14 maggio
Il sole sta tramontando dietro le montagne.
Zayn si passa una mano sugli occhi, appoggiando il gomito sul finestrino abbassato. L'aria fresca gli solletica la barba lunga, il viso stravolto e i tatuaggi che spuntano dalla manica arrotolata fino alla metà del braccio.
«Sei preoccupato.»
Si sistema la cintura sulla spalla, allontanandola dal proprio petto. Apre la bottiglia d'acqua che ha fra le mani, quella che si è comprato durante il viaggio, e beve l'ultimo sorso – ormai caldo – rimasto. La vede guardarlo di sottecchi.
Non è preoccupato.
«No.» nega dopo di un po', avvitando il tappo di plastica.
«Lo sei.»
«Sono solo stanco. Il volo era in ritardo di due ore, all'aeroporto.» smettila di ribattere.
Ritorna a guardare fuori dal finestrino.
«Quanto ti hanno dato?» gli chiede Cecilia, continuando a guidare verso casa.
Suo fratello alza le spalle, indifferente.
«Come al solito.»
Due, al massimo tre, giorni.
Cecilia frena, scala una marcia e rallenta quando vede il semaforo, a una decina di metri, diventare rosso. Allontana le mani dal volante, accendendo la radio e inserendo il cd del suo gruppo musicale preferito: Zayn odia quella band, non gli è mai piaciuta, ed è forse proprio per questo motivo che alza a tutto volume la radio. Ovviamente lui l'abbassa un attimo dopo.
«Quindi, dopo l'ecografia riparti?» dovresti aspettare di più.
«Perché? Che altro dovrei fare, altrimenti?»
Esattamente come immaginava Cecilia, che mormora un «Ma certo!» sarcastico. Provocazione che, però, anche lui riesce a sentire benissimo.
Sospira.
«Me lo stai rinfacciando?»
Eccome se lo sta facendo, dentro la sua testa!
«E anche se fo–»
«Saresti l'ultima persona dell'elenco che potrebbe farlo, Cecilia.»
«Evelyn è troppo sconvolta per farlo. Ed è proprio per questo che sei turbato, anche se non vuoi ammetterlo. Lo sai che non è stata bene, ultimamente.»
Zayn non sa che altro dire. Che situazione di merda.
Lei di cose, invece, ne ha parecchie da raccontare: cerca di tenere a freno quella linguaccia che si ritrova fra i denti, di farsi i fatti suoi e di non impicciarsi nei loro problemi – ha da pensare già ai suoi! – , ma alla fine non riesce mai a censurarsi abbastanza.
Ci pensa il semaforo che si illumina di verde a tardare la ramanzina che ha in testa, permettendole di mettere la prima e di ripartire: alza il pedale della frizione per premere con coordinazione quello dell'acceleratore, correndo sulla statale priva di ingorghi. Tra meno di cinque minuti sono già arrivati.
Lo sai che non è stata bene, ultimamente.
Gli dispiace. Davvero, gli dispiace a Zayn. Ma non può farci niente, in un certo senso.
Lo sa bene cosa vuole sua sorella, ma non può accontentarla. Non vuole assecondarla perché all'esercito non ci vuole rinunciare. L'esercito è da sempre stata la sua vita, anche se in realtà si è arruolato da pochi anni, e ormai quel lavoro è diventato l'unica cosa che gli permette di staccare la testa da tutti i problemi che ultimamente lo stanno asfissiando.
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The Only Easy Day Was Yesterday
FanfictionZayn Malik non è altro che una recluta dei Navy SEALs, le Forze Speciali della Marina degli Stati Uniti. Lyn, invece, la sua compagna di divertimento quando lui ritorna dalle missioni. Stanno bene insieme, magari senza vesti, magari accaldati, m...