Cap 5

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Scavalcammo agilmente l'alto cancello che chiudeva l'accesso al parco. Mi guardai intorno, osservando le vecchie giostre arrugginite e abbandonate su cui tanto tempo prima avevo giocato anche io. Ebbi un moto di tristezza ricordando mia madre che mi spigeva sull'altalena ed io che gridavo entusiasta: " Più forte!Piùforte mamma!". Sentii gli occhi riempirsi di lacrime che a stento riuscii a trattenere. Ingoiai il dolore e seguii Sean all'interno del parco. Abbandonò lo zaino che dondolava sulla sua spalla destra lasciandolo cadere pesantemente a terra. Lo imitaii e cercai poi di affiancarlo. Continuammo a camminare in silenzio ogniuno con i propri pensieri. Ero curiosa di sapere che cosa gli passasse per la testa, quel ragazzo continuava ad essere un enorme punto interrogativo. Feci per aprire bocca ma Sean mi precedette.

"Forza, colpisci!"

Avevamo raggiunto una piccola radura di cui non avevo idea dell'esistenza.Meravigliata feci un giro su me stessa osservando la fitta trama di rami che si estendeva sopra di noi.Il sole filtrava pallido tra le foglie di un verde sgargiante. Quando ritornai a puntare lo sguardo avanti a me fui riscossa da quell'incanto momentaneo. Sean sembrava scocciato e divertito al tempo stesso.

"Ora che ti sei guardata in giro possiamo iniziare, che dici dolcezza?" . Gli occhi che brillavano di furbizia. Raccolsi la sfida inespressa. Una scossa di adrenalina mi percorse la schiena e mi preparai ad attaccare. Sferrai un gancio destro dritto al suo stomaco, ma mi ritrovai la mano intrappolata nella sua presa,prima ancora di centrare il bersaglio.

"Tutto qui?" sorrise arrogante. Tornai alla carica e sfoderai una sequenza di pugni e calci senza successo. Non sembrava fare il minimo sforzo per bloccarmi.

Mi afferrò i polsi. " Sei debole" mi provocò. A pochi centimetri da lui fui rapita dal suo profumo intenso ed esotico.Inebriante. Con ancora i polsi intrappolati non potevo muovermi. Mi stampò un bacio sfuggente sulle labbra. Riuscii a liberarmi e d'istinto gli tirai uno schiaffo a mano ben aperta. Lo osservai tornare a guardarmi toccandosi la guancia leggermente arrossata.

"Non male" Ebbi l'impressione che parlasse tra sè.

Lo fissai esterrefatta. "Perchè lo hai fatto?Brutto cafone!"

Alzò le spalle sogghignando. "Non puoi combattere se hai paura di colpire. E comunque a titolo informativo io sono un gentiluomo".

" Non ho affatto paura!" mi difesi.

"Ah no?" cantilenò avvicinadosi. Iniziai a a sentirmi calda, la pelle pizzicava per il bruciore.Dovevo capire che cosa mi stava succedendo.Dovevo fare qualcosa.

"No!" gridai decisa. La mia voce sovrastata dal potente rombo di un tuono. Nuvole nere oscurarono il cielo e uno scroscio d'acqua gelida ci colse di sorpresa. Alzai lo sguardo lasciando che la pioggia mi bagnasse il viso e mi accarezzasse delicatamente la pelle.

"Forza vieni!" mi sentii strattonare, una presa salda sul mio polso che mi trascinava via.

"Dove pensi di andare? Non c'è nulla qui intorno!"

"Quanto chiacchieri ragazzina! Seguimi e basta!"

" Sei sempre così gentile?"domandai in tono sarcastico. Valutai mentalmente le alternative. Non sapevo dove mi stesse portando , pioveva a dirotto e i lampi illuminavano temporaneamente il cielo cinereo. Constatai che fosse meglio seguirlo, ovunque sarebbe stato meglio che lì. L'aria prometteva tempesta.

***

Aprì la porta di un edificio diroccato e mi spinse dentro. Mi guardai intorno cercando di capire dove fossi. Qualche vecchio banco e una lavagna ancora ricoperta di gesso mi bastarono per convincermi che si trattasse della vecchia scuola, chiusa poco dopo la morte di mia madre. Era stata lei a fondarla, ricordo ancora il sorriso che le illuminava il viso acceso dall'entusiasmo per quel progetto ,mentre tagliava il nastro blu all'inaugurazione. Aveva coronato uno dei suoi sogni, una possibilità di istruzione aperta a tutti. Era sempre stata attenta alle esigenze del popolo.

"Sei già stata qui?". La voce profonda di Sean interruppe il mio flusso di pensieri. Doveva aver intuito che conoscevo quel luogo dal modo in cui spontaneamente gironzolai per quelle stanze colme di ricordi. Non era cambiata molto dopotutto, a parte la polvere che come un manto ricopriva muri e oggetti. Sospirai. Se solo mio padre non avesse deciso di chiuderla definitivamente... Inutile,inutile vaneggiare su cosa sarebbe potuto essere.Forse un giorno sarei riuscita a cambiare le cose, ma in quel momento lasciarsi dominare dalle emozioni per quanto rabbia e tristezza potessero essere forti, sarebbe stato del tutto vano.

"Certo! Ci ho studiato da bambina" mi riscossi, rispondendo a quella domanda che da qualche minuto aleggiava nell'aria.

"Una principessa in una scuola pubblica?" Quella domanda mi offese, sarò anche una principessa ma sono una ragazza come le altre dopotutto.

"Si! Questa scuola la fondò mia madre ed io la frequentai insieme agli altri ragazzi della mia età." Mi rabbuiai un poco."Le sono grata per avermi dato la possibilità di studiare qui". Lì avevo conosciuto Erin,senza di lei sarebbe stato tutto più difficile.

"La regina...." sussurrò.

"Esatto" dissi a bassa voce, lo sguardo rivolto a terra.Quel silenzio imbarazzante non durò a lungo. Per fortuna.

"Forza" esclamò in tono burbero ad un certo punto." Inizia dagli addominali"

Sollevai lo sguardo e lo osservai mentre spostava le sedie per creare uno spazio sufficiente a muoversi liberamente.

"Che ne è stato del combattimento?" domandai in tono acceso, al che Sean rispose con la calma e la pazienza che solitamente si riservano a quei bambini un po' più lenti a capire.

"Non hai abbastanza massa muscolare, dovrai prima fare qualche esercizio di potenziamento supplementare" spiegò quasi sillabando.

"Ovvio che non ne ho!Sono una ragazza nel caso non l'avessi notato!" scattai ribollendo di irritazione.

"Ooh credimi dolcezza, l'ho notato eccome!" dichiarò apertamente. Colta alla sprovvista,ricominciai a sentirmi terribilmente calda mentre il suo sguardo accattivante percorreva la mia figura. Una sensazione stranamente piacevole,simile ad elettricità sfrigolò sulla mia pelle chiara. Era già la seconda volta che mi ritrovavo senza una risposta pronta e la cosa non mi andava a genio. Tuttavia...

Roteai gli occhi con una punta di soddisfazione nel petto. Del resto non mi avrebbe fatto male qualche allenamento aggiuntivo, ma speravo in qualcosa di più coinvolgente.

Dopo tre ore di esercizio ogni cellula del mio corpo reclamava acqua e riposo. Crollai ben distesa sul pavimento all'ultima flessione. Era freddo come il ghiaccio,fu un sollievo.

"Già stanca?" mi punzecchiò divertito.

Lo guardai in tralice. "Senti chi parla,tu non hai alzato le chiappe da quella sedia"

Scoppiò a ridere e quel suono limpido abbracciò l'intera stanza. " Io non ne ho bisogno".

" Snob" Misi le mani sui fianchi guardandolo con finto disprezzo. Si alzò con un sorriso malizioso stampato in faccia e si avvicinò guardandomi dall'alto in basso. Con la sua altezza mi sovrastava,ma non avevo intenzione di fare anche solo un passo indietro, avrebbe significato arrendersi. E io no l'avrei fatto.

"Arrogante" affermò poi guardandomi dritta negli occhi.Serio.

"Cafone" ribattei decisa, ripensando a quel bacio improvviso.

" Per così poco dolcezza?" mi guardò sollevando le sopracciglia. La testa inclinata in attesa di una risposta che non arrivò. Lo oltrepassai ignorandolo e mi diressi verso la porta. Pioveva ancora anche se flebilmente. Non mi importava. Feci per andarmene, ma una domanda continuava frullarmi nella testa alla ricerca di una risposta.

" Perchè hai deciso di aiutarmi?"chiesi incerta.

" Chi ti ha detto che voglio aiutarti?" Vedevo solo le sue spalle.

Lasciai che la porta si chiudesse pesantemente dietro di me e me ne andai con un moto di stizza che mi solleticava i nervi.

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