Capitolo 21

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La vigilia di Natale, la mia festa preferita, quella che metteva una pace ed una tranquillità nel cuore di tutti o forse.

Draco era appena entrato in Sala e non mi aveva nemmeno degnato di un saluto ma nemmeno di uno sguardo, niente...
I suoi occhi freddi come il ghiaccio che ti entravano dritti al cuore con un solo sguardo, la sua mascella serrata, i suoi pugni chiusi, c'era qualcosa che non andava era evidente...

Ma che cosa?
Sarà stata la Parkinson?
Suo padre?
Sua madre?
Voldemort?
Io?

Io...?
Non poteva essere così per me, tra noi non è avvenuto nessun litigio anzi.

Io e Ginny eravamo sedute accanto in compagnia di altri Grifondoro di vari anni.
Ancora Harry non si era svegliato e noi lo avevamo lasciato riposare ancora un'altro pò.

Ginny notò il mio sguardo posato sul freddo Malfoy e mi chiese cosa mi prendeva.

"Guardalo è freddo come il ghiaccio, non mi ha degnata nemmeno di uno sguardo"dissi alla Weasley.

"Non ti avrà notato Mione sta tranquilla"disse lei facendola facile.

No non è vero lui è diverso...

Subito dopo questo pensiero lo sguardo ghiacciato di Draco si posò sul mio.
Mi guardava serio come se non fosse successo nulla in questi mesi, era arrabbiato, infastidito...

Dovevo parlargli, non poteva continuare a fare così a guardarmi senza reagire.

Al tavolo arrivò Harry ancora assonnato.
Baciò Ginny e si sedette.

"Avete dormito bene ragazze?"chiese il ragazzo occhialuto.

"Alla grande amore"rispose Ginevra.

"Bene Harry e tu? Hai dormito solo vero?"chiesi.

"Bene per fortuna, comunque sì e non potete capire quanto può essere bello non sentire Neville russare"ridacchiò Harry.

"Immagino"risposi.

"Se vi va stasera facciamo un pigiama party per stare un po in compagnia, Ron ha lasciato qua gli Scacchi dei Maghi, magari una partitina"propose Potter.

"D'accordo"rispondemmo io e Ginny.

"Ma se io ti batterò dovrai fare quello che ti dico io per una settimana Potter"disse Ginny ridendo sotto i baffi.

"Ricambio la scommessa amore"rispose lui.

"E se vinco io?"chiesi facendogli notare che c'ero anch'io.

"Se vinci...niente"ridacchio Ginny.

Le lanciai un'occhiataccia e lei sorrise.

Draco si stava alzando, dovevo assolutamente seguirlo per parlargli...

"Ragazzi io vado a posare un libro in libreria, a dopo"mentì.
"Ok Mione a dopo"rispose Harry.

Mi alzai e cominciai a seguire il Serpeverde che si stava dirigendo verso la Torre di astronomia, non si era accorto della mia presenza, era come se stesse scappando da tutto è da tutti, camminava a passo svelto ed io riuscivo a mal'appena a stargli dietro.

Appena arrivato si affacciò, il panorama era mozzafiato così decisi di irrompere il silenzio.

"Bel posto in cui pensare"

Draco si girò di scatto e mi guardò con lo stesso sguardo ghiacciato che mi aveva rivolto a colazione.

"Che cazzo vuoi MEZZOSANGUE?"

Alle sue parole sentì come se una lama bollente stesse trapassando il mio petto e il mio cuore.

"D-Draco c-che ti prende?"balbettai cercando di tratterenere le lacrime.

"Adesso mi segui Granger? Che cazzo vuoi da me? Va via sporca mezzosangue che non sei altro"disse con disgusto.

Un'altra...un'altra lama...cosa e chi lo aveva fatto diventare così... Cosa?

"Draco io..."

"Allora forse ti sei rincretinita Granger, cosa non capisci delle semplicissime parole Vai Via? Che c'è? Adesso Hermione Granger la strega più brillante della sua età non capiva l'italiano? Hai forse battuto la testa? Oh povera...Quella è la porta sei pregata di utilizzarla per andare a fanculo. Grazie"disse Draco.

Il sangue mi si gelò nelle vene, no io non potevo credere, avrei voluto solo gettarmi dalla Torre di astronomia e farla finita.
Che cazzo gli è successo? Qualcuno gli ha cancellato la memoria?
La Parkinson? No impossibile. Era successo qualcosa.

Le lacrime cominciavano a rigare il mio viso e cominciavo a singhiozzare come una cretina davanti a questo stronzo.

Mi avviciani lo voltai prendendolo per la camicia e gli tirai uno schiaffo con tutta la mia potenza.

Dopo di ciò me ne andai con il cuore in frantumi.

Come? Come aveva potuto dimenticare tutto? Come?

Avevo un mal di testa impressionante, andai in bagno per lavarmi la faccia quando non so come sia finita dentro la tasca della mia gonna una lametta, forse per sbaglio l'avrà posata Ginny quando voleva incidere le nostre iniziali in un'albero quando eravamo ad Hosmeade.

Non importava come c'era finita, adesso volevo soltanto utilizzarla...

Alzai la manica destra della camicia e con la lametta cominciai a fare dei piccoli tagli nel mio avambraccio piangendo e singhiozzando.
Il sangue non cessava di uscire quando la vista cominciò ad annebbiarsi, non riuscivo a capire più nulla finché poi tutto fu ricoperto da un enorme buco nero.

Un'amore Impossibile-DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora