๛2_Lu Han

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In tutto il reparto c'era un viavai di dottori, infermieri, pazienti..
Aspettate un attimo...
PAZIENTI?
Cosa ci facevano lì?

"Andate nelle vostre stanze! Ora!" urlò uno dei tanti medici, e loro subito ubbidirono sbuffando.

"Hai sentito? Pare che questo paziente abbia rotto la finestra e abbia lanciato giù uno degli infermieri" sussurrò un'infermiera alla sua amichetta pettegola.

Sehun non sapeva cosa fare, come muoversi, dove andare, chi chiamare.

"Dottor Sehun dovrebbe stare più attento ai suoi pazienti!" urlò il capo reparto in faccia a Sehun.

Mio paziente? - si chiese stranito.

Si avvicinò alla porta per leggere il numero e scoprì che era il suo secondo paziente: LU HAN.

"Oh mio Dio" sussurrò.

Sehun's point of view:

Stufato per il chiasso, cacciai tutti i medici fuori da quella stanza.

"Fuori! Fuori di qui, tutti quanti. Buoni a nulla!" urlai forte, in modo che tutti potessero sentirmi.

"Dottore, qui l'unico buono a nulla sei solo tu! Guarda cosa ha combinato questo malato mentale!"

Lo presi dal colletto della sua divisa, senza sapere chi fosse, mentre guardavo Luhan diventare Satana per quello che questo tizio aveva detto.
Se gli sguardi potessero uccidere, quello di Lu Han avrebbe potuto ridurre quel ciarlatano ad un cumulo di cenere.

"Non ti permetto di dire una cosa del genere. Azzardati di nuovo e va a finire male. E ora sparisci." gli dissi guardandolo negli occhi.

Tutti andarono via, così entrai nella stanza del mio paziente.

"Buongiorno." gli sorrisi, anche se, per la storia un dell'infermiere volato dalla finestra, me la stavo facendo addosso.

"E tu chi saresti?"

"Ah si, che sbadato. Sono uno psicologo, anche se solo agli inizi. E il mio paziente sei tu da oggi."

Il ragazzo si avvicinò a me tirandomi dalla cravatta.

"IO. LI. DENTRO. NON. CI. VADO."

Lo spinsi via.

"Non voglio portarti nella cella di isolamento, voglio solo parlarti."

Si allontanò da me, così abbozzai un sorriso.

"Vedo che mi capisci." dissi.

"Che vuoi? Oggi non ho nessuna visita."

"PARLARTI."

"Ma bene, accomodati! E fai in fretta, non ti voglio qui. Tu sei come tutti loro. Non ti permetterò di mettere un dito su di me."

"Perché ti comporti così?"

"Perché la tua presenza mi irrita."

"Ascoltami, non potrò aiutarti se non mi dai modo di dialogare con te."

"Nessuno può aiutarmi. Nessuno può capirmi perché sono strano, 'malato', perché siete tutti una massa di stupidi" urlò lanciando una sedia contro di me.

Urlai poco vilirmente e dissi istintivamente "Ma sei pazzo?"

In quel momento mi sentii un gran coglione. Che domanda.

"Bingo. Visto? Lo pensi anche tu. E ora esci." affermò lui, prendendo un coltello e tagliandosi le braccia in un punto che io sapevo benissimo essere vitale.

*PsYcHoPaTh* // HUNHAN~EXODove le storie prendono vita. Scoprilo ora