"Oh dio, menomale che sei qui. Ti ho pensata così tanto.." sussurra Olivia stringendomi con tutte le sue forze. Ricambio l'abbraccio, affondando la testa tra i suoi boccoli rossi e profumati.
"Avevo bisogno di te." aggiunge.
"Mi dispiace, sono scappata." mi giustifico. Una lacrime riga il mio volto ripensando a tutto ciò che è successo.
"È passato.." dice in un sospiro baciandomi la guancia.
Parliamo tutta la sera, mangiando la pizza e le caramelle. È distante, non lo dà a vedere ma io la capisco. Sono piombata di nuovo qui, dopo essere scappata senza avviso.
"Come sta Luke?" dice d'improvviso.
"Credo bene." la mia voce tremolante e piena di incertezza le fa voltare il viso verso di me.
"Non lo sai?!" confusa aggrotta la fronte.
"Sei scappata anche da lui?"
Scappata, non sono scappata.
L'ho deciso io, l'ho mollato io, ho deciso io che New York era troppo per me, che stavo soffocando in quell'appartamento pieno di menzogna.
"No." rispondo fin troppo decisa.
"È finita anche con lui.." aggiungo.
"Sei qui per questo?" insiste, è assillante.
"Sono qui per te, per Ashton.. New York non mi appartiene, è qui la mia casa, è qui che ho tutto. Appartengo a questo posto." lei sorride, mostrandomi la sua gratitudine nell'essere qui con lei, la sua gioia. La abbraccio istintivamente, sussurrandole quanto le voglia bene.
"Oli.." richiamo la sua attenzione, attirata da un programma in TV.
"Harry?" le domando.
Lei sorride, con un velo di compassione.
"Lo pensi ancora?" chiede con voce tenera e premurosa.
"A volte." lo penso sempre.
"Lavora in una biblioteca, continuiamo ad uscire certe sere con il solito gruppo. Ci siamo un po' persi, io ho conosciuto Edward e quindi.. È sempre così bello e impossibile, passa dall'essere malinconico al ragazzo più felice della Terra. Dovresti chiamarlo."
Oh sì, dovrei. Ma non lo farò.
Non mi va nemmeno di incontrarlo. Anzi, muoio dalla voglia di incontrarlo ma non posso. È meglio di no, è meglio aspettare.
"Ti fermi a dormire?" le domando.
Lei annuisce ed insieme ci uniamo sotto le coperte, come quando eravamo piccole.
Sono pensierosa, ma le braccia della mia migliore amica ritrovata mi cullano facendomi addormentare.
La luce batte sul mio viso bollente, mi scosto sbadigliando. A malincuore estraggo il mio corpo dalle calde coperte e lascio che che i brividi mi percorrano la schiena a causa del contatto col pavimento gelato.
Nel letto Olivia non c'è, sospiro e scendo in cucina.
"Diana!"
Mia madre mi guarda senza sorpresa e senza scomporsi mi saluta. É invecchiata, e parecchio.
"Oh sí grazie, sto bene. Sono tornata perché mi mancava casa, si, no con Luke ho rotto ah ma questo non ti interessa. E no, non mi avrai ancora per molto fra i piedi perché andrò a cercarmi un appartamento. E un lavoro.." sputo acida e schietta. Afferro un paio di biscotti e mi lancio sul divano.
"Te le avrei fatte le domande.. Se mi avessi dato l'opportunità." si giustifica mia madre porgendomi una tazza di latte.
"No grazie, non mi va."
Salgo al piano superiore, mi guardo allo specchio.
Il mio volto è stanco, le occhiaie fin troppo evidenti.
"Addio." sussurro coprendole con una grande quantità di correttore.
Mi trucco quel che basta per rendermi accettabile, afferro dei jeans ed un maglione completamente a caso, scarponcini e borsa ed esco.
Inutile dire di essermi scordata l'ombrello, ma non pioverà, o spero.
Olivia mi ha lasciato un messaggio, mi aspetta in un bar alle 9, lavora lì.
Sono le nove e mezza, sono in ritardo e non riesco a trovare questo maledetto posto.
Dopo mille vie e bestemmie giungo a destinazione nervosa, fin troppo.
"Diana!" esclama una voce inconfondibile.
"Dove cazzo lavori?!" esclamo "mi ha fatto dannare questo maledetto posto." mi lamento provocando una grossa risata dalla mia amica.
"Ti meriti una buona colazione. The alla vaniglia e cornetto al cioccolato?" annuisco sorridendo, si ricorda ancora la mia colazione preferita al bar.
Sono contenta che qualcuno si ricordi ancora di me, ho lasciato un segno.
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// Can we start it all over again? //
Fanfiction"Era una di quelle cose che era meglio non pensarci troppo su, o ci uscivi matto„