergliele per guardarle meglio.
-Ti fanno male?- Chiese con voce ingenua, alzando poi lo sguardo verso il ragazzo trovandosi ad un palmo dal suo viso.
-No, tu, stai bene?-
-Si, sono solo un po' spaventata-
Lele sospirò prendendo la ragazza e avvicinandola a se facendole affondare il viso nel suo petto, e attaccando i loro corpi, sentendola poi singhiozzare mentre si stringeva tra le sue braccia.
-Shh stai tranquilla, ora sei al sicuro, sei con me, e quello stronzo non si avvicinerà più a te a meno di 200 metri- Sussurrò stringendola di più a se. - Se vuoi torniamo a casa- Continuò, guardandola alzare il viso mentre continuavano a rimanere abbracciati.
-No, voglio fare il trenino, almeno quest'ultima mezz'ora me la voglio godere- Afferrò di nuovo le scarpe e si alzò da terra, infilandosele.
-Sei sicura?- Lele era ancora seduto e la fissava dal basso verso l'alto.
-Si- Si asciugò le lacrime e poi sorrise. -Gabri mi ha detto che vi siete inventati un nuovo ballo, e ha promesso a me e Arianna che ce lo mostravate stasera- Iniziò a ridere immaginandosi le stupide mosse che soltanto due come Lele e Gabriele si sarebbero inventati.
Lele rise, alzandosi per prenderla poi per mano.
-Farò quel balletto solo se dopo ti vedo contenta come adesso-
-Certo-
Si trovavano tutti e cinque a ridere nei divanetti alle stupide battute di Michele sulla ragazza con la quale ci stava provando prima a scoprire che era lesbica.
-Davvero, è la parte peggiore e stata quando la sua ragazza si è avvicinata a lei e le ha dato un bacio che sembrava stessero scopandosi in quel momento! Ci sono rimasto di merda, me ne sono andato prima di vomitare!- Esclamò Michele ancora scioccato.
Ormai gli altri quattro si stavano spanciando dal ridere nel divano, ed avevano le lacrime agli occhi.
-Come Mochi non ti sei eccitato? Non dicevi che le lesbiche ti eccitavano da morire? Perché non ti sei aggiunto?- Ganriele aveva le lacrime a furia di ridere, e vedere il suo amico raccontare la storia lo faceva divertire ancora di più.
-Non fa ridere Gabri, dietro uno schermo è tutto più bello, dal vivo ci rimani da schifo, soprattutto se una delle due ti interessa, e tu ti prepari la serata con lei-Dal suo tono della voce probabilmente la ragazza era davvero interessante.
-Ah quindi volevi fartela? E Carlotta?- Arianna continuava a ridere ormai sdraiata come gli altri nel divano.
- Carlotta un corno, mi ha dato il due di picche stasera, e sapete la scusa di oggi? "È il compleanno del cugino di mia mamma" ma dico io, festeggi tuo zio che neanche esiste? E te ne ricordi alle 22 di notte che fa gli anni?-
Gabriele finì di bere l'ultimo drink poi si alzò di scatto in piedi.
-Lele! È il nostro momento, mostriamo a questi tre che magnifica coreografia ci siamo inventati-
Se Gabriele era al settimo cielo di quello che aveva inventato, Lele era pronto a nascondersi dalla vergogna.
-Non so Gabri, magari un'altra volta- Cercava una scusa per non farlo.
-No, me lo avevi promesso, avanti mostraci il tuo talento!-
Gabriele lo tirò per le braccia facendolo alzare.
-Lele poi però dobbiamo andare-
Elodie guardò l'orologio nel cellulare prima di avvisare il ragazzo che annui con la testa, iniziando a ballare coordinato all'amico.
Potevano essere scambiati per dei pazzi scappati dal manicomio. Michele cercò di trattenersi dal ridergli in faccia per una decina di secondi, finendo poi a terra, mentre le altre due ridevano l'una poggiata alla spalla dell'altra fino a mancargli il respiro.
Quando quell'insulto al ballo finì si sentirono gli applausi del tre che continuavano a ridere.
-Ragazzi se vi avrei filmato giuro che vi avrei messo su Internet- Michele ormai rotolava a terra.
-Te l'avevo detto che era una pagliacciata Gabri!-
Lele guardò male Gabriele che ormai rideva, contagiato dalla risata dei tre, e contagiando pure il moro.
Continuando a ridere uscirono dal locale e salirono nelle macchine. Lele ed Elodie in quella del ragazzo, e gli altri tre in quella di Michele.
-Allora ti sei divertita?- Lele partì prima dei tre che stavano ancora salendo in auto.
-Molto, grazie per avermi accompagnato- Elodie si poggiò nel sedile esaminando il volto del ragazzo concentrato alla guida.
Per quanto conoscesse a memoria il suo viso ed ogni suo millimetro ogni volta che lo guardava era come la prima.
-Non ti avrei mai fatto andare da sola, e poi mi piace vederti sorridere e divertirti, mi mette in pace il cuore- Spostò un secondo lo sguardo sulla ragazza per poi ritornare verso la strada, sorridendo anche lui.
Dopo qualche decina di minuti Lele riprese la parola.
-Lucas non accetta il fatto che prima o poi perderai la verginità, credo che voglia farti suora-
Elodie rise -Lo so, non accetta il fatto che sto crescendo, però quando l'ho beccato a letto con una dovevo capire che stava crescendo lui- Incrociò le braccia, come a fare l'arrabbiata.
Lele sorrise, sentendo quelle parole. Guardando poi verso il finestrino.
Un'ombra nera si stava avvicinando, ma a causa della strada senza lampioni non riusciva a capire di cosa si trattasse.
-Lele quante volte ti ho detto che ti amo oggi?- Si voltò verso il ragazzo che ora faceva la curva della rotatoria.
-Non lo so, perché?-
Tornò a guardare verso la strada.
Quell'ombra era a poche decine di metri da loro, con il riflesso della luna capì cosa era.
Era un auto, un auto a fari spenti, un auto che correva troppo per non prenderli in pieno.
O meglio, prendere in pieno lei.
Aveva sempre immaginato la sua morte, aveva sempre desiderato di andarsene, ma ora non voleva, ora che aveva trovato il suo amore no.
-Qualunque cosa accada, ricordati che ti amo, che non ho mai smesso di farlo. Che lo farò sempre.-
E fu buio.
Aprì gli occhi, un odore di sangue le invase le narici, cercò di muoversi, ma ogni movimento le creava un grandissimo dolore al ventre.
Si cercò di voltare verso il ragazzo, quando lo vide privo di coscienza cercò di muoversi per svegliarlo sentendo aprirsi di più un buco nel ventre.
-Lele, svegliati, ti prego apri gli occhi- Non aveva neanche più la voce.
Sentiva il sangue uscire dal basso ventre ad ogni suo tentativo di respirare.
-Lele, Elo vi prego rispondetemi- La voce di Gabriele rincuorò.
-Gabriele, Elodie è qui! Chiamo l'ambulanza!- Sentì anche la voce di Arianna mentre sentiva un vetro spaccarsi e lo sportello aprirsi portando fuori da quella ormai trappola mortale Lele.
-Lele è solo svenuto, deve aver sbattuto la testa- Michele fuori che parlava la consolava.
Lele era solo svenuto.
Poteva ancora vivere.
-Elodie, Elodie mi senti? Ti prego rispondimi- Una lacrima di Gabriele cadde nel viso della ragazza.
-Gabri- Cercò di aprire gli occhi -Pensa a Lele, per me ormai è troppo- Richiuse le palpebre -tardi-
Pensava davvero che era la fine.
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I'll be back || Lele Esposito e Elodie Di Patrizi
RomanceAveva capito di amarla quando Fabio le aveva chiesto di uscire, lei aveva accettato e quando Lucas glielo aveva detto era impazzito dalla gelosia fino a cercarla per riportarla a casa senza dare spiegazioni. Quando l'aveva vista sotto la pioggia sve...