Think Of You ~ Part 1.

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25 giugno

Nome: Noah 

Origine: ebraica

Significato: "chi consola e porta tranquillità e riposo".



Lyn perlustra con lo sguardo tutta la moquette della camera, alla ricerca dei suoi slip.

Si mette seduta, dandogli la schiena, nuda, mentre con il piede cerca di avvicinarsi l'intimo. Quindi allunga la mano, si infila le mutandine e poi si alza per prendere il reggiseno e gli altri vestiti sparsi su tutto il pavimento.

«Ti starebbe bene?» lo sente chiedere.

«Cosa?»

«Vederci ancora. Solo per scopare.» precisa.

Lyn recupera e indossa, successivamente, anche i pantaloncini corti e la canotta. Si volta a guardarlo.

E lo trova lì, in mezzo al letto sfatto, con i capelli tutti scompigliati e i tatuaggi in bella vista. Le labbra umide, la barba incolta – sexy – che le ha continuato a graffiare la pelle del collo, nell'ultimo quarto d'ora.

Non ci crede che sia finita a letto con l'estraneo una seconda volta e che, nonostante tutto, sia stato fantastico. Le è piaciuto.

.. Ma a chi non piace, d'altronde, il sesso?

«Okay.» concorda ingenuamente, controllando l'ora sul cellulare.

«Dammi qua.» continua Zayn, indicando il telefono nelle sue mani.

Lyn glielo passa, mentre si scioglie i capelli e li raccoglie in una coda più ordinata. Lui salva il suo numero e poi fa vibrare il suo cellulare, chiamandosi, così da avere anche lui il suo contatto. Di sicuro non avrebbe di nuovo il culo, che lo ha graziato questa volta!, di rincontrarla casualmente al pub.

«Hai fatto?» gli chiede, frettolosa di tornare a casa.

«Perché ti sei già vestita?»

Pensava che avrebbero fatto di più, come la prima volta.

«Devo andare ..» scuote la testa, scrolla le spalle e finisce di mettersi i sandali.

Zayn le passa il cellulare, afferrandola per il polso e costringendola a ricadere – su di lui – sul letto.

In un attimo si riappropria delle sue labbra, giocandoci subito con la sua lingua.

Lyn gli accarezza una guancia, ben vogliosa di ricambiare quel bacio. Ed è forse la mano di Zayn che scivola sul suo fondo schiena, a farla stringere ulteriormente a lui.

Si strusciano addosso, l'una con l'altro.

«Ti sei vestita per niente.» le mormora sulle labbra Zayn, incominciando di nuovo a sbottonarle i pantaloncini di jeans.

Ma Lyn – a malincuore – si scansa, scivola via dalla sua presa e scende dal letto.

«La prossima volta ..» dice, con le guance arrossate, consapevole di quanto sia pronto ma allo stesso tempo di non poter restare. Non vuole altre sfuriate da parte dei suoi genitori, che probabilmente l'avranno chiusa fuori casa, vista l'ora. Come se fosse ancora una bambina!

Gli lascia uno sguardo d'intesa, complice, mentre si gira e da terra raccoglie la borsa.

«Bel culo, comunque.» le fa eco Zayn, facendole un occhiolino.

Questa se la farà ancora, non c'è dubbio!



Lyn fruga tra quella borsa, cercando di non pensare a tutti i ricordi che sono venuti improvvisamente a galla.

Non ci pensare.

Ricerca il portafoglio, per poi inserire le monete nella macchina del caffè: preme i numeri 2 e 3 – che corrispondono a un caffè macchiato – , schiaccia due volte il pulsante dello zucchero e poi attende che il distributore abbia finito.

Mentre aspetta prende il cellulare dalla tasca dei pantaloni e cerca il primo contatto salvato nella rubrica.

Avvia la chiamata.

«Zayn Malik, per favore.» dice, dopo aver risposto ai soliti saluti di convenienza.

«Come, scusi?»

«Zayn Malik.» ripete più forte, Lyn, prendendo il caffè pronto.

«Chi lo cerca? È una familiare?»

Bella domanda.

Lyn boccheggia, non sapendo come rispondere. Perché, chi diavolo è, lei, per Zayn? Quante volte si è fatta questa domanda!, prima di andare a dormire, nel suo letto, con le coperte che sapevano leggermente di lui ..

«Un'amica.» risponde, anche se il tono della voce è del tutto insicuro.

Perché non è nemmeno questo, a suo malgrado, lo sa.

«Questo numero è dato solo ai parenti più stretti, non so se posso passarglielo. Attenda un minuto.»

Quel minuto dura, pian piano, più del previsto. Mescola con la palettina trasparente lo zucchero per scioglierlo e dopo beve un sorso di caffè, sporcandosi le labbra di schiuma bianca.

In sottofondo, dall'altra parte del ricevitore, un nastro automatico sta ripetendo a Lyn di aspettare ulteriormente qualche secondo prima di poter parlare con la recluta richiesta. Attenda in linea, l'operatore provvederà a metterla in contatto con ..

«Mi dispiace, non è in zona. Provi a richiamare nei prossimi giorni.»

Prossimi giorni.

«Va bene, grazie.» saluta lei, riattaccando.

Finisce il suo caffè, guarda di sfuggita la pancia e rientra in biblioteca. La pausa è finita.

Torna tra gli scaffali pronta a riordinare i libri, con la speranza che almeno Cecilia sia riuscita a sentirlo.

The Only Easy Day Was YesterdayWhere stories live. Discover now