Cap 2

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Mi ritrovai sdraiata in una stanza immersa nell'oscurità. La schiena appoggiata al pavimento gelido. Rabbrividii e d'istinto mi misi a sedere cercando una fonte di luce. Guardai verso l'alto, nella certezza di trovarvi un soffitto ed un lampadario, rimasi scioccata quando invece mi accorsi che sopra la mia testa si estendeva un cielo nero come la pece, puntellato qua e là da minuscoli cerchi luminosi. Sembravano diamanti. Cercai di alzarmi,mi girava la testa e non vedevo nulla. All'improvviso sentii qualcosa aprirsi e mi voltai verso la direzione da cui era giunto quel rumore. Notai una figura nell'ombra scomparire rapidamente in una luce fioca, prima che l'oscurità tornasse a rendermi cieca.

Scansai le coperte e mi alzai lentamente prendendomi la testa fra le mani. Avevo la sensazione di essere appena scesa dalle montagne russe dopo aver ingurgitato ogni genere di cibo-spazzatura mai inventato. Feci un respiro profondo, cercando di rilassarmi e focalizzare quello strano luogo. Era inquietante e affascinante al tempo stesso. Mi sarebbe piaciuto rivederlo, facevo sogni così noiosi ultimamente. Allontanai quel desiderio infantile di esplorazione, avevo cose più importanti a cui pensare. Prima di tutto avrei dovuto scoprire chi fosse quel ragazzo e perchè mi avesse parlato in quel modo.Ancora non mi era chiaro come avesse fatto a scoprirmi senza che quasi battessi ciglio e come fosse riuscito a capire che stavo mentendo. Poi c'era quell'espressione infastidita...

'Aaaah che confusione!' esplosi ad alta voce.'Karen sei proprio una stordita!' Ecco cosa mi avrebbe detto Erin se fosse stata lì. Più tardi l'avrei cercata,avevo bisogno di lei per costruirmi un alibi a prova di bomba su dove mi trovassi e perchè,mentre in realtà frequentavo quel corso con l'uomo del mistero. Senza farmi beccare si intende, ovviamente.

Scesi in cucina e salutai Al con insolita tranquillità, tanto che mi prese in giro sostenendo che non fosse da me aver esaurito le pile già di prima mattina. Pensai ad una risposta ad effetto che non arrivò, quella sensazione di malessere non sembrava volermi abbandonare...che mi stessi ammalando? No. Assolutamente no. Non in quel momento, non potevo. Al cercò di sfruttare il mio malcelato stato di trance per convincermi a fare colazione con mio padre, ma per sua sfortuna non ero ancora così rintontita da acconsentire. Non sedevo a tavola con lui dalla morte della mamma, ad eccezione delle grandi occasioni di festa che si tenevano a palazzo tre o quattro volte all'anno. Di certo non avrei cambiato le mie abitudini quel giorno. Sorseggiai un te caldo e mandai giu di forza qualche biscotto, giusto per avere le energie sufficienti ad affrontare la giornata.



Dopo aver trascorso una mattinata estenuante in palestra, nel tentativo di riprodurre gli stessi movimenti che avevo osservato di nascosto,decisi che era giunto il momento di farsi una bella doccia bollente per rilassare i muscoli pulsanti a causa dello sforzo. Il mal di testa sembrava essersi dileguato così mi tranquillizzai un poco.A pranzo mangiai un boccone al volo, quasi senza masticare per la fretta di vedere Erin e raccontarle ciò che era successo. Scavalcai di nascosto le mura che circondavano il palazzo evitando così di trovarmi due guardie alle calcagna . Come se non sapessi difendermi meglio di quanto loro avrebbero potuto fare! La trovai appena fuori dalla scuola, sorridente mentre parlava con la madre di uno dei suoi allievi. Raggiunta la maggior età e terminato il curricolo di studio Erin aveva deciso di dedicarsi all'insegnamento, era perfetta per quel ruolo con la sua pazienza e sensibilità. Appena mi vide mi corse incontro, poi si guardò intorno e non vedendo nessuno al mio fianco, mi lanciò uno sguardo eloquente.

"Eddai Erin non guardarmi con quella faccia!"esclamai. " Sai bene quanto siano inutili quei due sacchi di patate di Philip e Leonard, per quanto siano simpatici,se davvero ci ritrovassimo in una situazione di pericolo sarei io a dover difendere loro!" sostenni con covinzione.

"Lo so Karen, ma sei la principessa, non sei mai al sicuro! Non puoi scorrazzare per la città come se niente fosse" disse apprensiva "soprattutto ora che gli attacchi al portale sono sempre più frequenti"aggiunse dopo un attimo rabbuiandosi.Suo padre era un custode.Doveva sapere qualcosa di cui io non ero a conoscenza,ma presto l'avrei scoperto.Non indagai direttamente per non turbarla, sembrava preoccupata.

" Va bene, va bene giuro solennemente che non uscirò mai più senza accompagnamento" affermai cercando di assumere un'espressione seria. Senza grande successo perchè Erin mi prese le braccia che tenevo ben salde dietro la schiena e rivelò le dita incrociate. Mi guardò come si guarda un bambino colto in flagrante con le dita nella marmellata e si mise a ridere.

"Non cambierai mai!"

" Ribelle fino al midollo".Sorrisi e scoppiai a ridere insieme a lei.

Passammo il pomeriggio insieme e l'aggiornai su quanto accaduto negli ultimi giorni, le raccontai del mio piano, del'allenamento e di quello strano ragazzo. Erin non condivideva le mie scelte, temeva per la mia sicurezza, tuttavia conosceva bene la mia storia e rispettava i miei desideri. Aveva sempre un consiglio pronto, sin da piccoline ci spalleggiavamo a vicenda, lei era quella tranquilla e riflessiva, mentre io l'impulsività fatta a persona,un vulcano di iperattività pronta a sostenerla quando ne aveva necessità. Le chiesi se avesse idea di chi potesse essere quel ragazzo, ma no seppe rispondermi se non sostenendo di non aver mai visto nessuno con gli occhi di quel colore. In effetti, riflettei, ad Air tutti avevano gli occhi del colore del cielo, diverse gradazioni di blu azzurro e grigio,ma niente oro. Che strano pensai...forse avevo trovato un indizio da cui partire per scoprire chi fosse veramente. Ringraziai Erin e l'abbracciai promettendo che sarei presto tornata a trovarla. Tornai velocemente a palazzo e mi chiusi nell'enorme biblioteca reale, forse lì avrei trovato qualche informazione utile.

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