Ten

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Sapevo che non sarebbe stato così semplice, ma allora come mai mi sembrava così reale nel sogno ? Magari mi sto facendo solamente delle paranoie ...

Chiudo il portatile e decido di andare a casa per la notte.

Non ho nessuna intenzione di dormire ancora sulle scomode sedie della sala d'attesa, così raccatto le mio cose e le metto in borsa, poi esco dalla stanza percorrendo i corridoi illuminati solo dai neon che rendono la luce dell'ambiente soffusa e mi danno fastidio agli occhi.

Mi accorgo che é appena passata la mezzanotte dal fatto che i corridoi sono molto meno affollati e le sale d'attesa meno rumorose.

Scendo le scale lentamente, cercando di sentire con il piede lo scalino successivo per non cadere, mentre con una mano mi tengo al corrimano e con l'altra mi stropiccio gli occhi.

Le porte di vetro scorrevoli si aprono velocemente e mi permettono di uscire dalla struttura e raggiungere il mio veicolo.

Mi appoggio al cofano della mia Fiat e respiro a pieni polmoni la brezza autunnale guardando le stelle, la luna piena, il cielo scuro, e mi fermo per solamente un secondo, per chiudere poi gli occhi e sorridere, senza motivo, solo perché penso di meritarmelo veramente.

Il tragitto verso casa è silenzioso, e non alzo nemmeno la mano per accendere la radio, mentre cerco di pensare a qualcosa di positivo, come mi diceva sempre di fare mia madre quando ero triste da piccola.

Nessuno.

Arrivo a casa verso l'una meno dieci e parcheggio l'auto nel garage, per poi aprire il portone ed entrare in casa.

Mi tolgo le scarpe e prendo in braccio Rosie, mentre mi lecca tutta la faccia.

Vado in cucina a riscaldare dell'acqua per il the, poi salgo in stanza a cambiarmi con qualcosa di più comodo.
Decido di sistemare le cose all'interno della borsa, e la causa ne è il mio costante disordine.

Il portatile sulla scrivania, il libro, perfetto tra gli altri sullo scaffale, e le altre cianfrusaglie infilate in un cassetto del comodino a caso.

Mentre apro quest'ultimo si sposta leggermente e l'occhio mi cade su un'oggetto dietro di esso.

È qualcosa di morbido, sará un peluche.

Lo tiro con forza e, quando riesco a prenderlo, la polvere che è rimasta dietro al cassetto per anni vola nell'aria e mi fa starnutire ripetutamente.

Osservo l'oggetto tra le mie mani illuminato solo dalla luce della notte fuori dalla finestra, e mi accorgo che é una bambolina, una di quelle di stoffa, tutta rovinata.

Harry la osservò per un pò senza spiccicare parola, poi le porse qualcosa abbassando lo sguardo.

"Tieni" disse lui, e le diede in mano una scatola rossa.
Lei la aprii ed all'interno di essa vi erano tutte le ghiande che aveva lasciato in quelle settimane sotto l'albero, un foglio spiegazzato e una bambolina di stoffa.

La osservai per un pò. Aveva un vestitino bianco e due codini biondi, mentre la stoffa era tutta rovinata, scolorita.

La bambola di Gemma.

La adagio sul mio letto, sopra al cuscino, per poi ritornare a pensare, come se non lo avessi fatto in questi ultimi giorni, ad Harry.

I miei tentativi di togliermelo dalla testa sono stati a dir poco inutili.

Rinuncio a quest'interessantissimo discorso con me stessa, per poi scendere le scale silenziosamente.

Vado a spegnere l'acqua che avevo messo precedentemente sul fuoco, dopodiché prendo dalla credenza la mia tazza azzurra e gli verso all'interno l'acqua calda, infine inserisco una bustina per il the, alla fragola ovviamente.

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