Capitolo 9

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Quel pomeriggio, Arianna decise di andare al parco.

Si trovava sotto casa sua. Non era molto grande e non presentava molti giochi, ma Arianna lo trovava molto rilassante. Più volte andava lì, si sedeva su una panchina sotto a un albero e si metteva a scrivere il suo romanzo.

Fu quello che fece. Prese il quaderno e la penna, salutò Jimmy e i genitori e raggiunse in breve tempo il suo posto.

Come sempre, fu presa subito dall'ispirazione. Scrisse e scrisse, immergendosi nel suo mondo immaginario.

A un tratto, qualcuno si sedette accanto a lei.

Arianna alzò la testa, per vedere chi fosse. Mai si sarebbe aspettata di vedere Doug.

«Che ci fai qui?» chiese, d'istinto.

Doug fece una risatina sarcastica. «Potrei farti la stessa domanda.»

«Non sarebbero propriamente affari tuoi.» gli rispose Arianna, cercando di non fare un tono seccato.

Poi fece per alzarsi, ma Doug le sfilò di mano il quaderno.

«Ehi!» esclamò lei sorpresa, aggrottando le sopracciglia. Doug le fece un sorriso di sfida.

Arianna si gettò per prenderlo, ma Doug si scansò e si alzò dalla panchina, tenendo il quaderno più in alto che poteva.

Arianna sbuffò. «Sei patetico.» disse.

«Beh, intanto il tuo quadernino ce l'ho io.» ribatté lui, senza abbandonare quel sorrisetto provocatorio.

«Ti sembra un quadernino quello?»

«Non era riferito alla dimensione, Fourseasons. Parlavo dell'utilità.»

Arianna alzò gli occhi al cielo. Se avesse insistito, non avrebbe ottenuto nulla. Forse se l'avesse ignorato...

«Beh, visto che continui a fare il bambino allora non vedo l'utilità di stare qui. Tanto di quaderni ne ho a bizzeffe a casa.» disse.

Il sorriso di Doug si allargò. «Ah davvero? Allora non ti dispiace se faccio questo!» e nel mentre che quelle parole uscivano dalla sua bocca aprì il quaderno e strappò due pagine.

Arianna trasalì. «Ma come ti permetti?!» esclamò, arrabbiata. Cercò nuovamente di prendere il quaderno, ma Doug era troppo alto per lei.

«Scusami? Non avevi detto che ne avevi a bizzeffe a casa?» replicò lui, con evidente tono di sfida.

Arianna strinse i pugni. «Perché fai questo?» chiese.

Doug alzò un sopracciglio. «Non dovevi intrometterti l'altro giorno. Tu e i tuoi stupidi amichetti.»

«E sarebbe questo il motivo? Sei ridicolo!» ribatté la ragazza.

Doug si fece serio. «Ve la farò pagare, a tutti quanti. Te soprattutto.» disse. Poi lanciò il quaderno lontano dietro di sé.

Arianna si precipitò a prenderlo. Quando si girò, Doug era già andato via.

Fu lì che si accorse che lui si era tenuto le due pagine.

Mentre tornava a casa, Arianna fumava di rabbia. Aveva lavorato molto su ogni pagina di quel quaderno, pur essendo la prima stesura. Riscrivere le due pagine sarebbe stata una tortura. Non sarebbero mai potute essere come le precedenti.

Entrò in casa sbattendo la porta. Jimmy accorse a chiedere cosa fosse successo.

Arianna gli raccontò tutto.

Jimmy strinse i pugni. «Mi dispiace moltissimo, Ari. La prossima volta vengo con te.» le disse.

«Grazie, Jimmy. Ora dovrò andare a riscrivere le pagine.» disse.

«Va bene. Allora non ti disturbo.»

Arianna salì in camera sua. Prima di rimettersi a scrivere, controllò il telefono. Vide che Chronos le aveva scritto.

Chronos: Ehi, Ari. Come stai? Ti va di venire da me domani dopo scuola? Ti faccio conoscere mia madre.
Arianna: Ehi! Apparte un mio compagno di classe che mi rompe le scatole, va tutto bene. Certo che mi va di venire da te!
Chronos: È ancora quel Doug?
Arianna: Sì. Domani ti racconto bene.
Chronos: Ci vediamo domani, allora!
Arianna: A domani!

Mentre riponeva il telefono nella borsa, Arianna sorrise tra sé e sé. Non vedeva l'ora.

Prese la penna e due fogli dal raccoglitore di scuola, poi si rimise a scrivere.

Ma non andò oltre le due parole. Non riusciva a non pensare a perché Doug se la fosse presa tanto per la sospensione. Certo, non era una cosa piacevole, ma con il suo comportamento, di certo non era la prima volta che ne riceveva una.

Non poteva credere che fosse perché prima d'ora nessuno l'aveva ripreso. Non era possibile, di certo Jimmy era intervenuto qualche volta gli anni precedenti.

Anzi, l'anno precedente, si corresse. C'era anche il mistero del suo cambio di comportamento.

Tutta questa faccenda la irritava, certo, ma la incuriosiva allo stesso tempo. Voleva capire che cosa portasse Doug a comportarsi in quel modo, e perché aveva iniziato a farlo in modo così repentino.

Era certa, però, che doveva stargli lontana se non voleva guai. Era già finita in presidenza, e anche se poi si era tutto chiarito e non aveva avuto conseguenze, non voleva che accadesse di nuovo.

Alla fine, si decise. Avrebbe chiesto l'aiuto del gruppo, e si sarebbe comportata con cautela.

Sorrise. Sì, era la cosa giusta da fare.

Mi Piaci Così Come Sei. [Doug McArthur]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora