Game Over

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28 agosto

Sta tremando.

«Pronto?»

«Cecilia. Sono io.»

«Ehi! Pensavo di trovarti a casa .. Stai facendo gli straordinari?» le chiede, sentendola armeggiare, probabilmente, con le posate in cucina.

Lyn lascia perdere quella domanda. Magari fosse ancora al lavoro!

«Ti devo chiedere un favore.» dice seria, sedendosi sul letto libero di fianco a sé.

Le scoccia parecchio disturbare sempre lei, ma in realtà è l'unica che può chiamare in casi come questi: con i suoi genitori non ci ha più parlato dall'ultima volta che le hanno telefonato, e Zayn – per quello che le serve adesso, ovvero pei i vestiti puliti, lo spazzolino da denti e il dentifricio .. – è fisicamente troppo lontano.

Rimane solo Cecilia, solo lei la può aiutare.

«Dove sei?»

Lyn non sente più alcun rumore di stoviglie, adesso. Evidentemente l'ha capito anche lei, che c'è qualcosa che non va.

«Sono in ospedale.»

«In .. Ospedale? Per te o per il bambino? Che è successo?»

«Niente, non è successo niente. Sto bene. Stiamo bene! Adesso è tutto a posto.» la rassicura velocemente, con un tono di voce che però fa trapelare un velo di agitazione e di confusione.

«Ma che cosa è successo?» richiede una seconda volta.

«Non era nulla di grave, davvero. Questa mattina avevo dei crampi al basso ventre, pensavo che sarebbero passati nel corso della giornata .. Non ci ho dato molto peso. Dopo pranzo si sono attenuanti un po', ma volevo comunque andare al pronto soccorso per sicurezza.»

«Sei in ospedale da questo pomeriggio?! Dovevi chiamarmi prima, dannazione, Evelyn!»

Non è successo niente. Non ha sentito, quello che le ha appena detto?

«Potresti portarmi qualche ricambio per la notte, per favore?»

Silenzio.

«Aspetta, ti hanno ricoverata? Non è tutto apposto, allora.»

«Solo per degli accertamenti.» stiamo bene.

Cecilia sale di corsa le scale che portano al piano di sopra, va nella stanza che occupa ormai da alcuni mesi e recupera le scarpe che pochi minuti prima aveva buttato nell'angolo della camera.

«Okay .. Dammi cinque minuti, il tempo di prendere la tua roba, di vedere se riesco a contattare il centralino della Base, e poi sono da te!» esclama, togliendosi anche i pantaloni della tuta per infilarsi un paio di jeans scuri.

La Base? No.

Lyn si agita.

«Non serve che lo chiami.»

Cecilia non è sicura di aver sentito bene.

Che cosa dice? Di non chiamarlo? Deve chiamarlo! Assolutamente!

«Perché?»

«Perché te l'ho già detto, non è successo niente di grave. Non disturbarlo per queste simili sciocchezze!»

Probabilmente non si sta sentendo, mentre parla.

Perché, disturbare: ha proprio detto così. E sciocchezze!, ha aggiunto anche questa fesseria.

The Only Easy Day Was YesterdayWhere stories live. Discover now