I miss you

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"Quindi resti?" mi domanda Olivia pensierosa.
"Per sempre?" aggiunge.
"Beh per sempre non so potrei uscire ed essere investita da un'auto ma boh, finché posso.." sdrammatizzo, scoppiamo a ridere e ci abbracciamo.
"Devo cercarmi un lavoro.. E un appartamento."
"Se vuoi posso chiedere ad Edward. Lavora in un negozio di musica, metteresti in ordine, potresti anche creare dei CD con le hit del momento ecc.. E per l'appartamento che ne diresti di quello di tua zia?" ecco di nuovo, devo essere indipendente, e invece mi affido sempre agli altri.
Però potrei non trovare nient'altro e ha ragione, ma cavoli non è giusto. Devi essere indipendente, mettitelo in testa Diana!
"Hey mi fai entrare nella tua testolina?!" mi richiama Olivia sbuffando.
"Scusa, hai ragione. Per il lavoro è okay, grazie..." sussurro.
"Figurati, sono felice che tu sia qui per rimanere. Usciamo sta sera? Dobbiamo recuperare. Dillo ad Ash, agli altri ci penso io." mi dice prima di salutarmi e scomparire dietro al bancone.
Altri chi? Niall, Louis, Liam, Zayn? Lo dirà anche ad Harry? A Emily, Sharon, Zoe.. Saranno ancora le loro ragazze? Con mille domande attraverso le vie disordinate di Londra, stringendomi nel cappotto.
Mi perdo nei dettagli della mia città, portatrice di guai, dolori, sorrisi, amori.
Mi ricordo di dover chiamare Ashton, compongo il numero e aspetto che la sua voce mi svegli totalmente dai pensieri.
"Oi Ash, sta sera usciamo." gli dico imboccando la via verso casa.
"Solo noi due? Che amore!" esclama scoppiando a ridere.
"Idiota, con Olivia e gli altri.. Ma ci pensa lei. Alle 9 e mezza. Mi passi a prendere vero?" mugugno teneramente, lui ride ed accetta liquidandomi con un "a sta sera.".
Decido all'ultimo minuto di andare nell'appartamento di mia zia, passo da casa a prendere le chiavi e le mie cose ancora nelle valigie.
C'è una puzza terribile di chiuso. È ben arredato, con mobili nuovi, e belli. Mi stupisco, erano anni che non ci mettevo piede. Mia madre lo avrà riarredato.
È piccolo, una cucina minuscola unita ad una sala da pranzo che fa da salotto, un bagno e la camera da letto, anch'essa minuscola.
Mi piace, così concentrato. Apro le tende, lasciando entrare un po' di luce. La vista è perfetta, un quarto piano giusto.
Mi butto nella doccia prima di pasticciare col termostato per cercare di alzare quei maledetti termosifoni.
Ancora in accappatoio esploro la piccola scrivania posizionata nella camera. Ci sono vari fogli ed una foto. Di quelle che si fanno istantanee, nelle casette dei supermercati.
Siamo io ed Harry, sorridenti, spensierati. La stringo, come se in qualche modo potessi mettermi in contatto con lui. Chissà se ci pensa ancora a noi, alla nostra storia, a tutto quello che abbiamo passato.
Il mio cellulare vibra sul letto, lo afferro e scocciata rispondo alla chiamata, senza prestare attenzione al numero.
"Sì?" la mia voce è assente, continuo a guardare la foto.
"Diana.."
Luke.
"Luke." rispondo.
"Sei a Londra?" domanda, la sua voce squillante che mi faceva tremare ora mi fa solo incazzare.
"Sí, sono a Londra. Non chiamarmi più, grazie, ciao." dico e chiudo.
Calmati Diana, calmati.
Lancio il telefono sul letto cercando tra le valigie i miei unici due vestiti. Non mi va di mettere una gonna, non saprei cosa abbinarci. Opto per un semplice vestito nero, impreziosito da una collana.
Cerco un po' di luce per truccarmi, e l'unico punto a mio favore sembra la luce del salotto.
Scomoda cerco di fare due linee uguali con quel fottuto eyeliner ottenendo solo tante imprecazioni.
Devo calmarmi, non è successo nulla.
Prendo un bel respiro, sistemando il trucco e i capelli.
Chiamo il mio splendido taxista, per dirgli di passare qui e non da mia madre. Dopo pochi minuti suonano alla porta, con non curanza apro e lo faccio entrare.
"Come profumi Ashton.." cinguetto prendendolo in giro.
"Per tua fortuna mi sono lavato." si giustifica passando una mano tra i biondi ricci.
"Mi era mancato venirti a prendere." sussurra baciandomi la fronte.
"Mancavi tu."

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