Capitolo 6

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Nella stanza si sentirono un colpo e delle urla. Qualcuno aveva sparato. Vidi Emily piangere e Josh accarezzarle la testa mentre io mi avvicinavo a Ian.
"State tutti giù e non azzardatevi ad alzare la testa!'' urlò il più alto degli uomini incappucciati. Emily piangeva e non era la sola,più Josh cercava di tranquillizzarla più lei aveva paura. Raggiunsi Ian e mentre eravamo stesi uno accanto all'altro mi fece avvicinare a lui prendendomi da un fianco e mi mise una mano sulla testa. I nostri volti erano vicini e guardandolo negli occhi riuscivo a percepire un velo di terrore.
"Questa sera siamo qui,signore e signori,per rendere omaggio al nostro caro signor Mathews. Lo seguiamo da anni ormai e vogliamo dei soldi. Un bel po di soldi. Se non vuole perdere le aziende sparse nel paese.E l'unica persona che sarà disponibile a fare ciò è in questa casa ,sì, proprio lei Signor Mathews" disse l'uomo che aveva già parlato prima.
''Lei non avrà un centesimo da me!'' urlò mio padre.
Il pianto di Emily attirò l'attenzione dell'uomo che con un sorriso le si avvicinò.
La fece alzare,nonostante Josh la trattenesse e l'uomo tirò un calcio a mio fratello e a gran voce disse:''Mathews! Facciamo un bel gioco. Mille dollari ogni cinque minuti se non vuole che nello stesso arco di tempo a sua figlia venga fatto del male."
Mio padre sgranò gli occhi. Abbassando la testa disse:''Non lo faresti mai. È una bambina."
Mio padre conclusela la frase e l'uomo colpì Emily. Urlò. Urlai. Vidi mia madre piangere e cercare di andare verso Emily. Mi alzai andando incontro all'uomo.
''Lei no. Non avrebbe senso. Faccia del male a me. Sarebbe da vigliacchi prendersela con una bambina. Lei che dice?"affermai e denti stretti.
Sorrise compiaciuto.
'Signori avete visto? La ragazza è una gran faccia tosta. Signor Mathews prepari i soldi.'
'Papà non dargli niente' dissi senza spostare lo sguardo dall'uomo.
Aveva occhi scuri,non era molto grande, poteva essere anche un ragazzo dal tono della voce ma al momento non importava.
L'uomo portò lo sguardo su di me e disse:"Non sfidarmi ragazzina. Ragazzi fate uscire tutti,tranne le persone di un certo rilievo e i loro figli. Il gioco si farà più divertente.''
Mi guardava,mi guardava e rideva mentre parlava:"Allora, signor Mathews. Ogni 5 minuti 1000 dollari per tutte le persone presenti nella stanza. Mi faccia contare. 35. 35 persone e le altre sono uscite. 1000 dollari o sua figlia non ne uscirà viva."
Mio padre stava per cedere.
Gli urlai contro:"Papà non lo fare."
Ero certa fosse un ragazzo l'unico che parlava:"Ha sentito? Vuole farsi male. Bhe. Iniziamo."
C'era silenzio.
Sapevo che Ian era rimasto ancora dentro, non capivo perché,e sentivo il suo sguardo su di me.
Passarono 5 minuti.
Il ragazzo fece un ghigno e mi tirò in pugno sul labbro. Ci furono delle urla e vidi Josh e Ian alzarsi ma due uomini li trattennero.
Ian urlò:"Non devi farlo per forza. Picchia me! Lei non c'entra.''
Il ragazzo lo guardò:"Dove sarebbe il divertimento se picchiassi un ragazzo? Voglio fare nuove esperienze.''
Mio padre aveva dei soldi in mano.
Li portò al ragazzo.
Lui lo allontanò.
'Al momento non mi interessano più i soldi,ora voglio divertirmi.'
Vidi tutti gli uomini mettersi difronte a me,era quasi surreale,piano piano uno alla volta mi colpivano ovunque.
Sentivo colare il sangue.
Delle urla si alternavano a rumori provocati da Ian e Josh.
Pensavo tra me e me.
Lo faccio per Emily.
Colpo.
Solo per lei.
Altro colpo.
Sono forte. Non sento il dolore.
Colpo troppo forte.
Chissà perché sono qui.
Mi gira la testa.
Non sarei dovuta tornare.
Più colpi.
Ma poi avrebbero fatto del male ad Emily. Meglio essere tornata.
Mi si sta offuscando la vista.
Ho ricevuto troppi colpi.
Non ho più sensibilità addosso.
Altri colpi.
Più forti degli altri.
Non so se sta piangendo. Forse si. Forse no.
Non devo crollare.
Non devo dargliela vinta.
Non ho parlato da quando hanno iniziato questa tortura.
Sono forte.
Credo di aver visto papà piangere. Non è colpa sua.
Sento delle sirene e altri pugni. Mi hanno colpito l'occhio forse.
Sirene.
Sirene.
Sirene.
Il ragazzo che parlava si avvicina e mi sussurra in un orecchio:"Ci rivedremo Alexandra.'
Non ho paura.
Non ho paura.
Sento un altro colpo.
Era più forte di tutti gli altri.
Gli uomini scappano.
Sento il mio nome che viene urlato da più persone.
Forse cado a terra o forse qualcuno mi sostiene.
Penso di essere svenuta.

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