Capitolo 10

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Sento delle urla. Non riesco a capire da dove arrivano e di chi siano,l'unica cosa che so é che ho i battiti accelerati. Mi muovo confusa tra le stanze di una casa,non so bene che casa sia, é come se le pareti si stessero avvicinando a me,corro e arrivo in una stanza dove vedo mia sorella e mio padre,sono legati con delle corde. Ci sono uomini vestiti di nero e un ragazzo con in mano una pistola, non é molto grande ma i lineamenti duri del suo viso lo fanno apparire come un uomo, un uomo che prende le scelte sbagliate. Si volta verso di me,ride, continua a guardarmi mentre allunga il braccio destro che tiene in mano la pistola e la punto verso mio padre ed Emily. Capisco le sue intenzioni e urlo. Ma lui spara...

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'Alex! Svegliati! Niente, non reagisce.' Sento urlare Megan, ma é come se cercassi di alzarmi senza riuscirci.
'Fatele 10ml di questo e subito dopo l'ossigeno!' urla un'altra voce femminile.
Apro gli occhi e vedo infermieri che corrono qua e la, solo ora mi rendo conto che non riesco a respirare, anzi forse sto soffocando. Mi porto le mani al collo cercando di prendere fiato ma non ci riesco,non ci riesco. Cerco di muovere il mio corpo, muovere le gambe o solo muovere le dita delle mani mi risulta impossibile.
Qualcuno mi vede e corre verso di me con una mascherina, togliendo via le mani dal mio collo; vedo una faccia rotonda,capelli biondi e degli occhi azzurri su di me, è Megan:"Tesoro. Alex. Guardami. Hai avuto un attacco di panico,era molto forte,ora con l'ossigeno dovresti calmarti in caso contrario dovremmo intervenire con una piccola puntura."
Annuisco e vedo davanti alla porta della mia stanza un ragazzo vestito di nero e in quel momento sento il cuore in gola.
Alzo il dito cercando di far capire almeno a Megan che lì,davanti alla porta, c'è qualcuno e inizio ad agitarmi,cosa che non mi fa affatto bene. Megan si volta,forse ha capito dico tra me e me, ma lì non c'è nessuno. Nessuno.
Quando realizzo che era tutto frutto della mia immaginazione mi calmo,ma nonostante tutto sento un leggero prurito sul braccio. É Megan che mi ha appena fatto una puntura.
"Tesoro tranquilla, é solo un sedativo, andrà tutto bene."
Sento le palpebre che si appesantiscono,non c'era bisogno di un sedativo, ma questo lo dirò domani a Megan,mi sentivo troppo stanca e avevo bisogno di riposare.

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Josh's Pov

<<Signori Mathews, Alex stanotte ha avuto un attacco di panico, forse abbiamo sottovalutato un po troppo quello che é successo a casa vostra la sera in cui l'avete portata qui. Qualcosa deve averle fatto subire un trauma perché questa notte urlava nel sonno,dicendo cose del tipo 'no la pistola contro mia sorella no', quindi se posso darvi un consiglio uscita da qui dovrebbe fare delle sedute da uno psicologo,posso farvi dei nomi se volete.>> dice una dottoressa ai miei genitori.
La guardo sconvolto:" Sottovalutato la cosa? Noi qui abbiamo pagato i migliori medici di tutta Seattle per evitare che mia sorella subisse traumi, per far si che non riportasse problemi in seguito e lei che ci viene a dire? Che questa notte ha avuto un attacco di panico, non respirava bene e parlava di pistole e altro? Siete solo degli incompetenti!' urlo verso la donna che ha un chignon e gli occhiali. Ha un portamento molto autoritario, mi guarda fisso negli occhi,una donna così non può avere dei sentimenti.
"Josh!" urlano i miei genitori all'unisono.
La dottoressa interviene:" Signori Mathews,nessun problema. Signorino Mathews so bene quanto i suoi genitori contino all'interno dell'amministrazione di questa clinica, ma nonostante questo noi non abbiamo a disposizione un'equipe di medici specializzati in psicologia e psichiatria per far si che sua sorella non riporti traumi. Abbiamo fatto il possibile per aiutarla ma ora ha bisogno dell'aiuto di uno specialista" dice con tono fermo.
Niente sentimenti o espressioni facciali di nessun genere. Solo apatia.Giusto così me l'aspettavo.
Me ne vado portando le mani tra i capelli mentre i miei genitori parlano ancora con la donna apatica. Porto una mano nella tasca cercando il mio maledetto cellulare.
Cerco in rubrica un numero,lo trovo e chiamo.
"Pronto?"rispondono dall'altra parte.
"Ian. Sono Josh. Vieni in clinica, questa notte Alex ha avuto un attacco di panico, crisi respiratorie o una roba del genere. Vieni qui e aiutami a parlarle."
Sento il rumore di una porta che sbatte e Ian che riattacca.

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