Nei giorni seguenti la situazione cambiò.
Doug aveva cominciato a punzecchiare Arianna, sfruttando il suo essere rappresentante come presa in giro. Ogni suo piccolo errore era una situazione buona per ricordarle che ora era la rappresentante, e che non ci si aspettavano errori del genere, anche se non c'entravano nulla con il ruolo.
Arianna aveva imparato ad ignorarlo, ma Jade, dietro di loro, sembrava non riuscire a lasciar stare un problema del genere.
«Dobbiamo fare qualcosa.» disse un giorno al gruppo durante l'intervallo.
«Jade, ti ho già detto che mi va bene così. Non ce n'è bisogno.»
«Sì invece! Ari, non puoi lasciarti trattare così!»
Gabi scosse la testa. «Credo che se glielo dicessimo peggioreremmo solo la situazione.» fece notare a Jade.
Bay annuì. «Beh, magari possiamo dirlo a un professore però.» suggerì poi.
«Sì, si può fare.» acconsentì Arianna, sospirando. Non le andava di scomodare i professori per una sciocchezza simile e non era neanche sicura che avrebbero potuto fare qualcosa. Ma non costava nulla provare.
Prima, però, voleva fare una cosa.
«Prima proverò di nuovo a parlargli, però.» disse.
Sky aggrottò le sopracciglia. «Perché?»
«Perché sono la rappresentante di classe, e ho promesso che avrei creato un ambiente piacevole per tutti. Se si comporta così vuol dire che ha un problema, e voglio vedere se posso aiutarlo.» spiegò Arianna, con sguardo sicuro. Ora che l'aveva promesso all'assemblea, voleva provarci seriamente.
Al vedere la sua espressione, il gruppo non poté che acconsentire, per quanto Jade sembrasse un po' dubbiosa.
L'unico che sembrava abbastanza preoccupato era Njord. Lanciò uno sguardo preoccupato ad Arianna, sperando cogliesse il messaggio, ma lei si limitò a sorridergli.
Il ragazzo aveva paura che Arianna finisse di nuovo in presidenza, stavolta per qualcosa di più serio. Doug non gli andava giù, aveva sempre uno sguardo maligno, come se stesse tramando qualcosa. E Njord aveva un brutto presentimento.
Rientrarono in classe. Dopo l'intervallo avevano un'ora buca, e la maggior parte della classe si mise a ripassare per la verifica di storia del giorno dopo.
Arianna tirò fuori il libro e fece finta di leggere, in attesa di vedere cosa avrebbe fatto Doug.
Il ragazzo ignorò il consiglio della supplente di portarsi avanti con lo studio e incrociò le braccia sul banco, per poi poggiarci sopra la testa e chiudere gli occhi.
Arianna gli gettò uno sguardo. Notò che aveva le occhiaie.
Magari aveva davvero sonno. Magari non voleva essere disturbato.
Arianna si fece un facepalm mentale. Ovvio che non vuole essere disturbato da me, ma ci devo provare lo stesso.
Allungò il braccio verso di lui e gli toccò la spalla.
Il ragazzo aprì gli occhi, alzandoli al cielo quando vide che era lei. «Che cazzo vuoi?» le chiese, senza neanche preoccuparsi di abbassare la voce.
«Shh.» fece la supplente dalla cattedra.
«Scusi.» fece Arianna, sorridendole. Quando si girò di nuovo verso Doug, il ragazzo stava facendo il suo solito sorrisino furbo.
«Non dovresti parlare col compagno, rappresentante di classe.» le sussurrò.
Arianna sospirò. «Senti, so che non abbiamo iniziato col piede giusto e che non abbiamo passato proprio i migliori momenti, ma dammi ascolto un secondo, ok?»
Doug alzò un sopracciglio. «Stai per chiedermi se puoi aiutarmi, vero?» fece.
Arianna rimase interdetta. «Ehm... Come fai a saperlo?» chiese, stupita.
Doug sbuffò. «Solo perché non vado bene a scuola non vuol dire che sia un asino, sai.» sputò, seccato.
«Ehi! Non ho mai detto questo.» fece Arianna.
«Non l'hai detto esplicitamente, ma è quello che pensi. Ma in fondo che cosa dovevo aspettarmi da una come te.»
«Io non penso che tu sia un asino, Doug.» disse Arianna. «Io penso che tu abbia solo bisogno di qualcuno che ti ascolti, che-»
«Che ti comprenda, che ti aiuti! Hai solo bisogno di qualcuno, Doug! E chi se non la purissima e gentilissima rappresentante di classe? Di certo se riuscirà a guarire il cattivo ragazzo Doug la ameranno tutti! Oh, che fantastica idea! Tengo proprio al benessere dei miei compagni!»
«Shh!» la supplente interruppe la marea di parole di Doug con un sibilo. «È l'ultima volta che vi richiamo, voi due. La prossima volta vi cambio di banco.» li riprese.
«Mi piacerebbe.» commentò Doug, dando le spalle ad Arianna. «E scordati che accetterò il tuo aiuto. Vai a fare la fata madrina di quel norvegese del cazzo, invece.» fece.
Arianna stava per ribattere che Njord non c'entrava nulla, ma fu proprio lui a mettere una mano sulla sua spalla per fermarla.
Arianna si girò di scatto, sorpresa.
Njord scosse la testa. «Non credo ci sia altro che puoi fare.» le disse.
Arianna sospirò, annuendo. «Hai ragione. Grazie di avermi fermata. Ora studiamo storia, dai.» gli disse, facendo un sorriso.
Per quanto ormai la questione fosse chiusa, Njord non riusciva a scacciare quel brutto presentimento. Sentiva come se prima o poi qualcosa sarebbe dovuto succedere, e non era nulla di buono.
Scosse la testa, cercando di scacciare quel sentimento, ma invano. Sospirò, concentrandosi su storia.
Purtroppo, nulla avrebbe potuto prepararli a ciò che stava per arrivare.
STAI LEGGENDO
Mi Piaci Così Come Sei. [Doug McArthur]
FanfictionArianna vive la sua vita come una qualsiasi ragazza di sedici anni: studia, si prende cura di sé e ha una famiglia adottiva che le vuole bene. Ma tutto cambia quando, all'inizio del terzo anno, conoscerà un ragazzo che sembra comportarsi in modo ir...