Un giorno in ospedale

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Era passata una settimana dalla promessa che avevo fatto a Francesco. Dovevo solo decidere quando andare ma non era un problema di tempo era un problema di mente. Il fatto era che io non volevo ritornare in ospedale dopo quello che mi era successo,dopo la mia storia,dopo tutte le fatiche per uscire da li ma adesso basta piangere sul passato devo andare avanti. Ho fatto una promessa e la devo mantenere. Decisi di andare in ospedale,avrei preso l'autobus delle 8:00 e sarei arrivata al negozio di giocattoli da li avrei camminato per 5 minuti e sarei arrivata. Mi preparai di svelta erano appena le 7:00 ma ancora tutti dormivano,o era quello che speravo,scendo piano le scale vado verso la porta quando mio padre mi chiama < Viviana cosa ci fai sveglia? La scuola sarà chiusa per una settimana,perché sei già in piedi?> quante domande a prima mattina < papà vado in biblioteca a leggere un libro> mio padre fece una smorfia e dissi< sono contento che è ritornato tutto a posto> io dissi con un aria stufata< si pà adesso vado>. Esco fuori e penso a quelle parole, e penso che ormai sto diventando cosi brava a mentire che quasi non so più qual'è la verità. Presi l'autobus come nei piani e mi ritrovo davanti al negozio di giocattoli che vendeva di tutto. Decisi di incamminarmi verso la collina e arrivai davanti all"ospedale. L'ospedale era un grande edificio greggio,sembrava luminoso ma era buio e anche triste. Entrai dentro,quell'ospedale aveva un aria molto famigliare,ormai lo conoscevo troppo bene. Lessi il cartello del reparto di leucemia e mi diressi al 5 piano. Percorrendo quelle scale vedevo che niente era cambiato dall'ultima volta: umidità,sporcizia e ancora la macchia della medicina che era caduta dal carrello e aveva lasciato un impronta sulla parete a forma di scoiattolo blu. Pensai" maledetto ascensore,perché si é rotto...adesso mi tocca fare tutto a piedi" dopo molte scale e molti pensieri arrivai finalmente al 5 piano. Chiesi all'infermiera del reparto dove si trovava Francesco non fu difficile visto che era l'unico con quel nome. É la camera 424 mi disse l'infermiera io feci un cenno con la testa e mi avviai alla sua camera. Bussai ed entrai,la scena che trovai fu abbastanza traumatizzante...era lui ma quasi non lo riconoscevo,era pallido peggio di un cadavere,i suoi occhi azzurri erano spenti e i suoi capelli non c'erano più. Non mi riconobbe subito perché ero abbastanza conciata male,ero peggio di un barbone, avevo un impermeabile marrone lungo,un paio di occhiali neri che coprivano tutta la mia faccia, i capelli erano scomposto come se non avessero visto mai un pettine in vita loro,le scarpe sporche di fango per via della pioggia. Con una voce debole e con gli occhi pieni di dolore mi disse< Vi..Viviana sei te?> io risposi < si Francesco sono io>
< Allora hai mantenuto la promessa?> io con aria dispiaciuta< certo anzi scusa del ritardo> ma lui non era arrabbiato con me anzi era felice di vedermi < e di che...scusa se mi trovi cosi> in quel momento volevo dirgli tante belle parole come nei film ma niente,lo abbracciai più forte che potevo e lui mi sorrise e sussuro< grazie di esserci> ero piena di lacrime e con voce rauca dissi< e di che ci sarò sempre> in quel momento entrano i suoi genitori che mi guardarono male e decisi di andare < Ciao Fra,ci vediamo presto promesso> e lui < certo> mi avviai verso la porta e me ne andai. Mi fermò l'infermiera che disse< scusa ma ci conosciamo?> io sapevo bene chi era ma feci finta di niente < no scusa adesso devo andare> allungai il passo e me ne andai. Mi fermai alla libreria comprai un libro per la scusa con mio padre e andai a casa. Erano ormai le 22:30 perché ci voleva circa un ora e mezza ore arrivare a casa. Dormivano tutti e per me fu una grande gioia,come sempre entrai in camera feci appena in tempo a mettermi il pigiama che entro mia madre, io feci l'aria tutto insonnolita e dissi<Che c'e?> mia madre< quando sei tornata?> alle 19:00 "cosa non vera " perché ?> con aria sospettosa disse< perche non hai cenato?> allora dissi< mamma sono uscita dalla bibliotecario e ho mangiato un panino e adesso vorrei dormire> mi madre dispiaciuta disse < si scusa Amore > e se ne ando. Non sapevo fino a quando avrei continuato cosi ma sapevo che se dicevo ai miei genitori di Francesco,dell'ospedale non mi avrebbero fatto più uscire di casa,neanche a 40 anni. Ora é notte e penso a Francesco in quella camera d'ospedale e con i dolori....i so come si sente. Spero che trova un donatore al più presto,non posso vederlo in quello stato. Mi domando perché tutto a me,prima te adesso che conosco una persona speciale anche lui ha il rischio di morire,mi domando perché il destino c'e l'ha con me. Questo ancora lo devo scoprire.

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