Capitolo 2.

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Non ci posso credere che qui davanti a me c'è il ragazzo dagli occhi magnetici,con il suo splendido viso,con i suoi oggi fottuamente paradisiaci e il ciuffo ribelle e castano che gli quasi gli cade sulla sua fronte perfetta. Il mio cuore batte fortissimo,in questo momento vorrei solo saltare nelle sue braccia e rifugiarmi il lui. Non so cosa mi succedendo, ma niente ha più senso ultimamente nella mia vita. Ho i battiti accelarati non solo perché il mio corpo è incastrato con quello di questo lurido infame che ha tentato di violentarmi,ma soprattutto perché per un'altra frazione di secondi i nostri sguardi si sono incrociati,impauriti quasi terrorizzati. È come se nei suoi meravigliosi occhi castani avessi letto panico, o forse è solo la mia mente che ha immaginato tutto. "E tu saresti coglione?" gli domanda l'uomo che puzza di alcool avvicinandosi a lui e alzando un pugno. In quel momento il mio cuore quasi perde un colpo per il terrore,è come se dovesse colpire me,una parte di me e non lui. Sono il suo ragazzo e adesso togliti brutto bastardo" gli dice il mio eroe, allontanandolo e sbattendolo contro il muro. Sono il suo ragazzo. Per un momento il mio cuore ha perso dei battiti,ha sussultato ,è come se fossi stata dirottata in cima ad una montagna altissima,ho provato una strana sensazione di
ansia,di gioia. Dopo un po si avvicina verso di me e mi afferra per i fianchi e i suoi occhi mi scrutano così attentamente che mi sembra quasi che stesse leggendo la mia anima,è come se avesse abbattuto la mia maschera che copre i miei veri sentimenti, anzi è come se avesse sentito i battiti del mio cuore. Il mio viso è completamente rosso,imbarazzato e questo è uno dei tanti momenti nella mia vita in cui non so cosa fare,o meglio cosa dire. Anzi dovrei ringraziarlo,che scema. Invece me ne sto qui a mangiarmelo con gli occhi."Non pensare neanche lontanamente che quello che ho detto sia vero o lo possa essere un tempo,è stata solo una grande cazzata che mi sono
pure pentito di aver detto" dice staccandosi da me. In questo momento vorrei buttarmi a terra e piangere,ma le mie gambe non si muovono,sono pietrificate,e in gola si forma un groppo." Muoviti ti do un passaggio" continua brusco rompendo quello che prima era un meraviglioso silenzio di sguardi. Per me quel silenzio,nonostante le parole e le frasi non pronunciate è stato così forte da avermi spaccato i timpani. Quel silenzio ha parlato al posto nostro,al posto dei nostri,o meglio miei sentimenti,peccato che poi si sia stato interrotto. "Po-posso pure andare da sola" rispondo balbettando e tremando per il freddo,perché non sento più il calore del suo corpo e per le emozioni contrastanti dell'ultima mezz'ora. "Stai scherzando vero? Dovresti ringraziarmi piuttosto,che sto sprecando la benzina della mia moto per accompagnare te,che neanche ti conosco" aggiunge distogliendo lo sguardo e camminando davanti a me con la testa bassa. Le sue parola mi feriscono profondamente, non pensavo che fosse così arrogante e presuntuoso,era come se prima i suoi occhi mi avessero mostrato un'altra parte di se che purtroppo è scomparsa. Lo seguo in silenzio e apro la borsa per trovare dei fazzoletti per asciugarmi gli occhi, sicuramente sarò tutta sbavata di nero. "Sali" dice bruscamente passandomi il casco nero e salendo sulla moto. Con le gambe che mi crollano,salgo sulla moto, con cautela per evitare che la mia sbadataggine mi faccia fare qualche figura di merda,come sempre. Mi stringo forte la giacca e cerco di non fare caso alla situazione in cui mi trovo e per la seconda volta non so praticamente che cavolo fare. Sono completamente travolta dagli eventi,l'umiliazione della mia migliore amica,la tentata violenza,lui che viene a salvarmi,che mi afferra per i fianchi con fare possessivo, le mie emozioni a quel semplice contatto, il suo tono improvvisamente disgustato e brusco. Sono terribilmente confusa. "Aggrappati veloce, non ho tutta la nottata da perdere a presso a te" continua aggiustando lo specchietto. Il tono con cui mi parla mi fa gelare il sangue, e mi rattrista. Non so cosa abbia sbagliato,cosa io abbia detto che lo ha fatto innervosire così tanto da rispondermi bruscamente, anche se a dire la verità io non gli ho detto niente. Probabilmente si sarà pentito di avermi accompagnata, anche se è stato lui a insistere tanto. Appoggio delicatamente le mani sui suoi fianchi rigorosamente perfetti e sento i muscoli da sotto la camicia bianca che indossa. Nonostante mi abbia trattata male,mi sento meno triste perché mi ha salvata e vuol dire che in fondo non voleva che mi facessero del male. Mi aggrappo come se fosse la mia ancora di salvezza,anche se ha distrutto in un secondo le mie illusioni. Forse ha detto così per paura che io mi illudessi,ma ha usato un tono sbagliato. Forse non conosce altro. La sensazione della sua pelle contro la mia mi confonde,mi emoziona, scatena in me una tempesta. Le mie dita sono quasi immobili, e percepiscono questo contatto. Nel frattempo parte e la moto corre. Mi aggrappo di più per paura di cadere e ho avuto l'impressione di sentire un'elettricitá sotto la mia mano. Forse è la notte,la stanchezza boh,fatto sta che non voglio più staccare le mie dita dai suoi fianchi. Il vento mi scompiglia i capelli,entrandomi nella pelle e mi godo questa situazione di libertà. "Abito qui" sussurro e dubito che mi abbia sentita. "Si lo so" risponde accostando la moto all'angolo del marciapiede. Non so come trovo il coraggio, ma è da prima che vorrei fargli questa domanda. "Perchè mi rispondi così? Ti sei pentito di avermi salvata e accompagnata?" chiedo mentre una lacrima attraversa il mio volto. "Faccio così perché sono così e poi ti ho accompagnata sono per evitare che poi Jenny mi facesse la ramanzina,non perché me ne freghi un cazzo di te,sia chiaro,non ci conosciamo neanche" continua portandosi una sigaretta in bocca. La sua risposta mi umilia terribilmente,è come uno schiaffo in pieno viso. Mi sento amaramente delusa,per terra,pestata dalla sua arroganza. Questa è la verità, lui mi ha accompagnata solo perché poi avrebbe dovuto sorbirsi la lagna di quella che credevo fosse la mia migliore amica,ma fosse per lui io sarei potuta tornare a casa da sola. Mi fa schifo,ecco cosa provo per lui in questo momento. "Va bene allora non c'era bisogno che ti scomodassi o che consumassi la tua benzina perché tanto la mia "amichetta" non ti avrebbe fatto la predica,visto che ha fatto pena come te" gli rispondo scappando via. Apro velocemente il portone e mi butto a terra piangendo tutte le lacrime,per questa serata di merda, non è successa neanche una cosa buona. Ma il problema è che nella mia vita non è mai successo nulla di bello,ho sempre e solo dovuto cercare la forza in me,non ho mai potuto contare su nessuno, perché nessuno è rimasto,o meglio nessuno ci è mai stato. Ma la verità è che ora cambierò, non sarò più la ragazza ingenua, in cerca di quel qualcuno che mi possa rendere felice,semplicemente adesso la felicità la troverò da sola, in me stessa,pensando solo a me stessa. Io,che oggi ho conosciuto un ragazzo stronzo,strafottente con lo sguardo che mi entrato fin dentro le ossa. Io,la solita illusa,che per un momento ho pensato che lui mi avesse tirato fuori non solo da quell'incubo,ma dalla mia stessa vita. E la cosa strana è che tutto questo è accaduto in poco tempo,in una serata,mi sono bastati alcuni minuti per capire che quello è lo sguardo che vorrei vedere dall'uomo della mia vita,lo sguardo che ho pure sognato la notte. Ma come sempre le apparenze ingannano, dietro il suo sguardo profondo, si nascondeva un grande stronzo, privo di sentimenti. Questa è la vita,ci ingozziamo di illusioni per poi vomitare delusioni. A questo punto smetterò di cercare la felicità negli altri,perché nessuno può rendermi felice. Ma forse devo ringraziare tutte le testa di cazzo che mi hanno insegnato che nella vita ho solo bisogno di me stessa,e solo per questo gli sono grata,ma del resto hanno solo rovinato la mia vita. Ma adesso ho capito che sia giunta l'ora di guardare nel futuro,di andare avanti,non posso arrendermi,non devo arrendermi,devo solo lottare come sempre e ce la farò. La mia testa scoppia e mi viene l'ansia a pensare che domani devo fare i conti con la realtà, la scuola,gli esami di maturità, Jenny che ritornerà a casa. Sicuramente mi dirà che era ubriaca,che vuole essere perdonata,che vorrebbe tornare indietro. Ma una cosa è certa,non mi azzarderò mai più a farmi illusioni sulle amiche e i ragazzi. Ho sbattuto la testa e non la sbatteró mai più,ho imparato dai mie errori. Prendo il telefono e vedo che sono le 2:00. Ho passato quasi un'ora a piangere. Mi alzo dal pavimento ed entro in casa,buttandomi sul letto e la stanchezza prevale sul mio corpo.

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