CAPITOLO 36

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~GAIA'S POV~

L'avevo perdonato troppo in fretta. In verità non ne avevamo discusso molto, ma ormai era tutto passato, più o meno. E poi ero matura ma non abbastanza grande da poter affrontare una cosa del genere. Che cosa avrei dovuto fare? Proibirglielo? Non ero sua madre e per quel che mi riguardava controllavo già abbastanza Erica non mi servivano altri pensieri. Se lui voleva rischiare con quelle cose poteva benissimamente farlo, bastava che non ci andassi di mezzo io.

Mentre pensavo questo il mio cuore invece mi diceva di insistere affinché la smettesse, qualsiasi cosa facesse. Perché lo amavo e non avrei permesso che finisse nei casini.

Inoltre Lunedì avevo parlato con Erica, se Harry era coinvolto mi sembrava ovvio lo fossero anche gli altri, era scontato. Ma quando l'avevo vista già nervosa per quello che era successo tra lei e Zayn avevo evitato di caricarla di altri problemi, le avrei detto tutto in un altro momento.

Harry era silenzioso, non si era ancora perdonato di avermi messa in pericolo. Gli avevo ripetuto mille volte che non doveva preoccuparsi ma non mi dava retta. Finalmente mercoledì sembrava un pò più tranquillo e ciò mi rendeva felice.

Durante l'intervallo scherzava con Niall e Louis, io lo osservavo estasiata, quando rideva le sue fossete erano la cosa più bella che avessi mai visto.

Ma quel pomeriggio non lo vidi, e non ricevetti nessun messaggio, non che lo volessi con me tutti i giorni a tutte le ore (anche se sarebbe stato fantastico), ma avevo paura facesse qualche stupidaggine, soprattutto ora che sapevo delle sue "attività".

Cercai di studiare ma ero troppo agitata per riuscirci così andai a fare una passeggiata nei dintorni.

Venti minuti dopo tornai a casa. Dovevo resistere, fidarmi.. Ma chi volevo prendere in giro. Presi il cellulare e gli inviai un messaggio.

'Ehi, che fai?' Scrissi sperando non capisse le mie vere intenzioni.

'Sto studiando. Tu tutto bene giusto?' In effetti non era silenzioso come prima ma le sue stressanti preoccupazioni non erano ancora finite.

Feci un selfie sorridendo e glielo inviai.

'Sana come un pesce :p' scrissi sotto la foto.

Rispose con una faccina che piangeva dal ridere.

'Sei bellissima' lo lessi più di una volta, era una cosa fantastica quando faceva così. Mi faceva sentire apprezzata e mi imbarazzava al tempo stesso.

Non sapevo cosa rispondere, così gli inviai un cuore. Rispondere 'anche tu' mi sembrava troppo scontato.
Poi inviò un video, Harry stava suonando la chitarra cantando una canzone improvvisata che parlava di me. Risi, ma al tempo stesso amai quel video. Lo avevo visto un numero infinito di volte quando mi accorsi che era tardi e dovevo preparare qualcosa da mangiare. Scrissi ad Harry che dovevo cucinare e lui disse di non fare niente. Capii subito. Dieci minuti dopo infatti si presentò davanti a casa mia con due pizze in mano.

"Tu mi vuoi far diventare una balena!" Rise e poi entrò.

"Ti vorrei lo stesso" non ci credevo molto ma sorrisi comunque.

"Anche se pesassi 120 chili?" Lo misi alla prova scherzando.

"L'amore non va a chili, ricordatelo" disse con un tono che sembrava quasi serio ma sempre sorridendo.

"E comunque..ci sarebbe più roba da toccare" gli diedi uno schiaffo sulla spalla.

"Sei un porco" apparecchiai la tavola e mangiammo la pizza.

"Ti è piaciuto il video?" Chiese soddisfatto di ciò che aveva ripreso.

Annuii convinta sorridendo e arrossendo.

"Guardala come diventa rossa" mi canzonò affettuosamente per poi invitarmi a sedere sulle sue gambe.

Gli accarezzai il viso, in quel momento sembrava così sereno, i lineamenti completamente rilassati in un sorriso.

Si avvicinò lentamente fino a far scontrare le nostre labbra con passione. Gli misi le braccia al collo e il mio respiro accellerò. Fummo interrotti dallo squillare del mio cellulare. Harry sbuffò e io risi.

Era mia madre ed Harry sapeva che la telefonata poteva durare un'eternità. Mi sedetti sul divano parlando del più e del meno con mia madre. Harry mi seguì e cominciò a baciarmi il collo facendomi venire piccoli brividi lungo la schiena. Era difficile parlare con mia madre in quello stato, così cercai di allontanarlo, ma era ovviamente più forte di me.

Riprese a baciarmi stavolta più vicino alla bocca, lo scansai anche se mi attirava come una calamita, come se una forza invisibile non mi permettesse di resistergli. Non ci volle molto per rinunciare a combatterla e salutare mia madre.

"Sei scorretto" dissi riappoggiando il cellulare sul tavolino di fronte al divano.

"Sì, forse un pò" sorrise beffardo per poi assalirmi e sovrastarmi con il suo corpo pesante. Mi si mozzò il fiato, non mi sarei mai abituata a quei gesti.

"Ti amo" dissi. Forse non lo dicevamo spesso come avremmo dovuto ma mi sembrava che perdesse di significato detto troppe volte.

"Troppo. Più di quanto io meriti forse" disse rassegnato.

"Hey, non dico che sia giusto, dico solo che ti amo" sorrise fissandomi intensamente.

"Anche io" rispose per poi riprendere a baciarmi.

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