Capitolo 4

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Josh era venuto a prendermi sotto l'ufficio di nostro padre con la sua macchina. Venne verso di me in tutto il suo splendore,mi prese per la mano e mi portò in una gelateria.
"Alex io lo so che hai del talento,puoi anche continuare a fare graffiti,ma il video che hai pubblicato potrebbe ritorcersi contro papà e te" disse mio fratello toccandomi una guancia.
''Ehi fratellone. Lo sai che puoi stare tranquillo.''
''Ma io mi fido di te. Non mi fido degli altri.''
"A chi potrebbe interessare un video? Siete tutti così stressanti. Mi piace fare graffiti,lo sapete bene ma nonostante questo continuate a dirmi che va bene solo che nessuno lo deve sapere. Non diventerò mai nessuno. Davanti a me ci sarà sempre il nome di nostro padre. I miei successi devono essere miei,li devo ottenere io, grazie alle mie capacità e non grazie al mio cognome."
Detto questo me ne andai dal bar,correndo,Josh aveva urlato qualcosa, non lo sentivo, al momento volevo solo andare nel parco a pensare.

Ero li da qualche minuto,sola,mentre guardavo i bambini giocare e in quel momento una mano mi toccò la spalla. Mi girai di scatto. Era Ian.
''Sei una pazza. Mi ha chiamato Josh,ha detto che avete litigato e sei scappata."
Non lo guardavo in faccia. Tenevo la testa bassa e le gambe al petto mentre guardavo il verde della panchina ormai arrugginita.
''Alex. Parlami'' disse Ian.
Mi girai verso di lui,forse stavo piangendo o forse no, lo guardai e rimasi li a fissarlo fino a quando lui non prese delicatamente la mia testa e l'appoggiò sulla sua spalla,accarezzandomi,mentre io con le mani mi aggrappavo al suo braccio.
Erano passate un paio d'ore, restammo sempre in quella posizione senza parlare o guardarci.
Tutto a un tratto dissi:"Io ci tengo a fare quei graffiti. Rischio si. Ma mi piace. È la mia vita ed è una sola,non voglio trascorrerla dietro una scrivania. Voglio viverla al massimo."
''Alex devi capire che tuo padre in questa città,e non solo, ha un nome importante,basta poco ad avere qualcuno contro. La colpa è mia,parlerò io con i tuoi''
Non sopportavo più nessuno,tutti sapevano qualcosa in più rispetto a me,tutti pretendevano qualcosa da me, io volevo solo stare bene nel modo in cui volevo io. Feci per andarmene e mi alzai di scatto,Ian però mi fermò prendendo il mio polso,mi tirò verso di sé e mi abbracciò. Era un abbraccio. Un abbraccio normalissimo, io appoggiano la testa sul suo petto e lo strinsi a me e lui fece lo stesso e mentre sentivo il suo alito caldo sulla fronte disse:"Vivi come vuoi,ma fammi fare parte di questo tuo modo di vivere."

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