Capitolo 13.

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"LA FELICITÀ È UN ATTIMO. COME IL PRESENTE, ADESSO LO È, ADESSO È PASSATO." PARLA CON UNA BAMBINA CHE VORREBBE SOLO GIOCARE E INVECE LE È TOCCATO STARE SULLE SPALLE DEL PAPÀ MENTRE LO VEDE FARSI DEL MALE.
LE LACRIME NON SMETTONO DI SCENDERE, PAPÀ STA MALE, MA LE MIE MANI SONO TROPPO PICCOLE PER UN UOMO COSÌ GRANDE. SENTO L'ANSIA. COSA GLI SCORRE NELLE VENE? A ME SOLO TRISTEZZA.

Nonostante la mia giornata è stata riempita di gioia, gli incubi non vogliono smettere. Non smetteranno mai e sento le lacrime finire giorno per giorno. Di questo passo diventerò la donna che non ho mai voluto essere. Odio non avere emozioni. Non avere più un briciolo di paura, perché so che c'è qualcosa di più buio della notte. Potrebbero fare anche zero gradi, la mattina mi sveglio sudata come se avessi fatto un bagno a mare. Non devo avere paura. Passeranno e io sarò forte. IO SARÒ FORTE.

Mi alzo dal letto scacciando i brutti pensieri. Mi affretto per andare a fare una doccia prima che S si svegli e mi veda in questo stato. Odio far vedere il mio lato debole alle persone. A chiunque conosca. Nessuno lo conosce e non voglio ci sia qualcuno che sappia davvero tutto di me.
Quando torno S ha quasi finito di prepararsi e ha già avvisato a tutti che ci vediamo al bar sotto il dormitorio. Stamattina è raggiante, è presa da tutto quello che dobbiamo fare nelle prossime ore. Io devo ricordarmi di passare da Gemma per i fondi. Sono sicura che inizieremo da subito con i lavori.

Dopo tutte le risate con S, corriamo al bar, ha provato migliaia di abiti e abbiamo tardato di 15 minuto. Alla fine abbiamo scelto jeans e t-shirt, comodo e semplice. Non potevamo presentarci da Gemma con la tuta, sarebbe stato imbarazzante davanti a tanta eleganza.
I ragazzi appena ci vedono si lamentano di quanto siamo ritardatarie e S non ci mette molto a zittirli. "Ho una fantastica notizia, ma prima dobbiamo portarvi in un posto." Tutti sono incuriositi e ci guardano con curiosità. Kris è sorridente, ma non ha detto nulla fino ad adesso e credo che vada bene questo. Tutti si alzano per andare via e Kris mi raggiunge subito. "Siamo di buon umore stamane. Buongiorno" sorride come non l'avevo mai visto fare e mi pietrifico all'istante. Solo dopo qualche secondo mi accorgo di essermi fermata da sola. Scuoto la testa cercando di capire. Mentre gli altri scherzano e ridono, fortunatamente nessuno si accorge che mi sono seduta per riprendermi dal forte mal di testa. Neanche adesso ho mangiato, ma dopo il sorriso di Kris. Lo stomaco sta dando i numeri. Dopo qualche secondo J mi raggiunge "Tutto ok Sammy? Sei cadaverica." Il suo abbraccio mi fa sentire meglio e mi alzo per raggiungere i ragazzi. "Certo, pensieri." Lo rassicuro. Mi abbraccia e prima della villa corro davanti a tutti e li fermo, S mi fa l'occhiolino e prendiamo i foulard. Li mettiamo a tutti e quando arriva il turno di Kris sento il cuore battere. "Sammy, cos'è questa storia?" Vorrei abbracciarlo per dargli la sicurezza che mi ha dato lui qualche giorno fa. "Fidati di me." Gli poso il foulard sugli occhi e lui mette le mani sulle mie. Il cuore va a mille e sento subito un mal di testa terribile. Sembra accorgersene e si gira verso di me dopo che l'ho bendato. Non do peso a quello che è appena successo e porto tutti avanti casa. Li avviso delle scale e apro la porta, io e S siamo entusiaste e subito li portiamo al salone. Togliamo i foulard e tutti ci guardano con aria sospettosa. Kris sembra già sapere dove si trovi e fa una risata che sembra la più bella del mondo. Tutti lo guardiamo, ma S interrompe il silenzio e spiega tutto quello che le ho spiegato io, per filo e per segno e tutti sono contenti e girano per la casa entusiasti quanto noi. Kris si avvicina e per un attimo sento il vuoto totale. "Come mai la preside ti vuole così bene?" Mi aspettavo di peggio. "I miei genitori e la sua famiglia si conoscono da sempre, ma i miei non sapevano che lei fosse la preside qui." La mia voce è bassa, senza forza. "Passiamo il pomeriggio insieme?" Ecco la terra che scompare. Lo fisso e non ho la forza di rispondere.

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