Quattro giorni dopo gli ultimi avvenimenti.
Quella era una giornata particolarmente strana, si ritrovò a riflettere Sehun, mentre con la solita cartellina nera camminava per le strade di una Seoulー spenta.
La pioggia scendeva dal cielo grigio e batteva leggera e ventosa sul cappuccio del suo impermeabile, mentre a riempire il silenzio di quella mattina c'erano solo il rumore di qualche auto in viaggio per chissà dove, e i piedi di Sehun che correndo emettevano un clap-clap costante sull'asfalto bagnato.
Si fermò un secondo, ma dove stava andando?
Perso tra i suoi pensieri aveva superato di qualche isolato la sua iniziale meta, così si riscosse e confermò nella sua testa che sì, quella era decisamente una strana giornata. O forse era strano lui, più semplicemente. Si sentiva.. pesante.
Si voltò indietro e ancora una volta si ritrovò a correre.
Oltrepassata la cancellata metallica che ogni volta - pensò- emetteva uno stridio assurdo.
La porta si aprì dopo qualche secondo da che ebbe girato la chiave nella vecchia serratura arrugginita, così entrò e fece strisciare i piedi sul tappeto all'ingresso per asciugare le scarpe zuppe, cambiandole poi con il solito vecchio paio di scarpe di gomma scomode e un numero troppo grande."Sehun, come mai così tanto in ritardo?" Una voce lo chiamò da dietro, era Jongin pettinato e sempre bello come il sole, già alle prese col carrello della colazione.
"Sono venuto a piedi, e fuori sta venendo giù il mondo" disse, acciuffando uno dei dolcetti sul carrello e ficcandoselo in bocca con fare disperato.
Maledetto ingordo ー pensò Jongin, poi sospirò e "Capisco, io ora vado prima che tu li finisca tutti e il capo mi licenzi perché sono tutti morti di fame. A dopo." Ridacchiò, lasciando il biondo lì, immobile, a complessarsi sul suo essere un ingordo ciccione.
Si toccò la pancia e sospirò melodrammaticamente, "sembro incinto" borbottò tra sé, poi si avvicinò all'ufficio del direttore, bussandoci un attimo dopo."Sehun, hai mezz'ora di ritardo, si può sapere dove hai la testa?" L'espressione di Tao fu indecifrabile, sembrava arrabbiato, ma di quella rabbia dovuta una specie di.. preoccupazione?
"Mezz'ora?" Il biondo sgranò gli occhi, eppure a lui sembrava di aver sforato l' orario di soli cinque minuti quando aveva lasciato casa sua, insomma, possibile che si fosse perso nei suoi pensieri camminando, al punto da perdere la cognizione del tempo?
"M-Mi dispiace signore, non so che cosa mi stia prendendo oggi." Fece un inchino, chiedendosi perchè quella sensazione ancora non l'avesse abbandonato.
Dio, che fastidio mi dà non capire le cose.
"È tutto okay?" ZiTao poggiò una mano sulla sua spalla, guardandolo confuso.
"Non lo so Tao, il fatto è che da stamattina ho una brutta sensazione addosso. Anzi, non so nemmeno se sia brutta o meno. È strana."
"Intendi come quando hai la sensazione di aver dimenticato qualcosa?"
"Esattamente, in quei momenti la nostra mente ci gioca un brutto scherzo, e ci fa ricordare cosa ci siamo dimenticati solo quando è troppo tardi. La sensazione è quella, solo che non ho dimenticato nulla. Piuttosto, ho come il presentimento di non sapere cosa succederà oggi, come se in qualche modo io sappia che oggi è diverso. E la cosa mi inquieta perché non so se sia positiva o no."
"Sembri stressato, se vuoi posso concederti qualche giorno diー"
"No. No, sto bene, davvero. Con permesso, torno al mio lavoro." Sehun aprì la porta, ma prima di uscire, si rese conto di qualcosa. Qualcosa che apparentemente sarebbe anche potuto sembrare banale, ma quella sensazione gli procurava ansia anche per le piccolezze.
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*PsYcHoPaTh* // HUNHAN~EXO
Fanfiction"Tutti pensano che i pazzi non capiscano niente. Io invece penso che siano diventati pazzi proprio perché hanno capito tutto." E di colpo si udì un singhiozzo. Era lui che piangeva, con quegli occhi che di solito facevano paura. Non potetti r...