Chapter 17 "Mr.Macho"

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Dopo esserci presentate,Gemma insistette nell'offrirmi un caffè.

Nel frattempo,ne approfittò da farmi da guida e mi indicò le varie scorciatoie dell'università, per tagliare le strade lunghe e non arrivare mai in ritardo alle lezioni.

Il bar dell'istituto era molto accogliente. Alcuni studenti lavoravano lì ed altri studiavano.

La regola del bar era l'assoluto silenzio,era d'obbligo parlare a bassa voce. 

Dopo aver aspettato le nostre bevande,le portammo con noi nei nostri posti. Gemma era uno spirito libero e molto impulsiva.

Mi raccontò di quella volta,dove si svegliò e decise di avere i capelli color pastello blu/violetto e se li fece quel giorno stesso.

Parlare con Gemma fu così facile.

Così attenta agli argomenti che dicevi e poi,anche solo guardandola emanava serenità.

Scoprimmo,inoltre,di avere molte cose in comune tra cui la letteratura inglese e il gusto preferito di gelato: alla fragola.






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La mia prima lezione all'università fu quel pomeriggio.

Io e Gemma non ci rendemmo conto delle ore passate,finché non mi chiamò mia madre e guardando l'ora mi resi conto che fossero già le due del pomeriggio e la lezione iniziava mezz'ora dopo.

La salutai in fretta e mi misi a correre cercando
l'aula Corso Francese  1°Livello A2.

Riuscì a trovare l'aula di francese,guardai l'aula mezza vuota e capì di essere arrivata in anticipo. Trovai un posto disponibile nelle ultime file.

Una volta che tirai fuori il libro,una penna e un quaderno mi misi a guardare intorno,studiando ogni dettaglio.

Un ragazzo alto e muscoloso entrò in aula. Mise apposto la spallina dello zaino e salì le scale per prendere posto.

Vidi che non si fermava e avanzava sempre più arrivando alla mia fila.

Mi piaceva essere da sola e non avere nessun vicino di banco e pregai tutti i santi sperando che non avrebbe preso il posto accanto al mio.

Come non detto.

Si sedette vicino a me.

Mi sentì a disagio. Il ragazzo accanto a me non era affatto male e,cercando di non farmi beccare lo guardai.

I suoi capelli castani erano legati in una crocchia,segno che fossero lunghi,la sua mascella era ben definita.

Alla faccia dei gemelli Dolan e Jack Gilinsky,pensai.

Si tirò su le maniche del maglione nero attillato mettendo in ben vista i muscoli.

Notai qualche tatuaggio sul braccio e fu lì che mi notò. 

"Ti piacciono?" Aveva un forte accento texano.

"Son ben fatti" risposi e lui rise piano "Lo prendo per un sì" posai lo sguardo sul mio quaderno e iniziai a giocarci con i bordi.

Si avvicinò a me e mi parlò in un orecchio "Non pensare che non abbia notato come mi guardavi prima."

Divenni tutta rossa e cercai di coprirmi la faccia con capelli.

Ringraziai me stessa quando decisi di non uscire di casa qualche giorno fa e di non essere andata dalla parrucchiera. 

Nascondendomi con la barriera dei miei capelli gli risposi.  "Non è come sembra. Non sono interessata a te in quel modo."

Photo; lwtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora