Fifteen

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Non capisco come mai, a volte, la vita ti faccia delle sorprese inaspettate, magari non apprezzate, ma inaspettate.

Hardin era proprio così, una sorpresa inaspettata, mentre guardavo il suo profilo serio, con lo sguardo attento sulla strada.
È stato una sorpresa, sì, e non posso dire di sopportarlo perché non è così, ma se è qui è per un motivo, e anche se non so ancora quale sia, è qui.

"Smettila di fissarmi" dice serio con lo sguardo ancora puntato sulla strada.

Io arrossisco, voltandomi bruscamente verso il finestrino.

"Non ti stavo fissando" rispondo io, mentendo.

"È fastidioso"

Sbuffo pesantemente, incrociando le braccia al petto.

Poi lui ricomincia a parlare.

"Come mai" fa una pausa deglutendo "come mai tuo padre è in ospedale ?"

"Leucemia" rispondo io, a voce quasi inudibile, giochicchiando con i fili dei miei jeans.

Hardin distoglie lo sguardo per un attimo dalla strada, per guardare me, poi annuisce, con sguardo quasi sofferente. 

"Il patrigno di Harry" sospira profondamente "lui, diceva di essere suo padre" scuote il capo  sorridendo amaramente "ma non lo sarà mai più dopo quello che ha fatto"

Lo vedo abbastanza teso, così metto una mano sulla sua poggiata sul freno a mano, che toglie rapidamente.
È questo il suo problema, non vuole essere aiutato da nessuno, nè vuole nessuno accanto.

"Kat, se solo tu avessi visto quello che ho visto io, ora mi odieresti"

"Perchè ?" La mia voce si affievolisce alla fine.

"Perchè non ho potuto fare nulla per lui, mentre suo padre lo distruggeva piano piano"

Una piccola lacrima calda solca il mio viso, quindi la asciugo velocemente, mentre i ricordi riaffiorano nella mia mente.

"Kat !" urlò Harry e riuscì scappare dalle grinfie di suo padre.

Mi strinse forte e mi disse tra i singhiozzi: "Lui mi vuole portare via"

Suo padre lo raggiunse e mi urlò: "Tu, ragazzina, non devi intrometterti non sono affari tuoi !"

"É il mio migliore amico !" urlai stringendo i pugni.

"Ora Harry andrá in un posto più bello" disse con un ghigno, e lo chiuse in macchina mentre continuava ad urlare.

Io gli dissi sottovoce avvicinandomi al finestrino: "Ricordati di me"

Infilai le dita nella fessura di esso e Harry le toccò con le sue dicendo: "Se lo farai anche te"

Hardin ferma l'auto di colpo, parcheggiandola sul ciglio della strada, e appoggia la fronte al volante, mentre io porto le mani davanti al viso.

"Ognuno ha un dolore da sopportare, e questo è quello di Harry"

"È il tuo qual'è ?" Gli chiedo passandomi un dito sotto gli occhi e successivamente guardandolo, nessuna emozione nel suo sguardo.

"Non appartenere a qualcosa"

Ci guardiamo per un tempo indefinito, poi lui riparte, e la sua espressione torna quella di sempre.

BipolarismDove le storie prendono vita. Scoprilo ora