Progetti per il futuro

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Fu con irritante disinvoltura che Roger, del tutto inaspettatamente, e nel momento forse meno adatto per profferire tale dichiarazione, ebbe la sconsideratezza di dirmi:-Mi sono iscritto a biologia.-

Rischiando di ustionarmi rovesciandomi addosso per l'emozione la tazza di tè che mi stavo apprestando a bere, sgranai gli occhi, lo guardai e chiesi semplicemente:-Cos'è, uno scherzo?-

Roger mi fissò serio, aggrottò le sopracciglia e infine rispose:-No. Mi sono iscritto, davvero. Ma perché non credi mai a quello che ti dico?- esclamò irritato scattando in piedi. Posai la tazza che ancora tenevo in mano, cercando di giustificare la mia sorpresa per la sua precedente affermazione: fino a qualche tempo prima, da parte sua non avevo sentito altro che "Non ne posso più di questa roba" e "Voglio fare il musicista a tempo pieno" o ancora "Anatomia mi fa schifo", tutti enunciati che mostravano in modo assolutamente chiaro e lampante che Roger non avesse alcuna intenzione di intraprendere la carriera che i suoi genitori avrebbero tanto sperato per lui.

-No, no! Ci credo, d'accordo.- tentai di rettificare, con scarsi risultati.

-No, nient'affatto. Un sacco di volte tu non mi credi.- ribatté Roger ributtandosi sulla sedia con un profondo, sconfortato sospiro.

-Scusami.- ripresi. –Non volevo offenderti, mi dispiace.- egli scrollò il capo in senso negativo –Ma... beh, insomma... non era esattamente una cosa che ci si potesse aspettare da te.-

-Già, perché non sembro il tipo adatto, giusto?- domandò sarcastico, quindi partì con un polemico elenco:-Non porto gli occhiali con le lenti spesse come due fondi di bottiglia, non mi aggiro per la città recitando formule chimiche, non...-

-Fermo, fermo, fermo.- lo bloccai. –Ma che significa? Non è certo all'aspetto estetico che mi riferivo. Permettimi solo qualche perplessità, dato che ultimamente ti ho solo sentito soffrire per lo studio.-

-Vero, sì, ma quello studio.- ribatté Roger puntando i gomiti sul tavolo e guardandomi dritta negli occhi. Quindi, dopo una pausa teatrale in cui rimasi un po' interdetta, quasi sussurrò, con studiata lentezza:-Stavolta è diverso.- i suoi occhi brillavano.

Lo fissai con aria dubbiosa ed incredula restando in silenzio; l'espressione di malefica genialità che Roger aveva assunto si spense, ed egli capì che necessitavo di spiegazioni:-D'accordo. Te lo dirò francamente.-

-Ti ascolto.- risposi, riprendendo la mia tazza di tè che ancora mi aspettava fumante.

-No, no, no, non ti conviene...- egli accennò alla tazza, che riposai sconfortata sul tavolo.

-Mi serve una borsa di studio.- rivelò Roger con l'aria vissuta dell'uomo di mondo tradito dalla sua stessa vita. –E facendo un rapito computo delle materie passabili, considerata anche la mia... ehm... pregressa esperienza, ho deciso che biologia non sarebbe stata poi così male. Che ne dici?-

-Come ragionamento non fa una piega.- constatai, riuscendo finalmente a sorseggiare il mio tè. Roger, così preso dai suoi piani, aveva completamente scordato la tazza che gli stava davanti e continuava a parlarmi con un entusiasmo che era bello da ascoltare, sebbene in cuor mio temessi che presto sarebbe svanito cedendo il passo al solito (comprensibile e condivisibile) tedio che già avevo conosciuto: "non è così male" non mi suonava certo come un giudizio di profonda ammirazione, e ritenni di non dovermi sentire tremendamente colpevole per il mio scetticismo al riguardo. –Ma sei sicuro di questa scelta, cioè, ci hai pensato abbastanza?- domandai.

-Ma santo... Sì, sì che ci ho pensato, te l'ho appena detto!- Roger s'innervosì di fronte alle mie domande. -Si può sapere perché non ti fidi?-

Love, Hope and ConfusionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora