Capitolo 16

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«Domani tornerai a scuola.»

Arianna annuì, sospirando. «Sì. Finalmente potrò lasciarmi alle spalle questa storia.» aggiunse poi.

Chronos le circondò le spalle con il braccio, spostando il blocco da disegno che aveva sulle gambe. «Mi dispiace.» disse.

La ragazza ridacchiò. «Ti ho detto di smetterla. Lo so che ti dispiace.»

«Beh, mi dispiace comunque.» dopo aver detto ciò, Chronos si alzò dal divano del suo salotto. «Vuoi qualcosa da bere?» chiese alla sorella.

«Sì. Tè alla pesca, per favore.» rispose lei, facendo un sorrisino.

«Non avevo dubbi.» ridacchiò Chronos, sparendo in cucina.

Non appena se ne fu andato, Arianna sospirò: l'idea di tornare a scuola non la entusiasmava per nulla.

Si sentiva una stupida per aver provato ad aiutare Doug, quando anche i suoi amici avevano dubitato che ce l'avrebbe fatta. Era così ovvio che non le avrebbe permesso di farlo! Per quanto cercasse di convincersi che non era colpa sua, che lei aveva solo provato a fare del bene, il pensiero che fosse stata ingenua continuava ad assillarla. E il fatto che nessuno attorno a lei se ne rendesse conto la stava distruggendo.

Di sicuro lo pensavano, era la verità. Non glielo dicevano perché volevano essere gentili, ma lo pensavano eccome.

Non le passava per la testa che i suoi amici e i suoi fratelli la apprezzassero ancora di più ora per quello che aveva cercato di fare. Perfino Jade era rimasta molto colpita del fatto che avesse provato ad aiutare una persona che chiaramente non aveva fatto nulla per meritarlo.

Ma Arianna non lo sapeva questo, e continuò a crogiolarsi nei pensieri negativi fin quando un rumore non la riscosse. Alzò la testa e notò che Byron stava entrando dalla porta principale.

«Byron!» fece, dando un'occhiata all'orologio. «È molto presto, non dovresti essere da Valentine?» gli chiese, sorpresa.

«Ci sono già stato.» rispose lui. Arianna notò che aveva le sopracciglia corrucciate.

«È tutto a posto?» domandò, preoccupata. In quel momento anche Chronos uscì dalla cucina e lo vide.

«Papà! Tutto bene? È successo qualcosa con Valentine?» chiese, notando subito la preoccupazione sul volto del padre.

Il padre non rispose a parole, ma lo fissò, con sguardo concentrato. «Papà...?» lo chiamò Chronos, confuso.

Byron scosse la testa. «Io... Sto bene. Ho... Ho solo bisogno di riposarmi, sono esausto.» disse infine, incamminandosi nel corridoio.

Arianna lanciò uno sguardo confuso a Chronos, che alzò le spalle. «Aspetta, vado a parlargli.» le disse, per poi imboccare anche lui il corridoio.

Quando ne riemerse, sembrava più confuso di prima. «Che ha?» gli domandò Arianna.

Il ragazzo si sedette accanto a lei, porgendole il tè alla pesca. «Non lo so di preciso. Prima di entrare in camera sua l'ho sentito che blaterava qualcosa, tipo "Come ho fatto a non accorgermene" o qualcosa del genere. Comunque, quando sono entrato sembrava meno preoccupato di prima, era più che altro confuso. Ma non mi ha detto cos'ha.»

«Sarà successo qualcosa a Valentine?» chiese ancora Arianna.

Chronos scosse la testa. «Non vedo motivo per cui non dovrebbe dirmelo. Byron non è il tipo da nascondermi cose così importanti.»

Ci rimuginarono su per un po'. Non era da Byron comportarsi in questo modo, pensava Chronos, di solito non gli nascondeva nulla.

Arianna alzò le spalle, sorseggiando il suo tè. «Magari ha solo bisogno di tempo. Prima o poi ti dirà cos'ha.» disse, per tirargli su il morale.

Mi Piaci Così Come Sei. [Doug McArthur]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora