Five

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28 giugno 2000

Harry era spaventato, non sapeva dove lo stesse portando suo padre, ma sapeva che non sarebbe stato un bel posto.

Suo padre inchiodò l'auto dopo un tempo indefinito, scese da essa e, aprendo la portiera di Harry, lo prese per un braccio e gli urlò di muoversi.

Lui prese in una mano l'orso regalatogli da Kat e nell'altra il suo quaderno, e lo seguì insicuro.

Entrarono in un edificio.

Harry pensò che fosse un museo perché aveva i muri pieni di scritte, come quando sua madre l'aveva portato a vedere quel quadro di Van Gogh a Londra, ma si ricredette quando suo padre iniziò a parlare a bassa voce ad una donna vestita di bianco, guardandolo a volte.

Aveva paura, e sbiancò quando suo padre gli prese il braccio con forza e gli intimò di seguirlo, nonostante lui impuntasse i piedi e si rifiutasse.

Arrivarono in una stanza e gli disse di entrare, dicendogli che se non l'avesse fatto se la sarebbe dovuta vedere con lui.

Harry entrò nella stanza, era completamente bianca.

Le pareti bianche, il tavolo bianco e la sedia bianca.

Lui si sedette su di essa e appoggiò i suoi preziosi doni sul tavolo, insieme a una foto di lui e di mamma, e strinse la sua collanina.

Voleva tornare a casa, da sua madre e da Kat.

Dalla porta, anch'essa bianca, entrò un uomo vestito di nero, pelato, con un naso enorme, Harry pensò subito a che grande fazzoletto dovesse usare quando si prendeva il raffreddore.

Uno gigante, molto probabilmente.

L'uomo si sedette di fronte a lui e si sistemò gli occhiali sul naso, per poi chiedergli una semplicissima domanda: "Tu sei Harry, giusto?"

Harry annuì.

"Quanti anni hai Harry ?"

Lui gli mostrò sette dita alzate, senza spiccicare una parola.

"Non parli molto, vero ?" chiese l'uomo. Harry rimase a guardarlo senza dire nulla, poi lui riprese a parlare.

"Harry" si schiarì la voce "ti capita a volte di sentirti cattivo, di voler far male a qualcuno ?"

"No" rispose lui sincero.

"Allora ti capita a volte di non ricordare cose che ti dicono di avere fatto ?"

Lui volle inizialmente negare, ma poi si ricordò che Kat gli disse di averla spinta, così annuì insicuro, anche se non gli piaceva per niente quell'uomo.

"Bene" disse lui, poi iniziò a scrivere su un quadernetto, e Harry sbirciò per vedere cosa stesse facendo, ma lui glielo impedì spostando il quaderno più vicino possibile a lui.

Antipatico, pensò Harry.

"Quanto spesso succede che tu non ricorda di aver fatto qualcosa ?"

"Non lo so, ogni tanto" rispose Har giocando con le mani.

"È quando è iniziato ?"

"Io ... non lo so" disse lui.

L'uomo uscì ed entrò il padre, che si sedette di fronte a lui.

Harry lo odiava con tutto sé stesso, aveva portato via anche lui, e non glielo poteva permettere.

BipolarismDove le storie prendono vita. Scoprilo ora