Il Dono di Camilla [Completa]

Capitolo 2 - Nuovo Arrivo

Camilla agitò la matita sul libro di Tedesco con insistenza, non riusciva a pensare ad altro che al nuovo insegnante. Qualcuno bussò sulla soglia della classe e il professore si alzò dalla sedia per poi aprire la porta, nella mano destra aveva il suo fedele libro di grammatica. Un vociferare echeggiò per qualche secondo, finché i loro occhi si posarono sulla nuova arrivata. Karl era stato avvisato dai suoi colleghi che una nuova studentessa sarebbe giunta nella classe qualche minuto di ritardo.

Karl - Vorrei la vostra attenzione per un secondo.

I compagni di quella quinta borbottarono qualcosa e risero, Camilla e Renzo mostrarono delle facce curiose e alcuni gesti per capire cosa stesse succedendo.

Karl - So bene che siamo a metà del primo quadrimestre scolastico, ma la professoressa Sabino mi ha informato sull'arrivo di una vostra nuova compagna. La nuova allieva ha completato egregiamente la quarta con voti abbastanza alti e si è iscritta alla nostra scuola da poche settimane. Datele un caloroso benvenuto - sorrise.

Il professore stette zitto per l'entrata della giovane che portava sulle spalle una cartella in jeans, il trio sghignazzò e la indicò con sgarbo per i vestiti che portava. Alcuni ragazzi mugugnarono e commentarono per alcuni minuti le scarpe grigie e borchie su un lato. La ragazza era bassa e portava degli occhiali tondi da vista che ingrandivano gli occhi ambrati, i capelli mori le scivolavano sulle spalle coperte da un cappotto marrone, mentre si poteva intravedere una maglietta nera con una stampa di Dylan Dog. Marica indicò a Desiree i jeans grigi e strappati della giovane che con passo deciso entrò. Camilla guardò con curiosità la giovane avvicinarsi ad un banco vuoto e posare la cartella sul pavimento per poi estrarre i quaderni e il libro della materia, dopodiché l'interessata tolse il cappotto e lo posò sullo schienale della sedia.

Karl - La vostra nuova compagna arriva dal Veneto, precisamente da Bibione. È arrivata qui a Torino da poco. Se vuoi presentarti - guardò la ragazza e si avvicinò alla cattedra.

Karl prese il registro e scrisse con la penna nera il nome di Serena Zordan per confermare l'arrivo e annotare le ultime cose delle lezione. La giovane si guardò attorno mostrando un sorriso dolce ai compagni e muovendo la mano per salutarli con garbo.

Serena - Ciao. Mi chiamo Serena. Ci siamo trasferiti qui a Torino per il lavoro di mio padre. Ho dovuto stoppare gli studi nella mia città per degli impegni di famiglia.

L'accento del dialetto echeggiò per alcuni secondi, dei compagni di classe scherzarono su quel tratto diverso delle loro origini. Il professore accennò un freddo sorriso e ricominciò la lezione, scrivendo sulla lavagna con un gessetto delle regole grammaticali. Tutti iniziarono a far l'esercizio del professore.
Serena scrisse la frase correttamente e notò lo sguardo curioso di Camilla che la guardava a qualche banco di distanza, la giovane la salutò con dolcezza. L'italo-norvegese ricambiò con un segno della mano e ritornò all'esercizio, la timidezza le fece arrossire le guance lentigginose.

L'ora di Tedesco passò lentamente e finalmente il suono della campanella echeggiò nella scuola, permettendo agli studenti di tirare un sospiro di sollievo. Camilla introdusse all'interno dello zaino il libro, alzò lo sguardo verso Renzo che si era avvicinato a Serena, dopodiché prese il libro di matematica per la prossima lezione. I due non erano molto lontani da Camilla, la quale percepì la discussione senza giudicarli.

Renzo - Ehilà! Bella la maglietta di Dylan Dog. Appassionata di fumetti?

Camilla sistemò le penne dell'astuccio e si avvicinò ai due ragazzi, i quali notarono la presenza ma continuarono la discussione. Serena annusò un profumo intenso di more e timo, anche se non capiva da dove proveniva.

Serena - Sì. Come si può vedere, amo Dylan - indicò la maglietta.

Renzo - Dove l'hai presa la maglietta? Ma soprattutto... quanti numeri hai di Dylan Dog?