Thirteen

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2 novembre 2015

Se non fosse per il rumore fastidioso della sveglia mischiato a quello altrettanto fastidioso dell'arrivo di una mail sul computer, io potrei ancora felicemente dormire, per tutto il giorno.

Do un pugno alla sveglia per farla smettere, e cessa, anche se cade dal comodino, e il suono che produce cadendo mi fa svegliare sobbalzare, così mi metto a sedere sul letto stropicciandomi gli occhi.

Dannato lunedì.

Guardo le mie mani e mi accorgo che sono macchiate di nero, devo essermi dimenticata di struccarmi ieri sera.

Dopodichè prendo il portatile dal fondo del letto e leggo la nuova mail, sempre rannicchiata sotto le coperte.

"Gentile signorina Johnson, ci duole comunicarle che le lezioni di oggi saranno sospese, a causa di un assemblea dei docenti.
Le auguriamo una buona giornata,
Segreteria universitaria"

Questo annuncio è come musica per le mie orecchie, niente test di psicologia grazie a Dio !

Mi metto tutta sotto le coperte, compresa la testa e cerco di riprendere sonno, quando arriva Rosie, che salta sul letto e inizia a giocare con i miei capelli, quindi, di malavoglia, sono costretta ad alzarmi.

Quando mai ho deciso di volere un gatto ? 

Mentre sono bagno a struccarmi mi viene l'idea di andare a trovare Harry, è da una settimana quasi che non lo vedo.

Chissà quando potrà tornare a casa e vivere una vita normale ...

È restato un legame profondo tra me e lui, rovinato in parte dal pessimo carattere e dal comportamento di Hardin.

Scendo in soggiorno e, visto che è tardi per fare colazione, preparo un insalata da mangiare per pranzo.

Mia madre non è ancora tornata, strano.
Di solito torna per la notte, ma si vede che oggi si è trattenuta più del previsto.

Dopo pranzo prendo l'auto e arrivo a Malmesbury verso l'una, quindi parcheggio ed entro di nuovo nella casa bianca.

Vado sicura verso la sua camera, ma quando apro la porta non lo trovo.

Fortunatamente un infermiera sta passando di lì, quindi le chiedo cortesemente se sa dove può essere.

L'ansia fa parte di me.

"Ora sono tutti in mensa, può seguire i cartelli per trovarla" mi dice lei sorridendo.

La ringrazio e seguo le indicazioni, perdendomi completamente nell'ospedale.

Finalmente arrivo davanti a due porte di vetro, molto pesanti, che spingo e sorpasso, entrando nella mensa.

È un posto abbastanza semplice, con dei tavoli rossi come le sedie, il pavimento color tortora mentre i muri, di color bianco sporco, sono caratterizzati da delle grosse crepe.

Vicino ad una grande finestra della mensa, l'unica a non essere sbarrata per evitare che i pazienti si buttino di sotto, c'è un tavolo, ed un unica persona è seduta di spalle lì, in silenzio, al contrario di tutti gli altri pazienti che stanno animatamente parlando.

BipolarismDove le storie prendono vita. Scoprilo ora