Capitolo 13 - Pensavo...

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Arrivati a casa Mauricio la prese in braccio e la portò fino in camera sua - "Davvero state bene?"

"Sì Mauricio, grazie. Aiutami un momento a sedermi"

"Ora devo andare signora ma chiamerò Fe perché stia con voi e vi aiuti a lavarvi e cambiarvi stasera tornerò a vedere come state" - le diede un bacio sulle labbra e fece per andarsene quando sentì la sua mano trattenerlo - "Fatti ringraziare per tutti gli sforzi che hai fatto per me" - tornò da lei e si fece baciare con passione.

Dopo ore di discussione tra lei e Fe finalmente la domestica era riuscita a sistemarla e renderla più bella del solito; le aveva raccolto i capelli in una treccia, le aveva messo una bellissima camicia da notte e l'aveva poi lasciata riposare un po'.
Una volta sola si scoprì a fissare un punto nel vuoto, non poteva far finta di rimanere indifferente ancora per molto alla preoccupazione che Raimundo aveva mostrato per lei nel vederla in quelle condizioni, però non voleva nemmeno illudersi. Se la sua fosse stata solo preoccupazione? Quante volte si era preoccupato per lei e poi quando era tornata in salute aveva ripreso a disprezzarla? Ricordava così bene tutte le attenzioni che lui le aveva dedicato quando si trovava nella casa di riposo e ricordava altrettanto bene il loro ultimo incontro lì dentro - "Girati Raimundo Ulloa..." - disse con tono dolce e lo vide girarsi lentamente facendo comparire un sorriso sulle sue labbra nel vederla di nuovo sorridere e nel sentirla di nuovo parlare - "Francisca, finalmente parli, ti stai recuperando"

" - disse con tono dolce e lo vide girarsi lentamente facendo comparire un sorriso sulle sue labbra nel vederla di nuovo sorridere e nel sentirla di nuovo parlare - "Francisca, finalmente parli, ti stai recuperando"

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"Non del tutto, poco a poco"

"Vi lascio soli, avrete molto di cui parlare" - affermò Fulgencio prima di andarsene - "Grazie Raimundo, ti devo la vita"

"Non devi ringraziarmi, chiunque nella mia situazione avrebbe fatto lo stesso"

"Chiunque no, non negare i tuoi meriti"

"Sarà che io non li vedo"

"Per me lo sono, non dimenticherò quello che hai fatto per me e ora, parlami di Tristan"

"Per me lo sono, non dimenticherò quello che hai fatto per me e ora, parlami di Tristan"

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"Francisca, Tristan è morto mesi fa..."

"Lo so, voglio sapere se visiti la sua tomba, se non gli mancano fiori..."

"La sua tomba la visito tutti i giorni, forse mi prenderai per pazzo però mi metto a parlare con lui"

"Non è da pazzi non voler dire addio ai figli che se ne vanno"

"Forse, però io che solo credo in questa vita mi trovo a parlare ad una lapide, però è un posto che mi dà pace"

"Sai Raimundo cos'è il peggio del mio risveglio? È che il dolore è lo stesso del primo giorno, come se Tristan ci avesse lasciato ieri" - le lacrime scendevano dagli occhi di lei e lui le prese la mano per darle forza e la strinse nella sua.
Lei tornò a casa e Raimundo tornò a trovarla ma lei non riusciva a guardarlo, era troppa la somiglianza con Tristan, erano così uguali che le faceva troppo male vederlo, lui non l'aveva presa bene, non aveva capito il problema e se ne era andato, come sempre.

"Posso entrare?" - chiese Mauricio dopo aver bussato alla porta - "Signora?" - aprì lentamente e la trovò con le lacrime agli occhi, immobile - "Cosa succede signora?" - si allarmò subito - "Mauricio.." - reagì allora lei vedendolo - "mi hai spaventata"

"Scusate non era mia intenzione ma ho bussato e non avete risposto e poi state piangendo..."

"Va tutto bene, stavo solo pensando a Tristan..." - lui non le disse nulla ma le sorrise soltanto e quando fece per darle un bacio sulla guancia sentirono la porta aprirsi - "Scusate signora, credevo foste sola" - disse Fe con il vassoio in mano - "vi avevo portato la cena"

"Ora non ho fame, torna più tardi"

"Fe, assicurati che non entri nessuno, dobbiamo discutere di temi importanti" - aggiunse Mauricio - "Non vi preoccupate non entrerà nemmeno una mosca" - fece un piccolo inchino e se ne andò.

"Siete molto bella!" - affermò dopo averla fissata per alcuni istanti sedendosi sul bordo del letto - "Non dire stupidaggini, con tutti questi lividi sembro un panda!"

"Il panda più bello del mondo..." - riuscì a farla sorridere e stapparle un dolce bacio - "Vi fa ancora male la caviglia?"

"Se non l'appoggio no"

"E le ferite?"

"Bruciano un po' ma posso resistere"

"Avete bisogno di qualcosa? Vi porto un libro? Acqua?"

"Non mi serve niente, grazie" - gli rispose sorridendo - "Allora vi lascio riposare, ci vediamo domattina. Buonanotte, dormite bene"

"Anche tu" - si scambiarono un lungo bacio poi lui si alzò dicendole - "Chiamo Fe perché vi porti la cena".

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Da quando l'aveva incontrata in piazza non riusciva a smettere di pensare a lei, che cosa le poteva essere accaduto? Nessun paesano lo sapeva con certezza, c'era chi diceva fosse caduta in un fosso, chi che qualcuno l'avesse picchiata e altre mille storie.

"Padre tutto bene?" - gli chiese Emilia avvicinandosi al tavolo - "Sì, stavo solo pensando, succede qualcosa?"

"Questo me lo dovreste dire voi visto che è tutto il giorno che non vi muovete da qui..."

"Sono solo stanco"

"Sì certo..." - Raimundo si alzò dal tavolo e senza aggiungere altro si diresse alla Villa.

I'm losing control.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora