New York, 5 febbraio 1977
Allora era un vizio. Nonostante tutto quello che avevamo passato, Roger non aveva ancora perso la sua passione per le sfide e le scommesse e nemmeno la prospettiva del palco del Madison Square Garden poteva farlo desistere dal suo bieco proposito. Dal canto mio, ero venuta a sapere della cosa quando già l'impresa si stava svolgendo, e pareva che non fossi l'unica: Brian, Clementine, John e una folta schiera di fonici, roadies, cameramen, costumisti e truccatori si stavano ponendo la stessa domanda: dove diavolo erano finiti Roger e Freddie? Quella stravagante e poco raccomandabile coppia aveva pensato bene di sparire dalla nostra vista ormai da quasi un'ora: un'intera falange di tecnici era stata inviata in avanscoperta ma, oltre al fatto che nessuno di essi ancora aveva fatto ritorno alla base, di Roger o Freddie non vi era la minima traccia. In principio immaginammo che si trattasse di una delle loro trovate, inscenate giusto per fare un po' di spettacolo (non sarebbero bastate le due ore di concerto che attendevano la band?) ma allo scoccare delle sette di sera, cominciai a preoccuparmi.
-Non credo che sia successo loro qualcosa, ma fossi in te mi preoccuperei quando li vedrò tornare.- mi aveva detto Brian con aria torva. Il gruppo aveva provato fin dal primo pomeriggio, le attrezzature già erano state montate sul palco da tempo e l'impianto luci, con i suoi mille fari multicolore faceva bella mostra di sé in fondo ad esso. Brian aveva tentato di richiamare all'ordine i fuggiaschi con uno stratagemma escogitato qualche anno prima e che già altre volte aveva funzionato: chiese ai tecnici di alzare al massimo il volume delle casse per la voce e brandendo un microfono gridò, per la gioia di tutti i presenti:-Freddieeeee!!! Rogeeeeer!!! Uscite fuori immediatamente, CHIARO?!- Ma questa volta il sistema non aveva sortito altro effetto se non quello di farci vivere per qualche istante la netta sensazione di essere stati scaraventati sulla sommità di una torre campanaria durante la domenica di Pasqua.
Cominciai a sospettare che la scommessa stavolta consistesse proprio in questo: sparire nel momento meno opportuno, ossia spaventosamente a ridosso dell'inizio del concerto. Decisi a non arrenderci davanti a una tale perseveranza, riprendemmo le ricerche, sotto gli occhi disperati dei responsabili della sicurezza, tremanti all'idea di poter perdere di vista anche uno soltanto dei due musicisti rimasti nei paraggi. Sebbene fossimo piuttosto sicuri che quei due non avessero lasciato l'edificio, di per sé abbastanza esteso e articolato da fornire loro un certo numero di abili e insospettabili nascondigli, preferimmo inviare qualche audace ricercatore anche fuori dallo stadio, nella speranza di vederlo tornare entro l'ora in cui il concerto avrebbe avuto inizio.
-Se li trovo, li riporto qui trascinandoli per il colletto della camicia...- aveva ringhiato Brian dirigendosi a passo di carica verso il retropalco, con un'aria di tempesta dipinta sul volto. John, che si era attardato ad accordare nuovamente il basso, gli corse dietro per raggiungerlo in preda all'ansia. Io e Clementine prendemmo la strada opposta: preferivamo non dividerci, data l'architettura labirintica dell'edificio.
-Freddie Mercury, esci fuori da qualunque ripostiglio delle scope tu ti sia cacciato!- Clementine gridò portando le mani davanti alla bocca come un megafono. –O... rivelerò a chiunque tutti i tuoi segreti che ho mantenuto finora!!- ci fermammo in mezzo a un corridoio, ella puntò le mani sui fianchi e stette in ascolto: ma non vi fu alcun movimento.
-D'accordo, Fred. Se vuoi la guerra, che guerra sia!- esclamò, mentre io bussavo a una porta dopo l'altra, nella vana speranza che ne venisse una risposta.
-Clem, e se non fossero qui? Potresti aspettare a spifferare al vuoto i segreti di Freddie...- le proposi tornando vicino a lei.
Clementine mi scrutò aggrottando le sopracciglia pensierosa, quindi nuovamente proclamò:-Hai sentito, Fred? Mairead ti sta dando un'altra speranza: quini vedi di farne buon uso!- e riprese a camminare imboccando un altro corridoio, aggiungendo:-E anche tu, Roger Taylor, ovunque ti sia nascosto!-

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Love, Hope and Confusion
FanfictionChe ne è stato di Mairead? Che è successo in quegli anni vissuti lontano da amici e non solo? Perché tutto d'un tratto sembrava... sparita? Questa storia, raccontata in prima persona dalla protagonista, ripercorre alcuni momenti della sua vita, in u...