Cap13

49 2 1
                                    


"Che cosa pensavi di fare Karen?!" ringhiò afferrandomi per il braccio e trascinandomi lontano dagli altri uomini, custodi pensai, che ci osservavano allibiti. "Allora? Che cosa ci fai qui?" Parlava a bassa voce, ma ebbi l'impressione che se fossimo stati soli non avrebbe avuto problemi ad urlarmi in faccia. "Io.." iniziai "lasciami" cambiai idea strattonandolo per liberarmi. "Non è questo il momento di fare i capricci Karen" mi rimbrottò con gli occhi ridotti a due fessure. " Ero preoccupata...temevo fosse successo qualcosa e a quanto pare avevo ragione" confessai seria" solo non pensavo la situazione fosse così grave.." mormorai rabbuiandomi nel vedere tutti quei corpi privi di vita. Notai il suo sguardo addolcirsi un poco. "Resta qui un attimo" disse. Lo guardai avvicinarsi a quegli uomini che si radunarono rapidamente attorno a lui. Vidi le sue labbra muoversi,ma non riuscii a cogliere le parole. Poco dopo il gruppo si disperse e Sean tornò a grandi falcate verso di me. "Possiamo andare" sentenziò ed iniziò a incamminarsi. "Dove?" domandai incerta sul da farsi. "Lo scoprirai non appena arriveremo" rispose ed io lo seguii. Ovunque sarebbe stato meglio che in quel luogo di massacro. Dopo un breve tragitto nella scarsa vegetazione di quella terra, raggiungemmo una landa desolata e sabbiosa,poco più in là un cavallo nero come la notte si abbeverava ad un minuscolo lago, uno specchio nel deserto. "Ciao bello" salutò Sean accarezzando il muso del cavallo che nitrì in risposta. Sean si spostò sul fianco dell'animale e mi tese una mano. Guardai lui e poi il cavallo. "Che c'è hai paura?" chiese incredulo.

"Affatto" risposi "ma salirò solamente se mi lascerai tenere le redini"

"Non sai nemmeno dove siamo diretti" mi fece notare lui.

" Bè per questo ci sei tu no?" dissi mentre mi guadagnavo la fiducia di quello splendido destriero con qualche pacca e grattatina dietro le orecchie. Sean mi guardava incuriosito.

" Presumo sarà divertente" decise infine.

Montammo in sella ed io presi le redini.Dopo qualche impennata del mio nuovo amico ed altrettante risate di Sean partimmo veloci come il vento.Il buonumore sembrava essere tornato per entrambi. Arrivammo a destinazione poco prima del sorgere del sole. Una maestosa arcata che segnava l'ingresso alla città recava il nome di "Pyre" , la sede della reggia reale, che prendeva il nome dalla dimensione stessa. Le sentinelle che vegliavano l'accesso aprirono i ranghi immediatamente nel vedere Sean. Mi prese per mano e mi guidò lungo una stradina priva di illuminazione, camminammo qualche minuto completamente al buio, svoltammo a destra e poi a sinistra un paio di volte fino a raggiungere un maestoso castello.Osservai meravigliata le guglie stagliarsi contro il cielo illuminato dalle prime luci dell'alba. Nel frattempo Sean diede 5 colpi a intervalli differenti su una minuscola porta nascosta in una rientranza.Lo raggiunsi in tempo per vedere una giovane guardia aprire il passaggio. Sean mi sospinse verso l'ingresso ed insieme ci avventurammo per il labirinto di sotterranei di quel castello.Poco dopo ci accostammo ad un'altra porta, più massiccia ed adornata. Di nuovo un codice e la porta si aprì. Due guardie si misero sull'attenti, Sean si avvicinò ad una di loro dicendogli qualcosa all'orecchio che non riuscii a capire, mentre l'altra mi osservava con malcelata curiosità. Subito la guardia con cui aveva parlato si allontanò a passo svelto mentre Sean mi appoggiava una mano alla base della schiena conducendomi lungo uno stretto corridoio abbellito da ampie vetrate.La luce della luna si rifletteva flebile sulle mura di grigia pietra, ostacolata dalle pesanti tende di velluto rosso che incorniciavano le finestre.Sean socchiuse una delle porte sul lato sinistro e mi invitò ad entrare. Feci due passi avanti lasciando correre la vista su ciò che mi circondava senza saper decidere su cosa soffermarmi,quando alzai lo sguardo e rimasi a bocca aperta.Un mosaico di ritratti vestiva la parete di fondo. Erano tutti diversi l'uno dall'altro: uomini e donne, giovani e anziani, rappresentati nelle più creative pose e disparate espressioni, ma se c'era qualcosa ad accomunarli allora si trattava certamente del particolare fascino che ciascuno di essi esercitava. Alle mie spalle sentii lo schiocco dei cardini della porta che si richiudeva.

AirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora