Capitolo 19

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Arrivata all'indirizzo di casa sua entro nel suo vialetto e parcheggio il motorino. Mi guardo intorno e resto senza fiato. Altro che la villa di Cam questo è un castello. La sua casa è interamente dipinta di un bianco avorio a due piani ed è grande e imponente. Nemmeno fosse la casa bianca. 

Cammino verso i gradini che portano alla porta principale mentre ammiro il giardino verde e curato.

Arrivata alla porta, faccio un respiro profondo e suono il campanello. Passa qualche minuto ma non mi apre nessuno.
Suono ancora e anche per altre tre volte ma niente.

Mi sto seriamente preoccupando, non gli sarà mica successo qualcosa? Non si sarà sentito male? Una sequenza di film mentali non tanto piacevoli, mi sta attraversando la testa.

E non so perché mi metto a gridare" Justin ti prego apri! Dobbiamo parlare! Mi dispiace, okay? Non volevo comportarmi in quel modo, sono stata una stupida, stronza ma mi hai preso alla sprovvista. Per favore, apri!"
Senza fiato abbasso la testa "Dopotutto sei importante per me.." sussurro.

"Davvero?" dice una voce dietro di me.

Mi giro di scatto e trovo Justin con una felpa bianca e dei jeans blu scuro, i soliti capelli ribelli appoggiato svogliatamente al muretto a braccia incrociate che mi osserva divertito.

"Oddio Justin mi hai spaventato! Da quanto sei lì?" gli chiedo.

"Abbastanza da non perdere il tuo spettacolo" mi dice scoppiando dalle risate" avresti dovuto vederti." mi dice continuando a ridere.

Ecco un'altra figura di merda che stranamente è solo lui che ha il piacere di assisterle.

"Ma bravo prendimi pure in giro e dire che volevo sistemare le cose con te, ma vedo che a te non frega niente." gli dico incazzata e facendo per scendere le scale e andarmene via.

A quanto pare sta benissimo anche senza di me.

"Ehi ehi, dove pensi di andare?" mi dice tornando serio, prendendomi per un braccio.

"E a te che importa?" dico spazientita.

"Mi importa perché ci tengo a te, al contrario di come me lo dimostri tu." mi dice con volto inespressivo.

Sospira lasciandomi il braccio e poi riprende a parlare" Kat sono stanco di fare al gatto e al topo con te. Voglio che tu mi dica chiaro e tondo se vuoi stare con me, perché continui a provocarmi per poi scappare e questa cosa mi sta uccidendo. Se mi dici ora che non vuoi più avere a che fare con me, ti prometto che sparirò dalla tua vista." mi dice guardandomi con quegli occhi blu come il mare in tempesta.

"Io.." cerco di dire ma poi mi fermo, spostando lo sguardo altrove.

Passa qualche minuto dove nessuno dei due parla.

"Ho capito" mi dice dopo un pò senza guardarmi, allontanandosi per entrare in casa.

È davvero quello che voglio? Davvero non voglio più che mi stuzzichi, che mi guardi come se fossi un'isola da esplorare, che non mi abbracci più e non sentire quella sensazione di calore e protezione, di non provare più la sensazione delle sue labbra sulle mie così morbide e calde, di non incrociare più quegli occhi che ho saputo fin dall'inizio che sarebbero stati la mia rovina. Ma semplicemente di stare con lui.

No non è quello che voglio.

"Io voglio stare con te, Justin." gli dico fermandolo mentre delle calde lacrime mi scendono lungo il viso. Devo smetterla di pensare al passato, devo andare avanti.

"Non voglio che te ne vada." Al pensiero di non vederlo più mi è bastato a capire quanto mi fa male.

Finalmente l'ho capito.

Lui per me è diventato essenziale nella mia vita.

Sento delle braccia avvolgermi mentre io lo stringo forte a me respirando il suo profumo afrodisiaco di menta e muschio. Il mix che è diventato il mio preferito.

"Sono contento che tu ci abbia pensato" mi dice con un bellissimo sorriso.

Sorrido mentre mi asciuga le lacrime, sì sono felice della scelta che ho fatto.

"Se no dove ne trovo uno che mi rubi le sigarette dalla borsa e che mi faccia i succhiotti enormi sulla schiena" gli dico scherzando.

"In effetti non ci sarà mai uno migliore di me" mi dice con un sorrisetto spostandomi una ciocca di capelli dal viso per poi abbassarsi e regalarmi il bacio migliore della mia vita.

Il mattino dopo mi sveglio felicissima e con la sensazione di stare sopra le nuvole. Ora tutto stava andando per il verso giusto e mi sento in pace con il mondo.

Vado in bagno per farmi una doccia veloce per poi vestirmi con dei leggins neri, una maglietta verde e la giacca in pelle nera. Una volta truccata, legato i capelli in una coda alta e infilate le mie all star nere, scendo le scale.

"Giorno! " saluto senza vedere chi c'è andando a prendere il succo di frutta. Bevo in fretta un sorso ed esco di casa.

"Giorno piccola" mi saluta Justin abbracciandomi da dietro lasciandomi un bacio in fronte.

"Tu qui?" gli chiedo abbracciandolo radiosa.

"Si volevo accompagnare la mia ragazza a scuola." mi dice con un fantastico sorriso.

"Mmh tutto qui? Che peccato." dico provocandolo strusciandomi su di lui.

"Piccola se non ti fermi, ti assicuro che oggi non ci spostiamo da qui." mi dice con gli occhi che ardono di passione.

Sorrido è davvero bellissimo inutile dirlo ormai, i suoi occhi blu come la camicia che indossa  brillano mentre mi guarda e io.. bé sono persa di lui.

Arrivati scendiamo dalla sua Mercedes nera e lui mi prende per mano sorridendomi raggiante.

"Non ci credo!" urla Rachele più entusiasta che mai.

"Aaah finalmente era ora!" grida Cam lanciandosi su di me e abbracciandomi, sinceramente contenta.

"Grazie ragazze!" dico ridacchiando per poi guardandare Justin che ride con Ash e Nick.

Dopo la fine delle lentissime ore di lezione stavamo uscendo dalla scuola ridendo a delle battute che faceva Ash. Io e Justin ci stiamo tenendo per mano, scambiandoci a volte qualche occhiatine. Oggi la giornata non poteva andare meglio. Mi sentivo la ragazza più felice sulla terra.

"Kathy?"

Sbianco.
No,non è vero.
Non può essere lui.
Non può comparire così dal nulla come un fantasma del passato.
Non dopo quelle giornate in cui ero depressa e non c'era niente che poteva colmare il vuoto che avevo dentro.
Non dopo tutte le notti ad aver pianto per lui.
Non dopo tutto il dolore che mi ha causato e lasciandomi senza risposta, in sospeso.
Non dopo due maledetti anni non può rifarsi vivo adesso.
Non che ora avevo finalmente deciso di voltare pagina e di dimenticare il passato
Il destino non può essere così crudele.
Calde lacrime di dolore tenute dentro per due anni uscivano straziate e dopo tanto tempo solo ora potevo pronunciare quel nome.
Quel nome che non volli mai più sentire.

"Jonathan"

OUR STRANGE LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora