Capitolo 16

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'Siamo a casa!' sento la porta d'ingresso che si apre e io, Josh ed Emily uscendo dalle nostre rispettive camere ci guardiamo sorridendo e corriamo giù per le scale.
"Mamma, papà!" urliamo tutti e tre in coro, li abbracciamo e per poco non cadiamo tutti a terra.
"Alex tesoro, come stai, ci sono novità?" chiede mia madre guardandomi negli occhi.
Mi volto verso Josh e cerco d'interpretare il suo sguardo ma capisco che non ha detto niente ai miei genitori dell'ultimo attacco di panico; gli sorrido e stringo le mani a mia madre per poi parlate:" Sì! Ian sta con una ragazza e io sto uscendo con il cugino di Jeff" dico tutto ad un fiato.
"Oh sono contenta per quel ragazzo, se lo mer... aspetta cosa? Stai uscendo con John Evans?"
"Come fai a sapere il suo nome?"
"Credi che la nostra famiglia non conosca gli Evans? Sono avvocati, i migliori a dir la verità" si intromette mio padre mentre mi dà un bacio sulla fronte.
"Ciao papà" lo saluto mettendomi sulle punte e dandogli un bacio sulla guancia.
Mia madre ci guarda e poi dice:"Va bene ragazzi abbiamo un paio di sorprese per voi."
"Prima chiudo la porta" dice mio fratello che era andato a prendere un bicchiere d'acqua a mio padre che ora beve tranquillamente.
"Chiudere la porta per lasciarmi fuori al freddo?" sentiamo dire da una voce familiare.
Ci giriamo tutti nella stessa direzione e quando uno chioma scura con un paio di riflessi biondi fa capolino sulla nostra porta, non posso far a meno di sorridere e correrle incontro.
"Ariana!"
"Alex!" dice la ragazza abbracciandomi e facendo spostare Josh che sorride grattandosi la nuca.
"Oh Em!" continua Ariana accorgendosi della presenza di mia sorella.
"Ciao Ari" dice Em abbracciandola.
"Che ci fai qui? Cioé come mai sei venuta qui dall'Australia?" chiedo ancora euforica.
"Bhe che dire, mi mancavate e ho approfittato di Arthur e Angelica per un passaggio."
Ariana viveva qui a Seattle da bambina e anche i suoi genitori sono imprenditori e amici dei miei, così ogni giorno, da bambine, ci vedevamo per giocare insieme o anche solo per vedere un film; poi i suoi si sono trasferiti in Australia tre anni fa e non ci siamo più viste se non su Skype.
"Mi sei mancata così tanto Alex, ho un sacco di novità."
"Oh anche io, a proposito andiamo in camer....Ian?"
Vedo Ian correre verso di me con gli occhi rossi e lucidi, cade ai miei piedi e io mi abbasso per prendergli la faccia tra le mani.
"Ian, ehi che é successo?" quasi urlo.
"Saliamo di sopra ti prego."
"Oh si, Ari ci vediamo dopo, aspettami qui."
"Può venire anche lei se vuole e Ariana, bentornata."
"Oh nessun problema Ian, salite, sono dietro di voi."
Salgo le scale tenendo il mio amico per mano, é una cosa nostra, lo abbiamo sempre fatto quando attraversavamo un momento difficile, ci dava sicurezza e usarlo ora mi sembra il momento più adatto.
Entriamo in camera e Ian togliendosi la giacca di pelle si siede sul mio letto mettendosi le mani tra i capelli, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
"Ian parlami."
"Intanto scusa. Scusa se non sono stato molto presente nei giorni scorsi, migliorerò anche in questo."
"Eh cosa? Non dirlo neanche per scherzo non devi migliorare in niente. Vai avanti."
"Alex sto frequentando un brutto giro."
"Che cosa?" chiedo sconvolta.
"Sì, ho chiesto ai gemelli Rodriguez dove poter trovare un po di erba, avevo bisogno di rilassarmi, mi hanno fatto un po di nomi e così ho preso l'erba..."
"E poi?"
"Poi niente Alex, oggi Victoria lo ha saputo da Catherine,la ragazza di TJ Sanchez e ha fatto una scenata. É stato assurdo davvero, la cosa più grave é che anche oggi, avevo fumato e non ragionavo a mente lucida....Alex l'ho presa da un braccio e l'ho buttata a terra, ha sbattuto la testa. Sono un pazzo, un pazzo" dice il mio amico buttandosi sul letto.
Ariana mi sta fissando e poi dice:"Ian perché lo fai?"
Lui si alza e la guarda:" Inizialmente per gli amici ,poi continuavo perché mi piaceva e loro mi incitavano. Devo fermarmi."
Lo guardo e prendo la parola:" Da quando hai iniziato?"
"Quando ti hanno ricoverata nella clinica, dovevo rilassarmi."
"Sei stata ricoverata?" chiede Ari.
"Sì, ma é un'atra storia."
Guardo il mio amico sconvolta.
"Che cosa stai facendo...devi fermarti."
"Non lo so."
"Ce la faremo."
"Insieme?"
"Insieme come sempre. Dov'é ora Victoria?"
"Penso a casa sua Alex."
"Domani vado a parlare con lei."
"Grazie amica. Che ne dici di stenderci un po sul tuo letto, insieme alla straniera, come tutti e tre facevamo da bambini?"
Io e Ariana ci guardiamo e annuiamo, ci buttiamo ai lati di Ian, io verso la porta e lei verso la finestra con il ragazzo dagli occhi azzurri al c'entro. Entrambe ci giriamo verso Ian e gli passiamo un braccio sul petto.
"Così mi soffocate però."
"Resisterai" dico io.
Ci addormentiamo così, come da bambini.

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Ian's Pov

Quando mi sveglio trovo la gamba di Alex tra le mie e il mio braccio passa sulla sua vita mentre mi dà le spalle, io e Ari invece abbiamo le spalle l'una contro l'altra. Inizio a fissare il volto di Alex, é così bella con i capelli ricci che le ricadono davanti gli occhi e sul naso un po storto per una caduta da un albero da bambina; Alex la ragazza ribelle che si sente rinchiusa anche in un parco, all'aria aperta, mentre tutti ridono lei pensa e si può sentire il rumore che fa la sua mente anche in lontananza. Mi rendo conto che mentre la guardo sorrido e le tolgo una ciocca di capelli dalla guancia.
"É bella vero?"
Alzo lo sguardo un po sorpreso e vedo Jack che mi sorride:"Molto, sei fortunato amico, é una roccia, potrai sempre contare su di lei."
"Lo so ma forse sono io che non sono all'altezza per lei."
"Altezza? L'unica altezza che questa ragazza conosce é quella del suo ego."
Ride:"É molto insicura, te ne accorgi subito ma é anche forte, molto forte."
"Da cosa nasce questa sua insicurezza?"
Lo guardo e poi rispondo, ammiccando un sorriso:"Le responsabilità. A 17 anni riesce a supportare una famiglia intera e a reggere il confronto con ragazze di un certo ceto sociale che non fanno altro che farle notare ,sbagliando, quanto lei non sia all'altezza della sua famiglia. É forte e insicura contemporaneamente ma sorride sempre, sempre."
Lo guardo ancora e continuo:"Quando lei é triste se ne accorgono tutti, anche gli sconosciuti. É distratta e cammina a testa bassa ma niente potrà mai farla cadere."
Le accarezzo una guancia e torno a posare il mio sguardo su John:"É la mia rosa bianca in un vaso pieno di rose rosse."

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