Twenty One

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"Hardin ? Cazzo mi rispondi ?!" lo guardo insistentemente, lui evita di puntare i suoi occhi nei miei.

"Ora basta !" urlo mentre cerco di slacciare la cintura di sicurezza.

"Ferma" dice lui calmo, ma allo stesso tempo duro, bloccandomi il polso.

Contro ogni mia aspettativa, lui accende l'auto e la gira bruscamente. Rientra in carreggiata, cambiando completamente strada, ed in lontananza riesco già ad intravedere il cartello blu e bianco, scolorito dalle intemperie, che indica una sola parola: "Lacock".

Chiudo gli occhi respirando pesantemente, e torturandomi le mani, aspettando di arrivare in chissà quale posto.

"Resta qua, torno subito" mi ordina lui guardandomi duro negli occhi spegnendo l'auto arrivati a destinazione.

Hardin esce dall'auto sbattendo sonoramente la portiera, poi attraversa la strada senza nemmeno guardare a destra e a sinistra, o dietro di sé per vedere che non lo stia seguendo.

Mi sporgo verso il finestrino, sempre di più, fino a quando non vedo neanche più le sue gambe o le sue scarpe, così decido di uscire dall'auto.

Noto con stupore che la via in cui ha parcheggiato l'auto è la stessa di casa mia e lui, inaspettatamente, spinge un cancello ed entra in una casa.

Mi avvicino silenziosamente nascondendomi dietro ai veicoli parcheggiati lungo la via mentre lui apre la porta della casa, che poi riconosco come sua.

Inizia una battaglia interna nella mia mente. Cosa dovrei fare ora ?

Entrare ? Si arrabbierebbe un sacco. Aspettare qua fuori ? Se mi vedesse si arrabbierebbe comunque. Rientrare in auto ? Sì anche, così aspetto fino a domani mattina.

Controvoglia opto per la prima scelta, l'unica che può rispondere alle mie domande, ma che allo stesso tempo mi caccerà nei guai, me lo sento.

Spingo la porta d'entrata ed una nuvola di polvere mi colpisce il viso, facendomi rischiare di starnutire ed essere scoperta. Fortunatamente riesco ad attraversare il largo corridoio della casa di Harry senza fare un singolo rumore, per poi guardarmi intorno e notare un soggiorno enorme, con un tappeto rosso ed un divano nero.

La casa è piena di polvere, disabitata da chissà quanti anni, con le finestre sbarrate ed il tavolo da pranzo ribaltato, e le mie scarpe lasciano dei segni per terra, sulla moquette sporca.

Devo trovare assolutamente Hardin, deve essere per forza qui, dobbiamo andarcene prima che qualcuno scopra che lui è qui. È un irresponsabile.

Mentre lo cerco in cucina sento un tonfo improvviso al piano di sopra, come se qualcosa di vetro fosse improvvisamente caduto e si fosse frantumato in milioni di pezzettini; devo scoprire cosa è stato.

Salgo le scale velocemente, con il cuore in gola, udendo dei singhiozzi, per poi spalancare ognuna delle porte chiuse, una ad una, fino ad arrivare all'ultima, bloccandomi di colpo.

Il mio cuore perde un battito quando, sulla porta bianca a strisce rosa accostata, leggo un nome, colorato, in stampatello minuscolo, costituito da delle lettere di legno, "Gemma".

La spingo lentamente, per poi scorgere il mio migliore amico con le mani piene di vetri provenienti da una cornice sul pavimento, mentre la destra sanguina lasciando macchie scure sulla moquette, gli occhi gonfi, le guance bagnate.

"Cosa è successo ?" la mia voce si spezza, poi lui finalmente si accorge di me e singhiozza più forte, alzandosi da terra e buttandomisi addosso.

"Kat" sussurra lui stringendomi, mentre il sangue cola dal suo palmo e le lacrime dalle sue guance.

"Harry" appoggio le mie mani sulle sue guance sedendomi sul letto di sua sorella, accarezzandogli poi il viso.

BipolarismDove le storie prendono vita. Scoprilo ora