What are we?

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"Oh Oli! Ma che fine hai fatto?!" esclamo al telefono con la mia migliore amica
"Diana."
Il suo tono è cosi debole..
"Tutto okay?" domando incerta.
"Sì, é tutto okay.."
..
"Non mi sono fatta sentire, scusa.. Ma sono un po' impegnata." pausa "infatti ti devo già lasciare. Ci sentiamo appena riesco a liberarmi okay? Passo magari da te.. O ti chiamo.. Vediamo.. Ciao."
"Aspetta Olivia, volevo dirti che oggi vado da Harry. Alle 4 a casa sua."
"Ah bene, bello.. Salutalo, ciao "
È sfuggente, che sia successo qualcosa?
Edward però non mi ha detto niente, non é arrabbiato, deluso, triste.
Magari è solo impegnata con il lavoro, e il suo progetto fotografico.
Osservo l'armadio in cerca di qualcosa di carino da indossare.
Opto per un semplice paio di jeans a vita alta con una maglia a righe nere e bianche dentro abbinato da un cardigan lungo rigorosamente nero.
Ho l'ansia, come una dodicenne in preda al panico da primo appuntamento.
È così stupido.. Lui si stará preoccupando? Non credo..
Devo parlargli, devo sapere cosa pensa, cosa sono io per lui.
Infilo la giacca e mi avvio verso casa di Harry.
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, questo tragitto pieno di ricordi, questa strada con impressi i nostri passi, le nostre camminate, le corse.
Poggio il dito sul campanello premendo leggermente. Dopo ben 10 minuti si apre il cancelletto e poco dopo la porta.
"Ti ricordi ancora dove abito?" non capisco se il tuo tono è serio o sarcastico, mi auguro la seconda ipotesi. Altrimenti è proprio cretino.
"Se sono qui.. Ma che cos'hai ai piedi?" alzo un sopracciglio sfilandomi il parka.
"Scarponcini, forse?"
"Sono orribili!" esclamo inorridita.
"Sbaglio o li sto indossando io?"
Scuoto la testa sedendomi sul divano.
"Tua madre?" domando.
"É fuori, tornerà per cena. Ti saluta."
"Ricambio."
Cala un silenzio stranamente non imbarazzante, poggio la testa allo schienale del divano e sospiro.
"Harry ma noi cosa siamo?"
La mia domando lo stupisce, alza lo sguardo cristallino incrociandolo con il mio.
Il mio cuore s'impiglia nei suoi occhi verdi.
"Quel che non eravamo prima."
Quel che non eravamo prima?
Cosa significa?
"Due amici." aggiunge.
"Ne sei sicuro?"
Sospira più forte, sistemandosi nervosamente i capelli.
"Non sono sicuro di niente, Diana. Secondo te cosa siamo? Cosa mai potremmo essere? Non siamo niente. Non siamo un bel niente. Tutto ciò che eravamo lo abbiamo distrutto con le nostre mani, sbam, spazzato via. Mah si, io distruggo te, tu distruggi me. Ci siamo fatti male, fino a non volerci più, fino ad odiarci. Oh, e non è stata solo colpa mia. Perché avrei fatto di tutto, di tutto, pur di riaverti. Ma avevo sbagliato, lo sbaglio più grosso della mia vita e tu sei scappata. Sai sono stato male come un cane, notti intere a pensarti, a pensare a dove fossi, con chi. Menomale che mi hanno detto con chi, dove, hanno risposto alle mie domande. Altrimenti forse sarei stato ancora qui, a pensarti." le sue parole scorrono, trafiggono il mio petto come coltelli.
È tutto vero, è tutto cosi dannatamente vero e sbagliato.
"Quindi non mi pensi più." ribadisco.
Silenzio.
"Pensi a lei."
Silenzio.
"Pensi a lei vero?"
Non risponde, tiene lo sguardo fisso nel vuoto.
Vorrei sapere a cosa pensi, Harry. Vorrei entrare nella tua testa, per capire cosa ti passa dentro.
"Non mi pensi più?" l'ultima domanda lo smuove.
"Non ho mai smesso di farlo." dice in un sussurro.
La porta si apre, la madre di Harry spunta portando tra le mani due grosse borse.
É ora di andare.

Non ho mai smesso di farlo.
È tutto il giorno che mi rigiro questa frase in testa, da quando ieri pomeriggio è uscita dalle labbra di Harry.
Entro nel bar di Olivia, cercandola con lo sguardo.
"Non c'è Olivia?" chiedo alla sua collega, le scuote la testa allontanandosi per servire qualcuno.
Ordino un caffè, e mi affretto a raggiungere il mio negozio.
"Ciao Edward. Olivia non sta bene?" domando, mi sto allarmando.
"Buongiorno Diana.. Si, ha l'influenza."
Influenza....

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