Cap18

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Ancora avvertivo il tocco leggero delle sue labbra sulle mie, mentre avvolta tra le coperte cercavo inutilmente di prendere sonno. Le mie palpebre erano macigni che gravavano su miei occhi cobalto e nonostante ciò non riuscivo ad abbandonarmi ad un sonno profondo.Opponevo resistenza al mio stesso corpo che reclamava riposo. Il ricordo delle braccia di Sean attorno alla mia vita era fin troppo vivido nelle mia memoria perchè potessi concedermi di dormire. Avevo lasciato Pyre da un paio d'ore, ma sentivo l'essenza di quella dimensione bruciarmi prepotente nel petto, come un richiamo. Sentivo il fuoco scorrere nelle mie vene fino ad incendiarmi il cuore. Il calore pervadere i sensi. Poteva una persona entrarti dentro fino a quel punto, fino a diventare parte di te?Avevo camminato verso il fuoco senza nemmeno accorgermene o forse non avevo voluto ammettere a me stessa ciò che stava succedendo. Il fuoco mi reclamava nella stessa misura in cui io ne ero attratta. Eterno il fuoco che brucia nell'aria pura ed in essa si rigenera.Rilessi quella frase con lo sguardo rivolto al soffitto della mia camera, dove l'avevo dipinta. Sorrisi tra me e chiusi gli occhi. Sean aveva scoccato la scintilla ed io non avevo fatto altro che alimentare la fiamma...



"Siete pronti?" domandai uscendo dalla mia camera con già le cuffiette nelle orecchie.

"Pronti per cosa, sua Altezza?"rispose in tono serio una voce maschile a me sconosciuta.Alzai di scatto lo sguardo sorpresa. Andrej e Sergej non c'erano. Al loro posto, di guardia di fronte alle mie stanze,c'era un uomo di una stazza colossale e di un altezza smisurata. Un Ercole della situazione constatai ripensando alle pedanti lezioni di Alexander. Da brava stratega non potei che chiedermi quale fosse il suo punto debole.

"Dove sono le mie guardie?" chiesi perplessa, smettendo all'istante di correre sul posto.

"Cerchi noi principessa?" s'intromise all'improvviso qualcuno dal marcato accento orientale. Mi voltai in quella direzione e ricambiai il sorriso di Sergej che camminava verso di me insieme al suo compare.

"Grazie Ronn, puoi andare. Ora ci pensiamo noi" continuò Andrej rivolto all'omone che ci sovrastava. Quest'ultimo fece un cenno d'assenso,s'inchinò in mia direzione e rivolse il saluto ai suoi superiori prima di svoltare l'angolo e tornare alle sue mansioni.

"Dove eravate finiti?" domandai fingendo un atteggiamento irritato,ma un sorriso mi sfuggì rovinando il tentativo di scherzo che avevo pianificato per loro.

"Anche le migliori guardie di corte ogni tanto hanno necessità di dormire Altezza" rispose Sergej tronfio. L'espressione saccente che gli si dipinse in volto mi fece scoppiare a ridere. Andrej vicino a me scuoteva la testa, arresosi ormai alle strambe uscite di Sergej. Una volta usciti da palazzo iniziammo a correre per le vie di Air. Io nel centro e loro come angeli custodi rispettivamente a destra e sinistra. La corsa era un ottimo esercizio per tenersi allenati impegnando la maggior parte dei muscoli. Nel giro di una settimana avevo migliorato notevolmente la mia respirazione e ridotto lo sforzo fisico. Sergej ed Andrej erano felici di accompagnarmi, dicevano che rimanere fermi a non far nulla non faceva per loro,avevano bisogno di agire e bruciare energie per essere soddisfatti.Un giorno mi avevano confidato di essere grati di non doversi occupare di una noiosa erede al trono che li avrebbe condannati alla staticità, bensì di una giovane principessa che in preda alla tempesta ormonale li faceva scorrazzare di qua e di là. Allora avevo confessato loro il mio piano: li avrei indotti ad abbandonare portandoli allo sfinimento. Mi avevano guardata contemporaneamente con espressione scettica, al che avevo realizzato sarrebbe stato un bel testa a testa. Nessuno di noi avrebbe mollato.

                                                                                           *** 

"Il diritto di Air costituisce la più antica documentazione scritta della nostra dimensione. Redatto dal primo sovrano esso costituisce la guida di coloro che si apprestano a salire al trono..." cantilenò Alexander. Avevo deciso di sfruttare le lezioni private con il membro più anziano del Consiglio per consultare quel vecchio libro che Alexander teneva rigorosamente sottochiave. Forse vi avrei potuto trovare qualche informazione utile riguardo a ciò che stava accadendo, una profezia ad esempio. Iniziai a sfogliare le pagine invecchiate dal tempo e ruvide al tocco dei miei polpastrelli,simulando interesse per il discorso che Alexander stava portando avanti nel tentativo di non lasciarmi scoprire.Mentre cercavo un qualsiasi indizio chiaritore, Rafael continuava a rivolgermi occhiate stranite,ma non aprì bocca al contrario di quanto mi sarei aspettata. Cominciavo a pensare di essere io quella prevenuta nei suoi confronti..che fosse realmente cambiato di punto in bianco?

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