๛1_Primo Giorno.

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Sehun era molto emozionato, gli era stato affidato un'ufficio tutto suo al piano terra dell'ospedale, una stanza piccola ma confortevole.
La notte prima non aveva per niente dormito, il tempo gli sembrava scorrere in fretta, e ora si ritrovava a camminare avanti e indietro per il nervosismo.
Così, per rilassarsi un po', preparò un buon caffé, che sorseggiò con gusto.
Scese le scale, incontrando il Direttore intento a salire.

"Buongiorno Signore." disse, inchinandosi davanti all'uomo in segno di rispetto.

"Oh! Eccola dottore." rispose lui con tono educato.

"Non mi dia del lei, mi piace di più Sehun. E mi dia tranquillamente del Tu."

"D'accordo Sehun, come vuoi." rispose, sorridendo sotto quei suoi baffi grigio-bianchi.

"Uhm.. Cosa le serve?" domandò Sehun un po' perplesso.

Chissà cosa ci sarà di tanto urgente. -pensò.

"Ah si, quasi dimenticavo. La ragione per cui ti cercavo è semplice: vorrei compilassi le ultime carte del tuo curriculum e che per le 8:15 tu venga in segreteria per sapere quali saranno i pazienti - o il paziente - cui dovrai stare vicino."

"Va bene Signore."

"Ti auguro una buona giornata Sehun, sii felice il tuo primo giorno." disse.

"Anche se qui non c'è granché di cui essere felici." continuò, sorridendo ingenuamente.

A Sehun quell'uomo piaceva, era diverso da tutti i Dottori presenti in quell'ospedale.
Era un uomo sulla cinquantina, basso e dall'aspetto serio.
Occhiali tondi che ingrandivano i suoi occhietti piccoli e rugosi, e un po' di barba che lo faceva apparire più anziano.
Era gentile e molto paziente, lo era con tutti e sapeva come consigliarti, sempre.

Per perdere ancora un po' di tempo, compilò tutti i moduli da completare e firmare che l'uomo gli aveva dato poco prima.
Mancavano solo 5 minuti alle 8:15 e Sehun si mordeva le labbra ogni due secondi per l'ansia di sapere quali pazienti sarebbero stati "Suoi".
Respirò profondamente e si diresse verso la segreteria.
Bussò e subito la voce di una signora lo invitò ad entrare.

"Ah Dottor Sehun, è già qui? Si accomodi." disse, sfoggiando un sorriso cortese.

Sehun's point of view:

Ogni singola parola che usciva dalla sua bocca, rimbombava nella mia testa come i tuoni durante un temporale.
Il cuore mi batteva e sudavo freddo per ciò che avevano sentito le mie orecchie.
Mi avevano assegnato due pazienti.
Sinceramente, i più gravi dell'ospedale.

"Partirò con quello meno grave fra i due."

Il primo si chiamava Do Kiungsoo e soffriva di Epilessia, Isterismo e crisi di identità. Aveva sbalzi d'umore e se triste o arrabbiato il suo unico sfogo era quello di gonfiarsi di antidepressivi fino alla morte. Salvato per un soffio, e rinchiuso in quella cella da ben sette anni. Due infermieri sono morti a causa sua solo perche volevano convincerlo a fare la doccia.

"Nessuno psicologo è mai riuscito a curare quel paziente. Tutti l'hanno dato per caso perso. È il paziente n. 103. Buona fortuna. E ancora congratulazioni per essere riuscito a entrare."

Così mi aveva detto la signora, che poi scoprii fosse la moglie del Direttore.
A quelle parole spalancai gli occhi e deglutii.

"E il s-secondo?" domandai un po' preoccupato.

Notai la donna abbassare leggermente il capo e porgermi la scheda con le informazioni del paziente.
Era un giovanissimo ragazzo di soli 20 anni.
Si chiamava Luhan, nella foto mi sembrava un tipo apposto, carino - molto carino - e dal viso angelico.
Ma l'apparenza inganna, si sa. C'era scritto chiaramente che era un pazzo criminale, che uccideva senza sensi di colpa.
Le vittime erano state 105 di cui 2 psicologi, fino a quando all'età di 16 anni non entrò in quel manicomio.

"Mio Dio.. " sussurrai con gli occhi sbarrati sul foglio.

Cercai il numero del paziente.
N. 208.
Cominciavo a pentirmi di aver scelto quel mestiere, ma tuttavia quel ragazzo, Luhan, mi incuriosiva.

                             👣

Sehun stava controllando che tutto fosse a posto, la luce nel corridoio altalenava, finché un blackout raggiunse tutto il quartiere.
Stava arrivando un temporale e dalle finestre si vedevano le grandi nuvole grigie che avevano coperto quei pochi raggi di sole rimasti.
Ma, per fortuna, passò in fretta e la luce tornò.
Sehun guardò i quadri appesi sulle pareti bianche con qualche crepa.
Uno lo colpì particolarmente.
Era dipinta una bambina, con gli occhi grigi e i capelli corti e biondi. Il suo sguardo faceva quasi paura, e la bambola che abbracciava anche di più.
Le mancava un occhio, aveva una cicatrice sulla guancia e il sorriso non era dei migliori.
Tuttavia la bambina sembrava tenerci.
Rabbrividì improvvisamente.
Scrollò le spalle per il brivido che lo aveva scosso e continuò a camminare lentamente, pensando a quanto sarebbe stato difficile lavorare con quel senso di inquietudine che dapprima lo invadeva.
Un rumore lo riportò alla realtà, spaventandolo.
Qualcosa si era rotto, probabilmente un vetro o un bicchiere.
Corse velocemente nel reparto, seguito da alcuni infermieri.

Oh Santo cielo...
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Ed eccomi qui con il primo capitolo di questa storia!

Spero non ci siano errori grammaticali e comunque sia spero tanto vi piaccia.

Se la storia vi piace lasciate un commento e/o una stellina!

Ciau!

*PsYcHoPaTh* // HUNHAN~EXODove le storie prendono vita. Scoprilo ora