L'incontro

429 32 47
                                    

Non avrei mai pensato che sarebbe potuto succedere. Non lì, no di certo. Fra tutti i luoghi esistenti su questo pianeta, che siano essi suggestivi o squallidi, emozionanti oppure ordinari, non avevo mai pensato a quello. Eppure, la sorte o chi per lei, aveva sistemato la faccenda in modo tale che accadesse proprio lì.

Mi trovavo a Ravenna per questioni di studio: qualche anno prima, durante i miei anni da studentessa, avevo perso l'opportunità di iscrivermi ad un viaggio di istruzione, e così avevo deciso di rimediare all'errore organizzandomi autonomamente. Il ritmo incalzante del mio corso di studi mi aveva inseguita fino a pochi giorni prima, quando finalmente il conseguimento della laura mi aveva concesso una momentanea tregua estiva. Cosa di cui avevo immediatamente approfittato per godermi in prima persona e, non da ultimo, in discreta solitudine, i tesori lasciati in eredità alle nostre generazioni dal lontano impero bizantino. Bisanzio. Costantinopoli. Il nome di quella città, leggendaria quasi quanto Xanadu o il continente perduto di Atlantide, rievocava immediatamente alla mia memoria profumi di spezie d'oriente, suoni di strade affollate, lingue sconosciute frammiste a sintagmi di greco, il brillio di vesti fruscianti e tintinnanti d'oro e di gemme: i fasti di un impero che s'era perso nelle pieghe del passato, e di cui oggi possiamo ammirare solo pochi frammenti sparsi, come un affresco sulla cui parete restano scarsi lacerti, preziosi ma eternamente incompleti.

Nella mattinata calda e afosa, la vista del complesso della Basilica di San Vitale mi aveva rincuorata, e già immaginavo la piacevole penombra fresca di cui fra poco avrei goduto al suo interno accogliente. Entrai: nonostante i miei occhi faticassero ad adattarsi alla debole luminosità, riuscii a constatare che per una fortunata coincidenza la Basilica era quasi deserta. Avrei potuto ammirarla indisturbata, in tutto il suo splendore. Appagata dalle meraviglie che si mostravano in qualsiasi punto io volgessi il mio sguardo, camminavo lentamente lungo il deambulatorio più esterno, mentre i possenti pilastri che reggevano la cupola, rivestiti completamente di lastre marmoree policrome, facevano da quinte teatrali allo spettacolo di luci e colori che si animava, anche se immobile, lungo le pareti del presbiterio, si slanciava in alto sulla volta e scorreva sulla curva dell'abside.

Un attimo dopo lo vidi. Fu un istante, sufficiente a farmi sussultare. Com'era possibile che fosse lì, anche lui, in quello stesso luogo, esattamente in quello stesso momento in cui mi trovavo io? Tuttavia, non fu tanto grande la sorpresa di vederlo a pochi passi da me quanto quella con cui notai di non esserne infastidita, né spaventata, né tanto meno imbarazzata: un sentimento piacevole mi pervase mentre continuavo a fissarlo, immobile, nascosta quasi casualmente da uno degli otto enormi pilastri. Quello che credevo essere un tesoro s'era rivelato uno scrigno, preziosissimo e misterioso, che celava e custodiva al suo interno un tesoro più piccolo, e forse per questo ancora più prezioso e unico del primo.

Da dietro il pilastro lo fissavo, come se il mio sguardo non potesse fare a meno di posarsi su di lui: era davanti a me solo di pochi passi, ma dandomi le spalle non poteva accorgersi di essere osservato.

Al centro esatto dell'ottagono della Basilica, dove si era fermato per godere di una visuale piena, pareva riunire in sé tutte le forze che reggevano la struttura stessa, come se l'energia di tutti quei secoli emanasse da lui. Osservava attento i mosaici che gli si stagliavano davanti: gli eterni cortei di Giustiniano e Teodora, con il loro incedere fermo, immobile, ieratico e immutabile, racchiudevano il tempo intero nel loro passo mai realmente percorso. Tutto era ricoperto di tessere vitree policrome che si ravvivavano a vicenda, in un rigoglio di piante, girali, viticci, animali simbolici, figure angeliche, paesaggi biblici, una pioggia d'oro e colore che inondava la sua figura, immobile come Giustiniano davanti a lui.

Love, Hope and ConfusionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora